Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH – Recensione
A distanza di qualche mese dal rilascio su suolo nipponico, Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH ha raggiunto l’Occidente e tutti i trepidanti fan della saga. Allontanandosi dal genere hack ‘n slash all’arma bianca (o quasi) di Estival Versus, questo titolo propone un gameplay third-person shooter, all’interno di coloratissime mappe in cui le giovani shinobi si sfideranno a colpi di pistole ad acqua dalle fogge più o meno improbabili.
Come accaduto in passato con Bon Appétit!, Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH riesce a presentare elementi narrativi seriosi, come la fine del mondo e un inevitabile destino di morte e distruzione, alleggerendoli con siparietti deliranti e al limite del nonsense e sempre, inevitabilmente, con del fanservice talmente spudorato da non riuscire a non strappare un sorriso.
Se quindi da una parte, le oltre 30 protagoniste giocabili avranno come scopo la salvezza propria e del genere umano, non mancheranno litigi frivoli, capricci alimentari, antiche rivalità e gelosie malcelate. Unica maniera per risolvere tali fondamentali controversie sarà, ovviamente, inzuppare i membri della squadra avversaria con il proprio getto d’acqua, per poi finire le malcapitate con una paperella di gomma, il cui spruzzo sarà talmente devastante da arrivare a denudarle o farle piangere.
Ironia a parte, Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH presenta un gameplay che ricorda (un po’ troppo) quello del ben più conosciuto Splatoon di casa Nintendo, senza però ambire a raggiungerne la qualità: impossibilitate a usare i propri poteri shinobi, le skill a disposizione delle ninja saranno legate alle carte equipaggiate da ciascuna.
Queste si dividono in carte Weapon, Pet e Skill e tutte (oltre ovviamente alla carta della protagonista stessa) saranno potenziabili “consumando” le carte doppione recuperate durante ciascuna missione; va da sé che maggiore sarà la rarità della carta, migliore la sua efficacia.
L’idea su cui si fonda Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH è valida e intrigante, se non fosse che tutto, dalle modalità di gioco al sistema di ricerca e potenziamento delle carte, è danneggiato da mancanza di varietà, che appiattisce il gameplay e rischia di portare troppo velocemente alla noia. L’obiettivo principale in sede di sviluppo del titolo era infatti probabilmente il multiplayer, che offre sia una co-op survival contro orde di nemici, che combattimenti 3 vs 3 o 5 vs 5, liberi o legati alla classifica globale.
Tuttavia, facendo parte di un brand che deve un buon 85% del proprio successo al fanservice, Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH risulta, dal punto di vista prettamente tecnico, nient’altro che un TPS mediocre, che poco invoglia alle sfide con altri giocatori una volta terminati in una decina d’ore i vari archi narrativi e gli episodi extra della modalità single player. Come prevedibile conseguenza, quindi, la modalità online risulta spopolata e senza un “cuscinetto” di giocatori a limitare il divario tra i veri appassionati, armati fino ai denti con le carte più rare e potenti e i neofiti, magari entrati in match solo per un tentativo, che puntualmente finiscono massacrati senza possibilità di scampo.
Il gameplay fondato sulle carte di Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH è infatti ottimale per un titolo single player, ma castra le possibilità di una modalità competitiva, in quanto l’effettiva abilità del giocatore viene messa completamente in ombra dalla pura e semplice parametria: il miglior giocatore al mondo, equipaggiato con il deck di default, avrà comunque zero o quasi speranza di vittoria, se messo di fronte a un avversario con un mazzo anche solo nella media.
La modalità storia non è comunque priva di problemi: al di là degli eventi di trama, che potranno interessare solo i fan della saga vista l’assenza di presentazioni di ciascun personaggio, le mappe di gioco sono tanto belle quanto esigue, così come la varietà di nemici e boss di fine stage. Ciascun arco narrativo prevede il controllo di diverse ragazze, che però si troveranno a fare le stesse, identiche cose delle controparti delle scuole shinobi avversarie. A questo si aggiunge un’intelligenza artificiale alleata e ostile semplicemente imbarazzante e una grafica uguale, se non persino inferiore a quella di Senran Kagura Estival Versus, in cui la massiccia presenza di nemici a schermo giustificava i limiti estetici di un titolo, tra l’altro, pensato anche per girare su Playstation Vita.
Non è questo il caso di Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH, che in quanto esclusiva PlayStation 4 avrebbe dovuto offrire decisamente di più. Lo stesso fanservice di magliette e costumini striminziti e semitrasparenti, per quanto piacevole alla vista, non può essere il fattore determinante per l’acquisto, visto che dopo le prime ore di gioco perderà inevitabilmente buona parte del suo appeal.
Menzione d’onore all’ottimo doppiaggio e alle numerose possibilità a disposizione per personalizzare ciascun personaggio, modificandone outfit, acconciatura e accessori in un editor più che soddisfacente e che permetterà anche ai più esigenti di creare la “waifu” dei propri sogni.
Purtroppo questa incredibile personalizzazione si riflette in modo negativo nel gameplay, in quanto a differenza, ad esempio, di Estival Versus, le shinobi di Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH non posseggono moveset o abilità uniche e ciascuna potrà utilizzare qualunque carta: prive di punti di forza e debolezza individuali, la scelta su chi impiegare in combattimento riduce le ragazze a meri avatar, svuotandole anche di quella caratterizzazione che, gusti estetici a parte, le rendeva più o meno piacevoli da controllare.
Senran Kagura PEACH BEACH SPLASH è un oggettivo passo indietro rispetto al precedente Estival Versus: un third-person shooter ripetitivo nel single player e spopolato e poco tecnico nel multiplayer. Consigliabile solo ai veri appassionati del brand, mentre per tutti i curiosi è preferibile recuperare i giochi precedenti per ingannare il tempo in attesa di Senran Kagura 7even, previsto nel 2018 per Playstation 4.
Pro
- Fanservice, fanservice, fanservice...
- Narrazione fuori di testa
- Colorato e dinamico
- ... già detto fanservice?
Contro
- Manca di varietà
- Nessun passo avanti a livello grafico
- Multiplayer spopolato
- Il sistema di carte poteva esser pensato meglio