SaGa Frontier Remastered – Recensione
Parallelamente ai suoi titoli tripla A improntati per lo più sull’innovazione, Square Enix continua a proporre anche diversi titoli di stampo decisamente classico, che siano nuove leve come Octopath Traveler e i titoli di Tokyo RPG Factory, o riedizioni delle sue IP classiche del passato. Negli ultimi tempi la compagnia ha dimostrato di non volersi fermare ai suoi titoli più blasonati, come le remaster dei vari Final Fantasy, ma di voler tentare di far riscoprire anche diversi titoli poco conosciuti come il primo Star Ocean o i primissimi capitoli della serie SaGa.
Soprattutto su quest’ultima serie sembra che Square Enix voglia puntare di nuovo, come abbiamo già notato dalle riedizioni di Romancing SaGa 3 e SaGa: Scarlet Grace. SaGa Frontier Remastered è una nuova opportunità per i giocatori di approcciarsi a questa serie non troppo fortunata e decisamente particolare rispetto ai canoni del genere.
La maggior parte dei JRPG classici immerge i giocatori in un’avventura piuttosto lineare, in modo da mantenere un focus più saldo sulla storia. Non tutti gli sviluppatori giapponesi però sono allineati a questa filosofia, come Akitoshi Kawazu: una delle personalità più navigate e particolari all’interno di Square Enix. Egli è stato il battle designer dei primi due Final Fantasy e in tempi meno remoti il producer di vari titoli come Final Fantasy Crystal Chronicles, oltre a essersi occupato del soggetto di The Last Remnant.
Ma nella sua carriera Kawazu si è dedicato in particolare alla direzione e la sceneggiatura di quasi tutti i capitoli della serie SaGa tendendo al suo ideale di gioco di ruolo, ovvero titoli in cui il giocatore non fosse accompagnato per mano, con storie e possibilità di esplorazione non lineari. In questa prospettiva, SaGa Frontier esibisce una libertà assolutamente non comune per un JRPG, forse anche troppa.
La prima cosa che vi verrà chiesta in SaGa Frontier Remastered sarà di scegliere uno tra gli otto protagonisti disponibili. Ognuno di essi ha la propria storyline ambientata nello stesso mondo, collegata indirettamente con le altre. Le avventure sono sorprendentemente eterogenee in quanto a durata e difficoltà, ma soprattutto per via delle diverse razze e particolarità dei protagonisti stessi.
Sebbene la varietà delle storie principali sia indubbia, purtroppo non si può dire altrettanto sulla loro profondità. La qualità della scrittura e persino la quantità di dialoghi sono piuttosto blande e ben pochi personaggi vengono approfonditi degnamente. Non si tratti di esperienze davvero negative, le storie di per sé sono anche interessanti, solo che faticano a coinvolgere particolarmente.
SaGa Frontier peraltro è un modello ante litteram del tipico problema che avrebbe afflitto più avanti i giochi open world, ovvero la dispersione di ritmo narrativo. Dopo una prima parte introduttiva, il protagonista di turno è lasciato libero di esplorare le varie località del mondo, e può passare anche molto tempo prima che si ritorni sui binari della storia principale, sia perché a volte l’obbiettivo seguente non è sempre chiaro, e sia perché è facile perdersi nelle varie subquest che magari coinvolgono altri personaggi secondari da aggiungere al party.
Da un lato quindi il gioco ha sì il pregio di offrire un approccio innovativo al genere, stabilendo una progressione non lineare e lasciando libero il giocatore di andare dove vuole, arruolare chi vuole e scegliere quando concludere l’avventura; dall’altro, questa corda sciolta attutisce il coinvolgimento narrativo e può portare a una sensazione di smarrimento. C’è infine da considerare che, a differenza delle diverse storyline personali, le subquest e i relativi dungeon collaterali presenti nel mondo sono gli stessi per tutti i protagonisti, quindi completare tutte le loro storie ricominciando tutto da capo inevitabilmente tende alla ripetitività.
Al tempo della sua release originale gli sviluppatori hanno dovuto chiudere e confezionare SaGa Frontier in modo un po’ frettoloso a causa di limiti nelle tempistiche di consegna. Per questo motivo alcune cutscene della storia di Asellus e l’intera storia dell’ottavo personaggio, Fuse (che coinvolgeva anche gli altri protagonisti), erano rimaste tagliate fuori dal gioco finale. La buona notizia è che con l’occasione di questa versione Remastered sono state finalmente incluse.
