Seven: The Days Long Gone – Recensione
Seven: The Days Lone Gone è un progetto indie nato da IMGN.PRO e Fool’s Theory che ha suscitato da subito l’interesse di tutti grazie al mix di generi e possibilità date in questo RPG. L’avventura si svolge in un sandbox liberamente esplorabile anche in verticale grazie alla possibilità di effettuare vere sessioni di park-hour. Siamo nell’impero Vethrall un mondo post-apocalittico, e impersoniamo un abile ladro di nome Teriel obbligato con l’inganno dal Imperatore Drugun a addentrarsi a Peh. Quest’ultima è un isola carceraria, la quale è suddivisa in diverse aree caratterizzate dalle fazioni presenti o dagli stessi abitanti dell’isola.
Isola fin da subito è completamente esplorabile ma ad ogni checkpoint dovremmo fare i conti con i Tecnomaghi che controlleranno i nostri visti (Pillole che una volta assunte permetto l’accesso alle varie aree), decidendo se cercare di intrufolarci di nascosto o ottenere il famigerato visto. L’isola non è molto vasta ma ricca di contenuti ed è pienamente esplorabile, per cercare le risorse necessarie per il crafting e per svolgere missioni secondari. Questo permette a Seven: The Days Lone Gone di impegnare il giocatore tra le 10 e 20 ore di gioco.
La popolazione di Peh è composta principalmente da coloro che sono stati imprigionati sull’isola per ripagare i loro debiti verso l’Impero Vetrall. I crimini commessi variano e non mancano anche persone normali che hanno avuto la sfortuna di calpestare a qualcuno di potente. La vita sull’isola è controllata da due organizzazioni leader, che rafforzano la volontà dell’Imperatore – i Tecnomaghi e i Biomanti.
I primi hanno il compito di scoprire e studiare i manufatti degli antichi. Sono anche i soldati che proteggono i suoi confini e le città. I Biomanti sono una sorta di setta che studia i limiti del corpo umano e approfondiscono esperimenti non così etici per migliorare i poteri dei soldati di Vethrall e capire meglio il potenziale magico del genere umano.
Durante i combattimenti si evidenzia com’è il gioco spinga per un’approccio stealth in quanto le meccaniche dei combattimenti sono molto semplici e spesso ci troveremo ad attaccare in maniera compulsiva gli avversari per poi darcela a gambe, visto la difficoltà riscontrate nel combattimento e le cadute in burroni per via dell’impossibilità di interrompere l’azione. Molto più efficienti sono gli attacchi in modalità stealth che con una mossa permettono di atterrare il nostro avversario. Ma i movimenti generano “rumore” e questo ci obbliga a fare molta attenzioneper non mettere in allarme le guardie, ma tutto ciò viene in parte vanificato utilizzando i travestimenti che ci permetteranno di passare molto facilmente le aree del gioco.
Artanak è il nome del demone nostro “custode” che ci accompagnerà sull’isola con dialoghi ben construiti. il tutto localizzato a video in italiano. Grazie a lui scopriremo perché ci troviamo sull’isola è qual’è il nostro compito.
Com’è ogni RPG che si rispetti, anche qui possiamo far crescere il personaggio durante l’avventura, ed in Seven: The Days Long Gone questo avviene tramite l’innesto di chip per migliorare. Non sono però presenti livelli da raggiungere, ma solo l’esplorazione ed il completamento delle missioni secondarie permettono di recuperare gli schemi per la creazione dei chip. Inoltre è sempre possibile modificare il set di chip utilizzati per trovare la combinazione a noi più gradita, o migliorare temporaneamente una caratteristica. Sempre per migliorare Teriel è crafting che ci permette tramite il banco attrezzi o dell’alchimista di migliorare i nostri oggetti o crearne di nuovi.
Seven: The Days Long Gone ha molto da dire, ma anche da farsi perdonare, perché afflitto da alcuni problemi oltre a veri è propri bug che minano la godibilità del titolo. Fortunatamente il team di sviluppo ha già rilasciato varie path per risolvere problemi come i salvataggio che diventavano più corposi del titolo stesso oltre a peggiorarne le prestazioni. Il calo di framerate è vistoso nonostante ci si trovi di fronte a una grafica cell shading e ambientazioni si ricche ma in generale statiche e con texture non particolarmente brillanti. Sinceramente conoscendo la provenienza di buona parte del team di Fool’s Theory (CD Project Red) mi sarei aspettato un progetto all’uscita più pulito e definito.
Seven: The Days Long Gone potrebbe regalare un ottima esperienza di gioco, data da una buona longevità e dall’ambientazione di Peh, davvero ben riuscita e caratterizzata. Purtroppo al momento il gioco sembra un frutto acerbo, bello fuori, che invoglia ad essere giocato, per poi rivelarsi non ancora pronto. Fortunatamente sembra che il team di sviluppo stia lavorando sui feedback degli utenti è le prime path ne sono una prova, speriamo che Seven: The Days Long Gone riesca a diventare il gioco che poteva essere.
Pro
- Ottimo concept
- Esplorazione verticale
- Ambientazione
Contro
- Vistosi cali di Framerate
- Salvataggio Automatici poco affidabili
- Combattimenti appena abbozzati