Sherlock Holmes: The Awakened – Recensione

Recensito su Xbox Series X

Quando Arthur Conan Doyle introdusse per la prima volta Sherlock Holmes al mondo alla fine del 1800, non avrebbe sicuramente potuto prevedere l’immensa longevità della sua opera. Il detective immaginario ed il suo fedele compagno di avventure, dott. John Watson, hanno risolto i crimini per oltre un secolo attraversando ogni medium, e non intendono arrestarsi proprio ora. Sherlock Holmes: The Awakened è la nuova fatica dello studio di sviluppo Frogwares, azienda impegnata ed esperta nella realizzazione di titoli a tema Sherlock Holmes, Remake dell’omonimo titolo uscito agli inizi degli anni 2000 e successore spirituale del precedente Sherlock Holmes: Chapter One sebbene da quest’ultimo tenti di discostarsi abbandonando la formula l’open world (questa scelta non costituisce affatto un problema o un dramma in considerazione del fatto che si trattava di un elemento non riuscito alla grande) e quella ambizione di essere un titolo action.

Sherlock Holmes

Un accenno di storia

Il personaggio di Sherlock Holmes che ci viene presentato ricalca quello già incontrato in Chapter One ma è la storia a mutare radicalmente nonché la presenza e l’importanza di John Watson: da un giovane Sherlock Holmes che indaga sulla misteriosa morte di sua madre sull’isola immaginaria di Cordona si passa a un duo investigativo che, partendo da alcune denunce relative a sparizioni di giovani stranieri in Londra, si muoverà insieme per l’Europa attraversando la Svizzera, la Francia e la Scozia, arrivando a toccare l’America e altri bellissimi scorci di paesaggio, alla ricerca di un nemico molto potente che controlla le menti di tanti individui e pronto a sacrificare uomini pur di raggiungere un obiettivo spregevole.

Tra i luoghi che avremo il piacere di visitare, ho particolarmente apprezzato, sia per la cura nei dettagli che per la realizzazione artistica, il Black Edelweiss Institute, manicomio svizzero diretto dalla dott.ssa Gygax, ricco di storia e di intrighi, nel quale si compiono brutali interventi fisici e psichici sui pazienti e che risulta importante crocevia per la risoluzione dell’intero mistero.

Sherlock Holmes

I misteri

La serie di Sherlock Holmes, come sviluppata e ricreata da Frogwares, è mutata radicalmente negli anni, oggetto di un progressivo ammodernamento e cambiamento. Gli umili inizi della serie come titolo di avventura punta e clicca in stile Syberia hanno lasciato il posto ad una versione di Holmes più ambiziosa e che, anche grazie alla pubblicazione della serie TV di Sherlock Holmes con protagonista Benedict Cumberbatch, si è evoluta nelle sue meccaniche fondamentali (vedi l’introduzione del “palazzo mentale”).

Incentrando l’attenzione sulla risoluzione generale dei misteri, Sherlock Holmes: The Awakened raggiunge il punto più alto proprio nel momento in cui il giocatore sta indagando su un crimine, mettendo insieme diversi indizi per porre in essere deduzioni. Andiamo con ordine: evitando spoiler, possiamo tranquillamente dire che il nemico di Sherlock è realmente pericoloso: un culto di persone devote a Cthulhu, la gigante creatura nata dalla mente di Lovecraft. È necessario seguire attentamente tutte le piste per ottenere un quadro completo della situazione e sia Holmes che Watson possono fare di tutto, dall’origliare i pettegolezzi al travestirsi per entrare in varie località.

Sherlock Holmes

I misteri sono complessi, interessanti e divertenti. E quali sono gli strumenti a disposizione per risolvere gli intrighi? Innanzitutto Sherlock ha la possibilità di utilizzare un taccuino automatico nel quale il gioco annoterà tutti gli eventi, i documenti e gli oggetti necessari durante la risoluzione e dovranno essere utilizzati secondo il modo impartito dal gioco. Infatti, ogni nota trascritta sul taccuino avrà un appendice che suggerirà al giocatore in che modo utilizzarla (se cercare negli archivi di Holmes ovvero se chiedere in giro a riguardo). In secondo luogo, sarà fondamentale l’utilizzo della concentrazione, strumento che trascinerà Sherlock in uno stato di iper-focus e che permetterà allo stesso di individuare tracce di sangue e quanto altro nonché di formulare una ipotesi sull’andamento dei fatti, il tutto purché si riescano ad incastrare le combinazioni, posizionando dei manichini nella mente di Sherlock. 