Anche sul lato del gameplay i giocatori che non hanno mai giocato ad altri SaGa e sono abituati ai JRPG classici rimarranno inizialmente spaesati e dovranno imparare un bel po’ di meccaniche. In primis in SaGa Frontier Remastered le “razze” dei personaggi funzionano in modo diverso tra di loro: gli umani possono utilizzare tecniche e magie, accedere a quasi tutti i tipi di equipaggiamenti e la crescita delle loro stat avviene direttamente dopo ogni combattimento a seconda delle sue azioni (no, niente punti e livelli di esperienza); i robot invece cambiano le stat solo in base agli equipaggiamenti assegnati e possono imparare nuove abilità sconfiggendo altri nemici robotici; infine ci sono i mostri che non utilizzano armi, ma sono capaci di cambiare il proprio aspetto e assimilare le abilità di altri mostri sconfitti. Si tratta di un sistema di sviluppo sicuramente interessante e non banale, se solo il suo funzionamento fosse un po’ più esplicativo. Per capire bene certe dinamiche infatti ci sono due alternative: cercare una guida online o sperimentarlo da sé intraprendendo un lungo percorso di prove ed errori.
Il vero punto di forza di SaGa Frontier Remastered risiede però nel battle system. Già nel 1997 il titolo aveva scelto di accantonare gli incontri casuali e rendere visibili (ed evitabili) i nemici negli ambienti di gioco. Durante le battaglie i personaggi umani possono imparare nuove abilità e il gioco gliele farà utilizzare immediatamente. Sperimentando con le varie tecniche di tutti i personaggi è possibile inoltre scoprire delle Combo di attacchi, e vi assicuriamo che vedere in azione fino a cinque tecniche speciali concatenate è tanto spettacolare per noi quanto doloroso per gli avversari.
A parte la già citata opacità delle meccaniche, l’unico altro problema legato al gameplay è la curva di difficoltà poco bilanciata. Anche senza trascurare gli incontri casuali, a volte ci si può imbattere in avversari perfettamente capaci di radere al suolo il nostro party senza poterci fare molto a riguardo. Evitare questo pericolo dedicandosi a qualche sessione di grinding non è neanche l’opzione ideale, dato che i mostri cambieranno e diventeranno più forti man mano che aumentano le stat dei personaggi.
Anche per questo motivo è particolarmente preziosa la possibilità di salvare in qualsiasi luogo e in particolare la funzione di quick save del gioco ha introdotto un auto-save per evitare di perdere preziose ore di progressi.
La grafica è sicuramente uno degli aspetti che più ha giovato dalla remaster di SaGa Frontier. Nel gioco originale lo stacco tra gli sprite e gli sfondi pre-renderizzati era davvero poco armonico alla vista. Per questa nuova versione sono stati utilizzati degli sprite ad alta risoluzione, coi quali possiamo dire addio ai bordi pixellati; ora è ancor più soddisfacente vedere le animazioni degli attacchi speciali in battaglia. Anche gli sfondi hanno ora una qualità visiva sicuramente migliore, anche se in generale non è stato possibile fare miracoli per quanto riguarda la risoluzione dei dettagli.
La veste grafica rinnovata, compresa dell’interfaccia, è comunque solo una delle migliorie apprezzabili. In SaGa Frontier Remastered sono stati aggiunti inoltre la sempre utile opzione per velocizzare il gioco, una voce nel menu che tiene nota degli avvenimenti della storia e dà un indizio sul prossimo obbiettivo (utile se si interrompe la partita per tempi prolungati) e il New Game+ in cui è possibile mantenere i traguardi ottenuti a discrezione del giocatore.
Dal menu principale inoltre è stata resa disponibile una galleria degli impressionanti artwork a opera di Kōji Tsuda e Tomomi Kobayashi, oltre che una galleria musicale dei brani della colonna sonora di Kenji Ito.
Considerando la qualità e i contenuti di questa remaster, superiori a tante produzioni simili molto più pigre viste in passato, il suo prezzo di 24,99 € ci sembra onesto. Tuttavia si tratta di base di un gioco sicuramente non adatto a tutti. Se siete alla ricerca di un JRPG a suo modo innovativo (per l’epoca) che vi faccia provare qualcosa di diverso dai canoni del genere, e siete preparati a imparare le sue meccaniche poco comunicative, potreste trovare in SaGa Frontier Remastered un titolo imperfetto ma dalla grande personalità. Se invece non siete in vena di imbarcarvi in un gioco impegnativo e narrativamente poco emozionante vi consigliamo di cercare altrove.
Pro
- Approccio innovativo per un JRPG
- Battle system stratificato
- Apprezzabili aggiunte e migliorie
Contro
- Narrativamente poco esaltante
- Meccaniche di gioco poco chiare
- Difficoltà poco bilanciata