Sea of Thieves RECENSIONE | Il futuro di Microsoft da multipiattaforma si decide ora
Sea of Thieves è il live-service piratesco di Rare, il cui successo lo ha reso uno dei titoli più importanti non solo del parco titoli disponibili su un servizio come Xbox Game Pass, ma anche uno dei volti principali degli studi di sviluppo diretti da Microsoft stessa.
Mentre la casa di Redmond vive giorni di ordinaria follia alla luce dei fatti recenti, Sea of Thieves è giunto finalmente su PlayStation 5 da qualche giorno e il suo successo determinerà il futuro multipiattaforma dei videogiochi prodotti dagli Xbox Game Studios.
Sea of Thieves RECENSIONE | Rare salpa anche su PlayStation 5
Sea of Thieves sbarca con la stagione 12 su PlayStation 5, rappresentando infine l’ultimo tassello della strategia multipiattaforma di casa Microsoft. Già, da Febbraio ad oggi, l’azienda di Redmond ha distribuito sulla diretta concorrente alcuni suoi first-party, tra cui HI-FI Rush, Pentiment e infine Grounded, sondando così il terreno per eventuali future pubblicazioni.
Pertanto, il live-service pubblicato nel 2018 da Rare è il banco di prova finale per capire se vi sarà futuro per gli Xbox Game Studios anche sulle altre piattaforme, soprattutto quelle rivali come PlayStation 5. E stando ai primi dati, Sea of Thieves sembra aver conquistato il pubblico di casa Sony, confermandosi come un grande successo.
Per coloro che finora ne hanno ignorato l’esistenza (a tal proposito, recuperate la recensione della versione originale), il titolo ci immedesima a trecentosessanta gradi nella vita di un pirata qualsiasi. Ci si sveglia sbronzi da una taverna e si corre subito verso la nave, pronti per salpare verso una nuova avventura alla ricerca di preziosi tesori.
Con una mappa in mano si approda sull’isola indicata e muniti di pala, si comincia a scavare finché un cimelio o un forziere di valore non emerge dal terreno, lo si carica sulla nave e si può decidere se venderlo immediatamente oppure se aggiungere altri tesori nella stiva.
Lo scopo ultimo di Sea of Thieves è proprio questo: trovare tesori, accumularli e rivenderli alle varie alleanze, ognuna delle quali è specializzata per ciascuna tipologia di cimeli. Questo innesca un loop di gameplay che vi permetterà di esplorare le isole che completano i vasti mari del gioco, ma in quelle acque si celano pericoli di ogni tipo.
Tra navi fantasma, galeoni di non morti e fortezze inespugnabili, le opportunità di trovare oggetti preziosi sono addirittura infinite e come se non bastasse, anche i relitti di navi leggendarie possono offrire delle ricche ricompense. Vi sono diverse attività che potranno arricchirvi, tra cui i viaggi delle alleanze, che vi imbarcheranno in diverse missioni.
Sul piano contenutistico Sea of Thieves ha molto da offrire – anche – all’utenza PlayStation 5: arriva dopotutto con sei anni di aggiornamenti che hanno introdotto eventi crossover come quello dei Pirati dei Caraibi e di Monkey Island, ma anche funzionalità preziose come la Gilda, che permetterà di creare insieme agli altri giocatori una vera e propria flotta.
Mentre l’obiettivo è quello di diventare un pirata leggendario (o se vogliamo, il Re dei pirati), ottenendo così la consacrazione di Atena, ciò che ne consegue è un post-game povero, che rimarca con ogni probabilità l’assenza di un tassello estremamente fondamentale per un prodotto live-service di questa portata.
Il loop di gameplay imbastito da Rare negli anni può risultare assuefacente perché nel frattempo si impara a gestire al meglio la nave e fare un po’ di sano roleplay, tuttavia è innegabile che questo sistema di gioco potrebbe iniziare a stancare anche quegli utenti che si sentono rapiti dal mondo di Sea of Thieves.
Roleplay e cooperativa
Uno degli aspetti fondamentali dell’esperienza è indubbiamente il gioco in cooperativa: senza di essa, non solo la creatura di Rare risulterebbe pienamente castrata ma temo che non avrebbe neppure senso di esistere. Questo perché, ha un’essenza fortemente devota al roleplay.
Infatti quando vi troverete a bordo della vostra nave potrete intraprendere delle scelte in tempo reale, come attaccare o meno la nave di altri giocatori o assumere un ruolo ben preciso all’interno della ciurma. Per esperienza personale, in qualità di capitano della gilda ho assunto il comando del timone, conducendo l’imbarcazione della mia ciurma verso innumerevoli destinazioni.
Al tempo stesso, ho dovuto prendere decisioni critiche, come quella di attaccare preventivamente altri giocatori o semplicemente rispondere al fuoco nemico coordinando la mia ciurma, uscendo così dalle situazioni più svantaggiose. E in un mare impervio come quello di Sea of Thieves, saper agire in breve tempo è estremamente fondamentale.
La forza di questo titolo risiede nella capacità di immedesimazione nella sua esperienza online. Dopotutto un giocatore può assolutamente sposare la causa PvP e scegliere di attaccare gli altri utenti al fine di saccheggiare le loro navi, così come è possibile fare esattamente il contrario, raggiungendo comunque l’obiettivo ultimo posto dal gioco.
In questo modo, i giocatori possono assaporare una libertà d’approccio al titolo davvero invidiabile, simulando quella medesima sensazione provata dai pirati navigando nei mari come autentici fuorilegge. Mentre l’aspetto cooperativo si mostra ampiamente ben fatto, meno riuscito è invece il PvP che si mostra alquanto banale.