Il videogioco, per arricchire la formula di gioco, introduce alcune missioni secondarie per ogni capitolo le quali, dal punto di vista della ricerca investigativa, tengono il passo dell’obiettivo principale, non risolvendosi in mere fetch quest ovvero in cacce al tesoro ma introducendo una serie di personaggi secondari che arricchiscono la narrazione e, tra le tante, possono conferire un vantaggio a Sherlock in termini di investigazione.

Sherlock Holmes

Eppure, sebbene quanto sopra detto, Sherlock Holmes: The Awakened risulta goffo e impreciso in alcuni punti. Il menu è costituito da una grande area composta dal taccuino, dal palazzo mentale, dalla mappa e dal “cambio abito”. Per aprire determinati percorsi di indagine, e quindi eventualmente passare da missione principale a secondarie, è necessario “appuntare” alcune prove nel proprio libro di casi ed andrebbe anche bene se non fosse per il fatto che vi sono diversi elementi di prova e non sempre è chiaro cosa debba essere appuntato. A quanto sopra occorre aggiungere che, alla lunga, la gestione degli enigmi risulta ripetitiva, con una non ricca alternanza tra le strade da percorrere. Lo stesso “palazzo mentale” si traduce spesso in una caccia per esclusione nella quale il giocatore può tranquillamente ipotizzare le teorie più disparate sino ad indovinare quella corretta e, proprio per questo, il mio consiglio è di giocare il titolo alla difficoltà maggiore anche al fine di stuzzicare maggiormente l’inventiva e la capacità investigativa del giocatore.

Sherlock Holmes

Fratellanza

Uno dei più grandi cambiamenti rispetto alla versione originaria che la casa di sviluppo ha voluto apportate dal punto di vista narrativo è relativo allo sviluppo della relazione tra il giovane Holmes e Watson. Il mistero che questo gioco pone davanti è a tutti gli effetti il primo, se si esclude il viaggio sull’isola di Cordona per la morte della madre, ed è chiaro che si è voluto dare maggiore risalto a Watson rispetto ad altri titoli. Sherlock Holmes: The Awakened ha una trama totalmente unica rispetto al gioco originale e il nuovo finale introdotto è molto influenzato da Watson tanto quanto da Sherlock.

Dal momento che Sherlock ha a che fare con gli dei, i mostri, i culti di Eldritch e la messa in discussione della sua stessa esistenza, Watson funge da ancora per impedire a Sherlock di scivolare troppo nella follia. Gli intrighi Lovecraftiani che i due protagonisti dovranno affrontare fungono quindi da legame e da collante ed il giocatore sente realmente, quando invitato a vestire i panni di Watson, quel senso di inferiorità investigativa che il gioco traduce nella, ovvia, impossibilità di utilizzare la concentrazione. Ma, al contrario, anche quando, e ciò sarà per larga parte del gioco, dobbiamo gestire Sherlock, tanti saranno i frangenti nei quali avremo bisogno delle abilità del dott. Watson per andare avanti. Un esempio può essere d’aiuto: nel già citato Black Edelweiss Institute Sherlock e Watson vengono divisi e il giocatore, controllando a turno entrambi i protagonisti, dovrà trovare il modo per permettergli di incontrarsi.

Ma non solo: nel finale, il giocatore avrà a che fare con uno Sherlock Holmes molto provato a livello psicologico dal viaggio e, controllando Watson, sarà in grado, effettivamente, di lenire le ferite di Holmes, questo nel momento in cui il gioco getta sulla scena Mycroft, fratello maggiore del detective, che non vede di buon occhio la deriva che ha colto Sherlock dopo la scomparsa della madre e l’indagine su Cordona. La fase finale del gioco si apre maggiormente in termini di cooperativa, con enigmi da risolvere progressivamente utilizzando sia Watson che Holmes; è possibile tranquillamente affermare che si tratta di un gioco che, all’interno del panorama videoludico a base Sherlock Holmes, rafforza notevolmente la figura di Watson, non relegandolo a mero ausiliario ma elevandolo a co-protagonista per larghi tratti.

