Ryse: Son Of Rome – Ryse: Son Of Rome
La software house tedesca Crytek, già nota per aver dato alla luce (nel 2004) Far Cry e (in tempi più recenti) la saga di Crysis, esordisce su Xbox One con Ryse: Son of Rome, controverso action adventure in terza persona ispirato al mito dell’antica Roma e animato, ancora una volta, dal mirabolante motore grafico proprietario CryENGINE 3. Sin dal suo annuncio, il titolo, pubblicato da Microsoft Studios in esclusiva per la nuova console, ha suscitato un coacervo di stupore e perplessità, spaccando letteralmente in due la comunità dei videogiocatori, desiderosi di appurare se, nonostante le molteplici rassicurazioni degli sviluppatori, la sontuosa veste grafica fosse o meno accompagnata da un gameplay altrettanto profondo e curato; timori tutto sommato condivisibili, giacchè le precedenti produzioni dello sviluppatore teutonico (Crysis 3, ndr) ci hanno regalato uno spettacolo visivo assolutamente abbagliante, tanto da imporre prepotentemente nuovi standard grafici, risultando, tuttavia, quantomeno carenti sotto il profilo narrativo e, più in generale, contenutistico.
Nel gioco vestiremo i panni di Marius Titus, giovane soldato romano che, dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia per mano dei barbari, decide di unirsi all’esercito romano in viaggio verso la Britannia.
La sete di vendetta lo porterà a scalare rapidamente i ranghi dell’esercito, fino a divenire un leader e uno strenuo difensore dell’Impero.
Come avrete capito, l’intreccio narrativo non si distingue certamente per originalità, ciononostante si lascia seguire, dipanandosi piacevolmente, complice una discreta varietà di location, e concedendosi, qua e là, qualche colpo di scena.
Qui gladio ferit, gladio perit.
Sul versante del gameplay, Ryse si è dimostrato eccessivamente lineare, implementando un combat system che fa spudoratamente il verso ai Batman di Rocksteady o alla saga di Assassin’s Creed e faticando, quindi, a discostarsi dagli stilemi più tipici del genere.
Nello specifico, il sistema di controllo ruota attorno a quattro differenti tasti: un primo (X) per l’attacco con la spada, un secondo (Y) per rompere con lo scudo la difesa avversaria, un terzo (A) per la parata e un quarto (RT) preposto alla modalità Esecuzione; dopo una serie di colpi ben assestati, sulla testa dell’avversario comparirà un teschio (bianco o rosso) a indicare che il giocatore può attivare un Quick Time Event tramite cui porre fine alla vita del malcapitato premendo, con il giusto tempismo, una determinata sequenza di tasti; ovviamente, il numero di fendenti necessari ad attivarla aumenterà proporzionalmente al livello di difficoltà prescelto e alla tipologia di nemico.
Un espediente che se per un verso esalta la spettacolarità del titolo, con un tripudio di sequenze truculente e sangue, per altro finisce col rendere tremendamente monotona l’esperienza di gioco.
Qualora poi sbagliassimo il QTE, l’esecuzione andrà comunque a buon fine, assegnandoci, tuttavia, un quantitativo inferiore di punti esperienza: a schermo comparirà infatti una valutazione dell’esecuzione (recluta, soldato, centurione e leggendario) variabile anche in funzione del nostro tempismo.
Attraverso la croce direzionale del pad è possibile scegliere quale bonus si vuole ottenere dal buon esito delle esecuzioni: rigenerazione della salute (che vi renderà pressoché immortali), punti esperienza (spendibili per acquistare potenziamenti e nuove esecuzioni), un surplus di danno per i successivi attacchi oppure punti Furia. Proprio sotto la barra della vita, vi è la barra della Furia: una volta riempita, potrete scatenare, attraverso la pressione di RB, la Furia di Marius che produrrà il duplice effetto di rallentare il tempo e stordire gli avversari a schermo.
L’equipaggiamento su cui potremo contare (spada e scudo) resterà il medesimo dall’inizio alla fine dell’avventura; avremmo senz’altro gradito maggiore varietà in tal senso.
Proprio al fine di spezzare la monotonia derivante dagli scontri all’arma bianca, sono state inserite sezioni nelle quali Marius è chiamato a guidare testuggini di legionari, in avanzata sotto il fuoco nemico, e altre che contemplano l’uso del pilum (giavellotto, ndr) o della balista (o scorpione).
Altro aspetto critico è la longevità: per portare a termine la campagna principale occorrono, in media, circa 5-6 ore, suscettibili di aumentare alla massima difficoltà (selezionabile solo dopo aver completato il gioco una prima volta).
Proprio al fine di indurre il giocatore a riprendere in mano il titolo, è stata introdotta un’interessante modalità cooperativa a due giocatori (in parte giocabile anche in singolo) secondo la collaudata formula “dell’orda” resa celebre dalla saga di Gears Of War.
Quanto sei bella Roma!
Come da tradizione Crytek, Ryse presenta un comparto tecnico di prim’ordine, portando in scena uno spettacolo visivo estremamente appagante per dettaglio, pulizia grafica (anche grazie ad un massiccio uso dell’anti-aliasing), quantità di elementi a schermo, illuminazione ed effetti particellari.
Alcuni scorci, soprattutto quando ci si sposta nella foresta, vi faranno letteralmente cadere la mascella a terra.
Molto probabilmente, è l’unico titolo della line-up di lancio di Xbox One che meriti di essere considerato next-gen, perlomeno sotto il profilo meramente tecnico. Appare evidente come Microsoft abbia puntato molto su questo titolo per fornirci un gustosissimo assaggio delle potenzialità della nuova console; quindi, non possiamo che ben sperare per il prosieguo della nuova generazione.
Si segnala, infine, il buon lavoro di doppiaggio svolto per la versione nostrana del gioco.
Alea iacta est
Ryse non è il gioco che molti si aspettavano: al di là del comparto grafico altamente impattante, presta il fianco a numerose critiche, soprattutto sul fronte del gameplay e della longevità.
Ciò premesso, il nostro consiglio è di provarlo comunque, di dargli una possibilità, scevri da pregiudizi, aspettative e pareri altrui, perché, nonostante la sopraccitata ripetitività di fondo, vestire i panni del legionario romano potrebbe rivelarsi un’esperienza davvero esaltante.