Le battaglie navali in tempo reale sono divertenti e molto impegnative, il corpo a corpo tra pirati invece si rivela un’accozzaglia di spadate e colpi d’arma da fuoco, con tanto di possibilità di fare spawn trap ai nemici al fine di intrappolarli in un loop di morte finché la nave non affonda.
Il roleplay dunque si afferma come uno degli aspetti meglio riusciti del titolo, nonostante una componente player versus player ancora da correggere. L’esperienza cooperativa infatti massimizza quelle che sono le potenzialità ludiche di Sea of Thieves, merito soprattutto della gestione richiesta dalla nave.
La nave, la nostra casa
L’esperienza di Sea of Thieves ruota attorno alla nave e in particolar modo alla sua gestione. La nostra imbarcazione, che in base al numero dei componenti del gruppo varierà tra Sloop, Brigantino e il mastodontico Galeone, richiederà infatti la collaborazione di tutti i membri della ciurma per navigare nei mari.
Non vi è solo la gestione del timone: mentre la nave viene indirizzata verso destinazione, gli altri giocatori dovranno maneggiare le vele in base alla velocità desiderata e la direzione del vento, sfruttando così le correnti per ottenere una maggiore spinta. Inoltre ci sono altri fattori da tenere in considerazione, come la mappa per fornire le indicazioni al timoniere.
Ma come se non bastasse, vi è anche la necessità di controllare le acque circostanti, individuando possibili relitti, navi avversarie o isole da esplorare. In battaglia, la divisione dei ruoli si definisce ulteriormente, tra chi deve gestire la nave pilotandola e riparandola e chi invece si posizionerà ai cannoni, rispondendo così al fuoco nemico.
Anche sull’imbarcazione troviamo una serie di elementi che ne definiscono una gestione completa, che si fa persino più complessa a seconda della sua grandezza. Al suo interno avrete diversi depositi per le munizioni dei cannoni, ma anche per le assi di legno per riparare i danni e il cibo con cui curare le vostre ferite.
Ancor più importante però è evitare che affondi: se la vostra nave colerà a picco negli abissi marini non solo verrete sconfitti, ma chiunque potrà saccheggiare il vostro bottino accumulato con tanta fatica dentro la stiva. Un autentico game over per la vostra ciurma, che vi costringerà a risvegliarvi nell’avamposto più vicino.
La nave dunque è un elemento cardine dell’esperienza di Sea of Thieves, poiché non solo dovrete prendervene cura come se fosse la vostra casa, ma è anche il luogo su cui passerete la maggior parte del tempo. Conoscerla a fondo dunque sarà un vostro dovere come pirati.
Sea of Thieves oggi
Su PlayStation 5 Sea of Thieves gode dell’aggiunta dei trigger adattivi del DualSense di PlayStation 5 senza però proporre novità interessanti sul fronte grafico e tecnico. Insomma, ci troviamo davanti il medesimo gioco che finora la community ha potuto divorare specialmente su Xbox Series X|S.
La nostra analisi potrebbe fermarsi qui, tuttavia è lecito chiedersi se il titolo ancora oggi può risultare affascinante. Indubbiamente sul fronte live-service sono state compiute delle importanti aggiunte, tra cui l’integrazione della gilda arrivata nel corso della stagione 10, o i tantissimi contenuti introdotti in sei anni di supporto.
Per l’utenza affezionata alla console di casa Sony, il GAAS di Rare rappresenta indubbiamente una novità, nonché un titolo pieno di attività da completare in compagnia di amici, con svariate ore di gioco ad attenderli. Non manca il battle pass e gli innumerevoli oggetti cosmetici per personalizzare pirata e nave, e il tutto è ottenibile semplicemente giocando.
Dopotutto siamo abituati a vedere franchise e nuove Ip trasformarsi in live-service privi d’anima, rincorrendo quei trend del mercato senza offrire effettivamente qualcosa di nuovo. Con Sea of Thieves, Rare ha realizzato un prodotto che rispetto a tanti corrispettivi risulta originale ed affascinante, nonostante alcune problematiche ancora presenti tra cui il PvP e l’endgame.
Un videogioco che, nonostante le continue mutazioni dell’industria riesce ancora ad imporsi e il merito molto probabilmente deriva da una filosofia live-service che mantiene ancora in vita produzioni come Destiny 2 e Tom Clancy’s The Division 2, che rispetto alle produzioni più recenti appaiono come “immortali”.
Sea of Thieves RECENSIONE | Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da Microsoft?
Nonostante le grandi incertezze che ruotano attorno a Microsoft e in special modo agli Xbox Games Studios, Sea of Thieves conclude momentaneamente la strategia adottata da qualche mese a questa parte dalla casa di Redmond, confermandosi infine un ottimo successo.
Ciò deriva dalla solidità di un’esperienza online fondata esclusivamente sul gioco in cooperativa, spingendo soprattutto su fattori puramente legati al roleplay e sulle decisioni in tempo reale che un giocatore può intraprendere. Mentre non è ancora chiaro se il titolo vivrà una seconda primavera su PlayStation 5, possiamo dire che il titolo di Rare è ancora vivo e vegeto.
Dopotutto gli utenti PlayStation 5 si trovano davanti alla versione più completa del gioco, un live-service se vogliamo ampiamente evoluto rispetto alla sua prima versione. Un’avventura dunque ricca già in partenza e che sicuramente saprà farsi amare anche dal pubblico rivale nelle prossime settimane.
Sea of Thieves conquista anche i mari di PlayStation 5
Pro
- Ancora oggi un validissimo live-service;
- Esperienza cooperativa stimolante e fondata su un buon roleplay;
- Avventura affascinante e a tratti persino rilassante;
Contro
- PvP da migliorare;
- Endgame non ancora sufficiente