Sherlock Holmes

Una ambientazione inedita

Sherlock Holmes: The Awakened tuffa il videogiocatore in un contesto davvero molto familiare e bifasico, andando a stuzzicare la mente sia ai lettori dei romanzi di Doyle e sia a chi preferisce Lovecraft. Come detto, questo nuovo capitolo è una specie di crossover che introduce i Miti di Chtulhu. La storia di questo rifacimento e l’ambientazione prendono le distanze rispetto alla versione originale del titolo, restando fedele, però, quantomeno nel senso di mistero e occulto su cui già si faceva leva. Tutte le ambientazioni che il gioco propone, dalla cupa Londra, sino alla fiorente ma spettrale New Orleans passando per il già richiamato Black Edelweiss Institute manicomio in Svizzera sono costruite e realizzate alla perfezione. C’è una grande quantità di dettagli (anche storici) all’interno di ogni luogo che risulta fedelmente ricreato anche per l’epoca: si vedano le gallerie sotterranee in Scozia, ricche di richiami alla mitologia tramite effigi e scritte sui muri.

Un plauso va fatto per gli enigmi della follialeitmotiv per chiunque sia pratico di Cthulhu e gli altri esseri ancestrali creati dal genio visionario di Lovecraft. Questi rompicapi tenteranno infatti di variare l’offerta rispetto agli enigmi convenzionali, richiedendo al giocatore un po’ di sana “pazzia”. Vi saranno livelli nei quali Sherlock dovrà lasciarsi andare nel vuoto per superare l’enigma ovvero tuffarsi in una mano, melmosa e con lunghi artigli.

Sherlock Holmes

La resa grafica

Sherlock Holmes: The Awakened, anche dal punto di vista grafico, richiama la resa qualitativa già proposta in “Chapter One“. I personaggi sembrano realmente realistici, mostrando un gran numero di dettagli e sfumature sebbene ciclicamente si ripetano per caratteristiche corporee all’interno di ogni scena. L’alta qualità grafica si estende, come già detto, anche agli ambienti. Con le sue strade londinesi ricche di movimento e negozi, le vie colorate ed il mare di New Orleans, la lugubre Svizzera ricca di classe nella sua architettura, la Scozia piovosa e così cupa, gli ambienti e le città che Sherlock e Watson visitano sono caratteristiche e ricche di particolarità.

Sherlock Holmes: The Awakened incontra dei limiti, però, a livello tecnico sia a livello di animazioni sia con riferimento alle espressioni facciali. Chiaro, il titolo vuole incentrare la curiosità del giocatore sulla narrazione e sulla risoluzione di enigmi, non essendo una produzione tripla A, però sono da sottolineare i frequenti inciampi sofferti dal titolo, con leggeri cali di frame e un’ottimizzazione non perfetta (ricordiamo che il titolo esce anche su Nintendo Switch).


Sherlock Holmes: The Awakened è un gioco di avventura, classico nella sua formula, che permette di vestire i panni del grande detective e del compagno Watson mentre affrontano intrighi e misteri affascinanti. La casa di sviluppo, tornando sui propri passi, migliora la formula già vista in Chapter One, abbandonando quella attitudine forzosa a voler essere un titolo action nonché open world, prediligendo la costruzione di ambienti sì aperti ma mai così vasti, e una investigazione maggiormente lineare ma mai stantia o banale.

8
Una classica avventura alla Sherlock Holmes.

Pro

  • Varie soluzioni investigative
  • Ambientazioni curate in spazi ampi ma non troppo vasti
  • Gestione degli enigmi coerente
  • Livello di competitività alto

Contro

  • Ripetitività della formula investigativa
  • Gestione del taccuino un po' farraginosa
  • Alcuni elementi action fuori luogo
  • Ottimizzazione non riuscita e qualche inciampo grafico
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