Samurai Warriors 5 – Recensione
Con i Giochi olimpici di Tokyo, in corso tutti gli occhi del mondo sono puntati sul Giappone. Non che nel mondo dei videogiochi non sia così durante tutto il resto dell’anno ma in questo momento particolare anche lo sguardo dei meno interessati si volge al Paese dei Samurai. Perciò proprio di Samurai vi parliamo quest’oggi con la recensione di Samurai Warriors 5, il titolo musou che arriva al suo quinto capitolo con uno scopo non semplice: dare una svecchiata al genere.
Questa svecchiata saranno riusciti a darla i ragazzi di Omega Force e Koei Tecmo? Scopriamolo!
Il genere musou vive una fase parecchio calante, almeno qui in Occidente, e al di fuori di qualche appassionato del genere o della Storia del Giappone (o della Cina per chi preferisce o apprezza altrettanto Dynasty Warriors) non si può certo dire che il genere sia apprezzatissimo.
La ragione di tutto ciò si ritrova principalmente nella somiglianza fra tutti i giochi musou che (essendo sviluppati praticamente tutti da Omega Force) vanno per forza di cose ad assomigliarsi terribilmente. Negli anni passati, comunque, i musou potevano anche rappresentare dei veri e propri benchmark per le console o per i PC, in quanto la loro grafica si avvicinava molto al top per quanto riguardava i modelli (non gli ambienti, quelli erano e sono rimasti di cartone).
Su questa scala che va da “benchmark” a “videogioco” dove si piazza Samurai Warriors 5? Sicuramente più verso il videogioco. In questo caso, gli sviluppatori, hanno infatti optato per un marcato self-shading che conferisce ai modelli un aspetto differente rispetto all’ambiente di gioco con una qualità alta del dettaglio che però va a ricordare i disegni e le pennellate di un’opera pittorica giapponese antica.
Da questo dettaglio traspare già un aspetto importante del gioco: l’amore verso la cultura giapponese messo in campo dagli sviluppatori. Se anche non dovesse piacervi il genere ma foste comunque appassionati di Giappone (e magari siete anche molto giovani) Samurai Warriors 5 rappresenterebbe per voi una piacevole passeggiata all’interno del periodo storico più famoso del Giappone: l’Era Sengoku.
Come su una tela i principali protagonisti di quel periodo si muovono davanti ai nostri occhi, ognuno con i propri sogni, i propri problemi, angosce e paure. È forse qui la forza della “trama” di Samurai Warriors 5 e del genere: far vivere i personaggi a metà tra “storia romanzata” e personaggio reale. Quando il protagonista di questa storia, Oda Nobunaga, lancia la sua campagna di unificazione del Giappone è poco più che un ragazzo: ha venticinque anni. Quanti di voi possono sovrapporsi a un giovane che voleva cambiare il mondo?
La sua storia coinciderà con quella del Giappone ma quello che impareremo lungo la Via del Samurai è che niente piove dal Cielo, e soprattutto che le sconfitte sono sempre molte di più rispetto alle vittorie, in guerra come nella vita. Quel che conta è andare avanti, proprio come Nobunaga, perché basta quell’ultima battaglia a renderti immortale.
Alla narrazione di Oda Nobunaga, Samurai Warriors 5 affianca quella di Akechi Mitsuhide, un altro giovanissimo uomo che conosce Nobunaga quasi per caso e poi per vicissitudini varie se ne divide fino alla fine di questa storia. La tragica fine di questa storia.
In quest’ottica, Samurai Warriors 5 è anche un gioco sull’amicizia e sui legami. Tutto viene mostrato sempre facendo riferimento tanto alle cronache quanto alle normali reazioni umane che si possono ipotizzare in certe situazioni.
Samurai Warriors 5 tuttavia non ci forzerà a seguire tutta la storia. Man mano che procederemo con quella sbloccheremo la Free Mode, ovvero la modalità libera in cui rigiocare con i personaggi desiderati questo o quello scenario. Nonostante questo sembri abbastanza inutile, la crescita del personaggio in Free Mode si rispecchierà anche nella modalità storia (o Musou, come la chiama il gioco), perciò fare spesso il salto dall’una all’altra potrebbe essere molto utile.
Diventano un po’ più complicati i pannelli per acquisire materiali, cavalcature e armi. Questi sono via via diventati inutilmente più complicati nel corso degli anni e in quest’ultimo titolo del genere la situazione è al limite soprattutto per chi vi si approccerà per la prima volta.
Nota estremamente positiva è il numero di totale di eroi giocabili e la varietà delle armi anche se notiamo una vena di difficoltà nel drop di queste ultime che sembrerebbe essere legato alla rigiocabilità del titolo. In sostanza: più volte si ricomincia la modalità musou più si alzerà il livello di drop delle armi.
Parzialmente anonima invece – e di questo ce ne rammarichiamo – la colonna sonora che incede troppo spesso nei cliché e risulta troppo ripetitiva. Va bene che Samurai Warriors 5 è un gioco d’azione ma la solita martellante chitarra elettrica per un’ora risulta estenuante.
Insomma: Samurai Warriors 5 cerca di svecchiare un genere e ci riesce, rinfrescandolo senza snaturarlo, tuttavia c’è assoluto bisogno di novità, ed esplorare altri periodi storici potrebbe essere la soluzione migliore. Dopotutto in un Paese costantemente in guerra come il Giappone non esiste solo l’Era Sengoku…
Pro
- Un'avventura nuova e fresca
- Self-shading apprezzabilissimo
- Due linee narrative che si intrecciano e discostano
- Veloce, aggressivo, struggente
Contro
- Colonna sonora
- Grafica ambientale da rivedere