Shin Megami Tensei: Persona 3 FES – Recensione Persona 3: FES
Persona 3: FES giunge in Europa come miglioramento del suo predecessore; ma anche aggiungendo, alla conclusione dello stesso, un’ulteriore avventura di discreta longevità.
Atlus sorprende
Andiamo ora ad illustrare la storia di Persona 3:FES. Partiamo dall’elemento portante del gioco: i Persona. No… non siete voi, bensì la manifestazione fisica dell’ “Io interiore”, dell’anima, che si manifesta solo in alcuni esseri umani. L’abilità appena descritta sarà indispensabile per poter contrastare i cosiddetti Shadows, creature con l’oscura capacità di consumare la linfa vitale degli esseri umani, portandoli ad uno stato di catatonico torpore. Questo avviene nella cosiddetta Dark Hour, ora che va dalla mezzanotte all’una, durante la quale ogni essere vivente si trasforma in una bara e la cui esistenza è avvertita solo da chi è in grado di manifestare il proprio Persona; cosa che lo rende immune a tale metamorfosi. Se ancora non vi è chiaro come si manifestino i Persona, prendete come esempio le invocazioni riproposte in molti altri gdr. Un Persona non è altro che l’evocazione dell’anima da parte del proprio possessore.
Detto questo, torniamo a noi. Vi troverete ad impersonare Minato Ku, un giovane diciassettenne che, entrato all’università, si ritroverà a vivere un anno molto intenso dato che, percependo la Dark Hour, ha la possibilità di manifestare i Persona.
Ma se gli Shadows si possono affrontare solo durante la Dark Hour, cosa fare del resto delle nostre giornate virtuali? Persona 3: FES è Gioco di ruolo in stile giapponese, la vostra sarà quindi una giornata tipo di uno studente del Sol lLevante: a scuola, nei vari club…a casa, sui libri o al pc. La vostra routine quotidiana vi porterà ogni mattina andare a scuola, a seguire le lezioni e le attività extra-scolastiche, oppure ad instaurare rapporti d’amicizia con gli altri scolari. Oltre il doposcuola, potrete anche andare in città, dove potrete comprare informazioni dagli NPC o recarvi al centro commerciale.
Come tutti sappiamo, però, ci sono festività e altri periodi di vacanza durante un anno scolastico e, proprio in questi, potrete recarvi alla sede dei S.E.E.S. (Squadra Speciale di Esecuzione Extracurricolare), di cui farete presto parte. Il loro principale obiettivo è la distruzione degli Shadows; sarà così che ogni notte, durante la Dark Hour (tempo ed affaticamento permettendo), potrete recarvi alla torre Tartarus, dove essi risiedono, e da dove sembrano provenire. Tuttavia rispetto agli altri membri dei S.E.E.S., voi avrete l’abilità innata di poter gestire un elevato numero di Persona, che potrete persino fondere tra loro.
Detto questo, non vi svelerò altri particolari riguardanti la trama che, nonostante la sua elevata complessità, può comunque essere apprezzata da un pubblico abbastanza vasto.
Un poliedrico gameplay
Durante i combattimenti potrete usare solo il vostro alter-ego, mentre agli altri componenti potrete solo suggerire la linea di condotta da tenere in battaglia; cosa che, comunque, non condizionerà del tutto le loro azioni.
La struttura rimane quella classica a turni, mentre i nemici saranno sempre visibili su schermo. Ciò che differenzia le battaglie di Persona 3 da quelle dei classici gdr, è la premiazione conseguente alla vittoria che, alle volte, vi darà l’opportunità di accedere ad una fase bonus detta Shuffle: una sorta di "Gioco delle tre carte" che vi permetterà di avere alcuni Bonus, o anche nuovi Persona.
