Shining Resonance Refrain – Recensione
Fra le serie che non riescono a sconfinare in Occidente, una delle più rimpiante dagli amanti dei JRPG è Shining, nata negli anni ’90 con un primo capitolo dungeon crawler su Mega Drive. Pur contando una lunghissima lista di titoli sulle più disparate console, nessuno dei più recenti è stato localizzato, nemmeno l’acclamatissimo Shining Resonance uscito nel 2014 su PlayStation 3. Nessuno, fino a Shining Resonance Refrain.
Non stiamo parlando di un vero e proprio capitolo nuovo della serie, bensì di una versione rimasterizzata dell’originale su PlayStation 3, con la presenza della modalità Refrain che aggiunge nuovi contenuti (inclusa la versione “what if” della storia) e due personaggi al party. Sviluppato da Media.Vision e pubblicato da Sega, Shining Resonance Refrain arriva su PlayStation 4, PC, Nintendo Switch e Xbox One (prima volta della serie su console Microsoft) con grandissime aspettative da parte degli amanti del genere. Le rispetterà tutte?
Draghi che ballano
Ci troviamo nella terra di Alfheim, ove un tempo vivevano gli ormai estinti draghi eterni, le cui anime rimangono in forma di cristallo sparse nel mondo. Il nostro protagonista, Yuma, guscio umano dell’eterno Shining Dragon, uno degli antichi, è stato catturato dall’Impero di Lombardia e rinchiuso in una prigione di massima sicurezza, in cui si conducono esperimenti inumani. Viene però trovato e salvato da Sonia Blanche, spadaccina e principessa di Astoria, un regno in eterna lotta con l’Impero. Yuma dovrà quindi, grazie all’aiuto di tutti i suoi compagni di squadra, imparare ad accettare e controllare il suo enorme potere nascosto per poter porre fine a una guerra durata fin troppo tempo.
Shining Resonance Refrain si mostra come un Action JRPG classico, che all’apparenza si pone accanto al filone dei Tales Of, ma che sviluppa un sistema di combattimento vasto e veramente molto divertente. I normali attacchi consumano AP, la cui barra è sempre visibile sotto il personaggio controllato, mentre sono attivabili altri tipi di abilità che, invece, consumano MP. Imparare ad alternare le due tipologie è fondamentale sia per instaurare una combo, sia per vincere gli scontri più ostici, che proseguendo saranno davvero tanti.
Yuma sarà anche in grado di trasformarsi nello Shining Dragon durante i combattimenti, consumando MP. Dovremo fare attenzione all’utilizzo di questa potentissima forma, perché man mano che gli MP si azzeranno, Yuma andrà sempre più vicino al Berserk finché non ne perderemo il controllo. Per ovviare a questo spiacevole (e spesso mortale) inconveniente, possiamo utilizzare il B.A.N.D., un’abilità che permette alla squadra di ballare e cantare una canzone (cringe) che garantirà numerosi effetti positivi, fra cui anche l’impossibilità per Yuma di impazzire.
A garantire una maggiore profondità di gameplay saranno anche i rapporti con tutti i compagni di squadra, ragazze e ragazzi che siano, che permetteranno lo svilupparsi di bond sempre più forti e di abilità aggiuntive durante i combattimenti grazie alla Resonance. Insomma, un gameplay variegato e solido, di cui vi lasciamo scoprire ulteriori sfaccettature da soli e che consente un’ottima strategia anche grazie al fatto che il menu è sempre richiamabile durante i combattimenti, cosa che permette di utilizzare oggetti e cambiare abilità nel mezzo di uno scontro. Vale la pena anche sottolineare che ogni membro del party ha il suo stile di combattimento, con abilità fisiche e magiche completamente diverse dagli altri, fattore che amplia ancor di più le possibilità di personalizzazione.
Draghi che ballano in HD
Shining Resonance Refrain è stato letteralmente tirato a lucido nella rimasterizzazione della già stupenda (ai tempi) versione PlayStation 3. Il mondo di gioco coloratissimo e gli stupendi modelli 3D dei personaggi sono ancora più gradevoli da vedere in 1080p. Questi ultimi, proprio grazie a una migliore definizione, sono molto più simili agli sprite che vediamo durante i dialoghi realizzati dall’abilissimo character designer Tony Taka.
Peccato per i frequenti cali di FPS durante i combattimenti più concitati o nelle situazioni in cui si usano magie con bersaglio multiplo e per la telecamera: è quasi sempre perfetta, ma qualche volta si incanta dietro un angolo cieco. Le animazioni sono quelle che ci si aspetta da un titolo PlayStation 3, quindi sicuramente non al passo coi tempi, ma apprezzabili e non fastidiose
Altrettanto gradevole è tutto il comparto sonoro, dalla background music che ci accompagna sia nella città di Marga, hub centrale del gioco, sia nell’esplorazione delle varie aree, alle diverse canzoni del B.A.N.D., orecchiabili e tutte molto diverse tra loro, sbloccabili sia nel prosieguo della trama sia tramite le varie missioni secondarie assegnate dagli NPC. Nella versione Refrain è disponibile anche l’ottimo doppiaggio inglese, cambiabile in qualsiasi momento con quello giapponese.
Lo sviluppo della trama sarà per la maggior parte del tempo piuttosto telefonato e scontato, ma non è tanto alla spettacolarità che punta Shining Resonance Refrain, quanto al rapporto coi vari personaggi. Tutti distinti per estetica e carattere, spesso ci si ritroverà a passare il tempo a incrementare il rapporto con ogni singolo compagno di squadra piuttosto che a proseguire con la storia. Appuntamenti, scene opzionali e nuove missioni secondarie andranno a incrementare una longevità già considerevole per la sola trama principale. Nonostante questo, come da tradizione giapponese, saremo circondati dai classici stereotipi (a partire dal terribile protagonista) e clichè che, alla lunga, lasceranno nel nostro cuore quell’estrema e ben nota sensazione di cringe.
Shining Resonance Refrain è un buon modo per la serie di SEGA di farsi riscoprire in Occidente. Nonostante lo sviluppo di trama piuttosto scontato e personaggi che alla lunga si lasceranno alle spalle quell’estrema sensazione di cringe, il titolo risulta essere molto divertente a causa del gameplay accattivante e completo. Si tratta però di una semplice rimasterizzazione di un titolo PlayStation 3, che conserva gran parte delle caratteristiche tecniche dei tempi, aggiungendo frequenti cali di fps piuttosto fastidiosi in combattimento. Consigliato a tutti gli amanti del genere, dei draghi e delle ragazze carine. O delle ragazze carine sui draghi. Maliziosi.
Pro
- Gameplay vario e accattivante
- Sistema di bond coi personaggi divertente
- Mondo di gioco colorato e molto dettagliato
Contro
- Cali di FPS nelle situazioni più concitate
- Tecnicamente è un gioco PS3, solo in 1080p
- Personaggi stereotipati (e protagonista terribile)