Semblance – Recensione

Poco più di un mese fa, il nostro team si è recato a Los Angeles per l’annuale fiera dedicata all’intrattenimento elettronico: l’E3 2018. Nel gran numero di anteprime e speciali realizzati, vi abbiamo anche riportato un’interessantissima lista di giochi indie testati: tra questi, c’era anche Semblance, un puzzle platform. Durante la kermesse, come potete leggere voi stessi, lo sviluppatore Nyamakop aveva definito il proprio gioco come “l’unico vero platform game mai realizzato”. Pensate che sia un tipo presuntuoso? No, non lo è affatto.

La dicitura “gioco di piattaforme” sottintende che si tratti di un’opera in cui ci spostiamo da una piattaforma all’altra. Semblance, però, non è soddisfatto di questo preconcetto e decide di cambiare le carte in tavola con un’idea molto semplice ma anche molto efficace: non saranno più le piattaforme a dettare le nostre possibilità di movimento, ma saremo noi a adattarle alle nostre necessità.

Cosa significa? È presto detto: possiamo colpire la maggior parte dell’ambiente di gioco per deformarlo. Ecco quindi che una piattaforma orizzontale viene piegata verso l’alto per avere un punto più elevato da cui saltare e raggiungere il nostro premio. Oppure, un laser blocca la nostra via e noi lo incliniamo colpendo la superficie su cui è ancorato, così da crearci un passaggio sicuro.

Il protagonista di Semblance, un esserino rettangolare dal design molto semplice, ha capacità limitate: un semplice salto, uno scatto potente utile a deformare l’ambiente e a coprire grandi distanze, e un rilascio di energia che fa tornare le piattaforme alla loro forma originale. Tramite queste mosse dovremo esplorare tre mondi corrotti da una “piaga di cristallo” che è in grado di ucciderci con il semplice contatto. Ogni mondo è diviso in livelli, all’interno dei quali dovremo recuperare dei globi di energia in grado di guarire l’ambiente e le creature che lo popolano. Ogni globo, in pratica, è “difeso” da un enigma.

La struttura di gioco è aperta, quindi potremo affrontare i livelli nell’ordine che più preferiamo: ovviamente il gioco ci suggerisce la miglior sequenza per poter apprendere tutti i trucchetti necessari ad avanzare. A questo proposito, Semblance riesce a calibrare ottimamente la curva della difficoltà: non capita mai di ritrovarsi spaesati e ogni strategia imparata in precedenza sarà utile avanzando. Ogni mondo aggiunge nuove meccaniche che andranno a fondersi con le precedenti.

La struttura aperta, quindi, si rivelerà vantaggiosa nel caso in cui vi ritroviate bloccati con un enigma: invece di sbatterci la testa fino alla frustrazione, potrete andare oltre e tornarci dopo. Una situazione improbabile, in ogni caso, sia per la suddetta curva di difficoltà ma anche e soprattutto poiché l’opera non è mai troppo complessa. Per quanto sia richiesto un minimo di attenzione e di ragionamento, non sarà necessario più di qualche minuto per venire a capo di ogni sfida.

Semblance, ripetiamolo, è un puzzle platform: quale delle due componenti è predominante, vi state chiedendo? Sicuramene la prima: per quanto ci siano sequenze nelle quali è fondamentale agire con il giusto tempismo, perlopiù dovremo capire come sfruttare l’ambiente. I meno avvezzi alle finezze dei platform, quindi, non rischieranno di trovarsi bloccati per mancanza di abilità manuale. Solo nell’area finale l’opera si concede alcune fasi più da platform che da puzzle game: in questi momenti rischieremo di morire innumerevoli volte ma per fortuna verrà in nostro soccorso il sistema di checkpoint automatici.

Il nostro esserino, toccando i cristalli o i raggi laser, esploderà come il più triste dei palloncini, ma ritornerà all’istante al punto d’inizio dell’enigma che stiamo affrontando. Le modifiche che avremo effettuato sull’ambiente, però, non verranno cancellate, di conseguenza la morte non punisce in alcun modo il giocatore. Considerando anche l’istantaneità della ripartenza, possiamo assicurare che l’opera non scade mai nella frustrazione.

Semblance, quindi, risulta essere un’opera molto fluida e con un livello di sfida mai troppo elevato. Il viaggio all’interno del gioco è scandito anche da una narrazione molto semplice, che potremo scoprire tramite una serie di graffiti sparsi nei livelli. Niente di profondo o particolarmente interessante, ma è adeguata al tono minimalista dell’opera. Il minimalismo è anche il punto fermo della grafica: come potete vedere dalle immagini, Semblance adotta uno stile 2D con pochi colori e poche sfumature di area in area. L’estrema pulizia rende “l’esplorazione visiva” dei livelli molto semplice.

Artisticamente l’opera è godibile e, vista la sua natura indie, proporzionata alle possibilità produttive dello sviluppatore; però, ammettiamo che un po’ più di varietà non avrebbe guastato. Anche dal punto di vista sonoro si poteva fare meglio: la musica e gli effetti funzionano, ma non rimangono in alcun modo impressi.

Piccoli limiti perdonabili, per certo, a differenza della longevità: l’opera si conclude in circa tre ore. Propone alcuni collezionabili che però non aggiungono nulla alla narrazione o alle meccaniche di gioco: la rigiocabilità, quindi, è scarsa a meno che non siate dei completisti incalliti. Per quanto riguarda bug o glitch, dobbiamo segnalare la tendenza a compenetrare e a incastrarsi nelle piattaforme da parte del nostro personaggio: problemi minimi, visto il funzionamento del suddetto sistema di checkpoint. Inoltre, crediamo che una patch possa risolvere la cosa in tempo per il D1. L’opera è disponibile dal 24 luglio su PC (via Steam) e Nintendo Switch.

Semblance è un puzzle platform ottimamente pensato e ben realizzato. Mescola le due componenti in maniera efficace senza mai calcare la mano sull’una o sull’altra. Adatto anche a chi non è cresciuto a pane a Mario, soffre unicamente di una scarsa longevità e di una certa ripetitività visiva.