Shoot Many Robots – Recensione Shoot Many Robots

Parlare oggi di sparatutto ci fa subito venire in mente titoli come Call of Duty o Battlefield, killer application dalle milioni di copie vendute e dalle ambientazioni belliche. Eppure, in passato le cose stavano diversamente. Tra i più amati e riusciti esponenti del genere svettava un titolo come Metal Slug, sparatutto a scorrimento dalla traboccante simpatia e dal nero umorismo, che ancora oggi può vantare una nutrita schiera di fan.

Il titolo che ci accingiamo a recensire deve praticamente tutto a giochi come Metal Slug (ma anche Contra), sia per quanto riguarda il genere, sia per quanto concerne gameplay, umorismo e approccio al mondo di gioco. Parliamo di Shoot Many Robots, titolo in digital delivery sviluppato dai ragazzi di Demiurge Studios e pubblicato da Ubisoft per Xbox 360 e Playstation 3. 

L’unico robot buono…

Il titolo stesso del gioco lascia ben poco spazio all’immaginazione: al giocatore viene chiesto di vestire i panni di un pazzo svitato alle prese con tanti, tantissimi robot. Ovviamente, dietro l’azione non esiste che una trama strampalata, un mero presto a dirla tutta. Walter Tugnut è uno di quei fanatici americani armato sino ai denti, il cui più alto ideale è dato dalle stelle e le strisce della bandiera nazionale, e che da qualche tempo va in giro a predicare un’apocalisse tecnologica. "I nemici di latta stanno per arrivare", dice, ma nessuno gli crede. Almeno, fino al giorno in cui i nemici di latta arrivano per davvero. A questo punto, Walter è l’unico che, armato sino ai denti e con un’infinita riserva di birra, è in grado di difendere l’umanità dai suoi tecnologici aguzzini.

Trama, si diceva, a malapena accessoria e che in effetti non ha alcuno scopo se non quello di dare un senso logico alle gesta di Walter. Il vero scheletro del titolo è rappresentato dal suo gameplay, costruito come nel più classico degli sparatutto a scorrimento. Armati di un’arma principale e di una secondaria, decisamente più potente ma dalle munizioni limitate, dovremo muoverci orizzontalmente (e raramente verticalmente) lungo mappe piene zeppe di agguerriti robot, che spaziano dai classici barattoli con motosega a mostruosi e giganteschi carri armati corazzati. Ovviamente, oltre alle armi potremo contare anche sui pugni, sulle scivolate, e su tutta una serie di mosse aggiuntive donateci da strampalati quanto utilissimi gadget. Una volta distrutti, i nemici lasceranno cadere dei bulloni, la valuta del gioco. I bulloni vanno utilizzati per comperare nuove armi e personalizzare il nostro guerriero, con gadget che spaziano dallo zaino da sopravvivenza all’elmetto che ci permetterà di compiere una caduta in picchiata contro i nemici. 

Eppure, nonostante il gameplay si riveli riuscito e divertente, ci si accorge ben presto che da soli le cose si fanno troppo monotone. Il titolo è infatti pensato per il lavoro di squadra. è possibile invitare sino ad un massimo di altri tre giocatori, tanto online che offline, e affrontare così le infinite orde robotiche che ci si pareranno davanti. Il problema è che le cose si faranno ben presto troppo caotiche, e sarà difficile capire dove è finito il nostro personaggio, con l’aggravante che in offline lo schermo unico obbliga i giocatori ad una scarsa mobilità, mentre online il lag è un fastidioso compagno. Insomma, piccoli fastidiosi problemini che presi in gruppo minano in parte l’esperienza complessiva, ma che non minano affatto il divertimento del giocare in gruppo. Avere dei compagni di scorribanda è molto meglio che gettarsi nella mischia in solitaria, è garantito, ed inoltre aiuta nell’impresa di portare a termine tutti i quadri. 

… è un robot… smontato!

Tecnicamente parlando, il titolo non brilla certamente per potenza, ma nemmeno vuole provarci. I ragazzi di Demiurge hanno tirato fuori un titolo rigorosamente 2D, la cui grafica tridimensionale in cell shading ci ricorda però che siamo nel 2012. Insomma, un 3D mascherato da 2D, il cui rendimento complessivo è certamente accattivante, ma a conti fatti non così perfetto come appare ad uno sguardo disattento: gli sviluppatori potevano fare di meglio. Le varie mappe sono spoglie e banali, costruite in maniera scontata e sin troppo lineare, minate qua e là da un eccessivo aliasing. Per fortuna, lo stile scanzonato e goliardico del titolo risolleva le sorti del lato grafico, migliorando con lo stile ciò che difetta in tecnica. Per concludere, da segnalare l’assoluta bontà della componente sonora, fatta di pezzi rock e country che si sposano magnificamente con l’ambientazione di gioco. 

Verdetto finale

Shoot Many Robots è un titolo diretto e con pochi fronzoli, di quelli che sai già cosa ti troverai davanti ancor prima di averlo tra le mani. Il divertimento è assicurato, specialmente se giocato con amici, ma i ripetuti difetti e qualche imperfezione tecnica (a cui va aggiunta la deficitaria intelligenza nemica) gli impediscono di elevarsi rispetto alla massa dei titoli in digital delivery. Da comprare se siete amanti del genere e se siete alla ricerca di un titolo simpatico per passare qualche serata in compagnia degli amici. Da lasciare sullo scaffale se volete un gioco profondo e complesso, Shoot Many Robots è infatti esattamente quello che sembra: uno sparatutto fracassone il cui unico scopo è permetterci di sfasciare robot a volontà. 

 

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