Secret of Mana – Recensione
Venticinque anni fa debuttava Secret of Mana, noto in patria con il nome di Seiken Denstsu 2. Il gioco segnava di fatto l’affrancamento da Final Fantasy di Seiken Densetsu (il primo capitolo nacque come spin-off) e dunque l’affermazione di una nuova serie, Mana, a oggi ancora esistente anche se rediviva: dopo i primi tre episodi, infatti, la saga cominciò a perdere lo smalto. Fra il 2006 e il 2007 tutto sembrava perduto, con l’uscita dei deludenti – vuoi per le vendite, vuoi per la qualità, vuoi per entrambe – Children of Mana, Dawn of Mana e Heroes of Mana.
Diversi anni dopo Square Enix provò timidamente a rivitalizzare il brand con due giochi minori e il remake del capostipite della serie, disponibile per smartphone e Playstation Vita; evidentemente Adventures of Mana deve aver soddisfatto le aspettative della software house, visto che due anni dopo è la volta del remake di Secret of Mana.
Secret of Mana, quello uscito nel 1993, è un A-JRPG in due dimensioni con prospettiva a volo d’uccello precipuamente votato alla cooperazione fra tre giocatori umani (che richiedeva un lussuosissimo Super Multitap per SNES), anche se è possibile affrontare l’avventura pure in single player. Racconta la storia di Randi, un ragazzo che estrae una spada dalla roccia, causando un sacco di guai.
Il remake è rimasto pressoché invariato rispetto all’originale: la storia è la stessa (con l’aggiunta di alcune simpatiche scene alla locanda, alla maniera delle skit di Tales of), i contenuti pure, così come la colonna sonora e la maggior parte delle meccaniche del gameplay. Le autentiche novità si registrano nel comparto audiovisivo, con il passaggio a una grafica tridimensionale – abbastanza simile a quella di Adventures of Mana, ma migliore – e l’aggiunta del doppiaggio (a scelta fra giapponese – decente- e inglese – di scarsa qualità) e di una versione riarrangiata della colonna sonora piuttosto discutibile, sicché più di qualcuno selezionerà l’OST originale.
Purtroppo è proprio la grafica a convincere di meno, a causa di una direzione artistica molto meno ispirata dell’originale (inutile soffermarvisi più di tanto: confrontate gli screen o i playthrough su YouTube, che sono più eloquenti di mille parole) e di un comparto tecnico tutt’altro che impeccabile, non solo su PlayStation Vita, ma anche su Playstation 4 e PC. Nella prova non abbiamo riscontrato particolari glitch o freeze, ma abbiamo avuto modo di leggere numerose segnalazioni in tal senso sul web.
Sul versante del gameplay il discorso è meno netto, in quanto sono state apportate alcune migliorie, altre (che sarebbe stato lecito aspettarsi) sono state omesse e altre ancora potrebbero non essere ritenute migliorie. La prima che salta all’occhio è l’introduzione della mappa nell’angolo in alto a sinistra: utile, non invadente e ben fatta (riproduce la grafica dell’antico Secret of Mana); peccato che non sia possibile regolare il livello di zoom. Apprezzata anche la nuova funzione di auto-save.
La formula originale non è stata stravolta dall’introduzione di mosse come la parata o il dash, e la barra della stamina è rimasta lì dove stava, quindi l’azione è rimasta lenta, anzi, forse nel passaggio alle tre dimensioni si è perso qualcosa in termini di velocità. Il problema sembra legato più che altro al rilevamento dei colpi un po’ incerto, difetto condiviso col predecessore Adventures of Mana.
Quel che sarebbe invece stato lecito aspettarsi è una riorganizzazione dei menu, scomodi già all’epoca: giusto per fare un esempio, se volete acquistare un equipaggiamento, non c’è modo di sapere se lo avete già nell’inventario, se lo avete addirittura già equipaggiato e nemmeno quali siano i suoi parametri. In generale, avremmo apprezzato una rivisitazione del farraginoso Ring Command.
Il gioco, in ogni caso, rimane divertente, soprattutto se fruito in modalità cooperativa, disponibile solo in locale. In mancanza di amici, si può sempre switchare personaggio al volo e avvalersi di una non brillante I.A. per gli altri due. Il sistema Action Grid è stato sostituito da qualcosa di più semplice, ma il problema non è di settaggi, quanto proprio della qualità dell’intelligenza artificiale elaborata dagli sviluppatori, che scoraggia l’utilizzo di impostazioni troppo aggressive, che potrebbero portare a morte prematura. Va comunque segnalato che anche l’originale Secret of Mana non era ineccepibile sotto questo aspetto.
Secret of Mana è un remake complessivamente deludente: rinnova i comparti tecnici in modo non convincente, mentre non va a svecchiare il gameplay in quegli aspetti che ne avrebbero abbisognato. Rimane un gioco godibile, visto che l’originale Secret of Mana è un gran titolo, ma allo stesso tempo è un’occasione sprecata.
Pro
- Gradita l'introduzione della mappa
- Dual audio (con dub giapponese decente)
- Sono state apportate alcune migliorie...
Contro
- ... ma ne mancano altre che sarebbe stato lecito aspettarsi
- I nuovi comparti audio e video hanno meno fascino di quelli originali
- Qualche problema di rilevamento dei colpi