Il Tartarus, che all’inizio è abbastanza agevole, nelle sezioni più avanzate richiederà molta cautela, per evitare un fastidioso e probabile Game Over. Nonostante la buona varietà di nemici, l’ambientazione vi porterà ad avere momenti di déjà vu e di ripetizione che, a tratti, potranno darvi un senso di monotonia. I Persona che acquisirete si potenzieranno anche tramite legami che stringerete con determinati personaggi (o gruppi di personaggi) secondari del gioco, legati a specifiche figure dei tarocchi, alle quali le "manifestazioni" sono strettamente legate. Durante le lezioni potrete rispondere persino alle domande che vi verranno poste dal professore, cosa che vi garantirà bonus nei vostri livelli di popolarità (altro valore importante nel gioco). Nonostante Persona 3: FES possa apparire un gioco che permetta un certo grado di libertà, questo si svilupperà comunque lungo una traccia ben prestabilita che aumenterà, in alcuni giocatori, la sensazione di monotonia. Si aggiungono anche delle fasi limitate dagli eventi stabiliti dal calendario, che tenderanno a lasciare un nuovo senso di ripetitività, e fasi ricche di grandi dialoghi (le prime due ore di gioco ne sono un esempio).
FES aggiunge
Con FES avrete nuovi costumi, piccoli accorgimenti, ulteriori Persona, nuovi filmati e musiche, ma anche nuove, piccole missioni aggiuntive, ed una gestione delle armi migliorata. Più dettagliatamente, i combattimenti saranno ancora gli stessi e le sessioni dei dialoghi, alle volte interminabili, sono state mantenute e solo lievemente ritoccate. Come se questo non bastasse, si aggiunge un episodio che narra gli avvenimenti successivi al finale di Persona 3, con un diverso personaggio principale e tutta una nuova avventura da vivere, che però non si discosta troppo dall’originale.
In caso vi stiate preoccupando, il nuovo capitolo introdotto da questa versione è da subito giocabile e selezionabile nella schermata principale sotto il nome di The Answer. Tuttavia, si ripropone sempre come un peccato il non riprovare le gioie di The Journey (Persona 3 revisionato) per chi già lo ha giocato, mentre per chi approda come novizio troverà una doppia avventura tutta da gustare.
The Answer si propone inoltre come un pre-sequel, o come antipasto, di ciò che sarà Persona 4. Infatti le ambientazioni sono più curate e ricche di migliorie tecniche, cosa si farà notare in particolar modo nei dungeon. Oltre a queste migliorie vi sono anche delle lievi differenze; i dialoghi fra i personaggi sono più ristretti e viene concentrato più tempo nelle fasi di esplorazione e combattimenti.
Il livello tecnico
La grafica è impreziosita dall’originalità dello stile usato, che abbellisce complessivamente il tutto. La mano inconfondibile del maestro disegnatore Kazuma Kaneko dà vita a mostri, personaggi e, ovviamente, ambientazioni, perfettamente rese dallo staff tecnico che risultano decisamente spoglie solo nei dungeon. La longevità si aggira intorno alle centoventi ore che, oltre ad esser tante, a volte possono scorrere un po’ troppo lente. Il gameplay, come già detto, non è adatto a tutti: per chi non sia fan della saga, potrebbe risultare monotono. Le musiche, composte da Shoji Meguro, sono lodevoli. Le numerose collaborazioni con artisti di egual calibro (esclusivi per l’edizione FES del gioco) come Kenichi Tsuchiya, Toshiko Tasaki e la vocalist Yumi Kawamura, impreziosiscono ancor più l’esperienza di gioco, nonché la colonna sonora.
In sintesi
Persona 3 si ripresenta al pubblico Europeo, mantenendo una riproposizione totale in inglese; scelta che, seppur gradita ai neofiti, toglie parte del fascino ad un gioco di profondissima matrice folkloristica orientale. Per il resto: l’eccellente giocabilità, abbellita dalle musiche e dallo stile che contraddistingue da sempre la saga Shin Magami Tensei, lo renderà appetibile a tutti gli appassionati di GDR giapponesi (jrpg), soprattutto dopo le aggiunte presenti in questa nuova edizione.