Rugby 15 – Recensione
Il rugby spesso non viene considerato dagli sviluppatori di videogiochi come argomento videoludico, eccetto per HB Studios autore di Rugby World Cup 2011 e di Rugby 15, ultimo videogioco dedicato allo sport della palla ovale. Con le console di nuova generazione ci si sarebbe aspettati un salto generazionale rispetto al videogioco uscito sulle console di vecchia generazione, HB Studios ci ha provato anche se il risultato poteva essere di un altro livello, come vi raccontiamo in questa recensione.
Licenze Ufficiali
Un grande passo in avanti viene fatto sicuramente con l’acquisto di numerose licenze dei principali campionati, Aviva Premiership, Top 14, Pro D2 e Pro12 sono infatti completamente licenziati con tanto di rugbisti con i nomi reali, oltre a questo ritroviamo anche alcune squadre dell’emisfero meridionale inserite nella Southern 15 senza licenza. Inoltre ritroviamo anche il 4 Nation e il 6 Nations tuttavia le squadre nazionali sono completamente assenti di licenze e ci ritroveremo in squadra con giocatori inventati, seppure il livello di forza delle squadre rimanga inalterato e rispecchi la reale forza delle nazionali, questo inficia di parecchio il grande lavoro svolto per l’acquisizione delle reali licenze dei campionati. Resta comunque molto vasta la scelta delle squadre, oltre ai club dei campionati licenziati, ci saranno diverse nazionali tra cui scegliere, tra le quali Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa, Italia, Francia, Inghilterra, Galles, Irlanda, Tonga, Samoa, anche se tutte restano senza licenze. Il videogioco contiene comunque un editor per chi volesse rinominare i giocatori anche se da un videogioco di rugby ci si sarebbe aspettato che almeno i nomi dei rugbisti delle principali nazionali avessero il nome reale.
Come detto un punto di forza di Rugby 15 è dato dalle numerose licenze delle squadre di club che ritroviamo anche nelle modalità che il videogioco ci mette a disposizione. Oltre alle classiche amichevoli, in cui potremo decidere la durata dei tempi, il livello di difficoltà e altre caratteristiche come l’orario, le condizioni, il vento e le regole, il videogioco dispone della coppa personalizzata, in cui inserire squadre di club e nazionali, e le modalità relative ai singoli campionati che vi abbiamo elencato, oltre all’European Trophy in cui sono racchiuse le migliori squadre europee. Quindi niente online e comparto multiplayer limitato al gioco offline limitano di molto la già non vasta scelta di questo videogioco.
Alla Conquista Della Meta
Il gameplay di Rugby 15 non mostra dei grandi miglioramenti rispetto a Rugby World Cup 2011, infatti le azioni verranno svolte dai soliti tasti, la levetta sinistra con cui muovere il giocatore, la levetta destra con cui eseguire le finte, il tasto del passaggio e il tasto del lancio lungo. Anche se la possibilità di cambiare le tattiche in attacco e in difesa viene offerta, in sostanza le differenze sono ben poche e quindi ci ritroveremo a passare la palla e correre verso la meta con il nostro giocatore veloce e in difesa ci basterà muovere il cursore verso l’avversario con il pallone per fare un placcaggio in automatico, quindi ci ritroviamo a giocare un titolo in pieno stile arcade e in cui le scelte già limitate non influiscono sul risultato. Le azioni dove avremo un minimo di scelta sono le rimesse laterali, che ci daranno la scelta del ricevitore, con un passaggio al nostro giocatore frontale, a quello centrale o a quello indietro, dovendo effettuare la scelta con il giusto tempismo per non farci rubare il pallone e le mischie in cui una volta recuperato il pallone potremo scegliere se passarlo, correre o fare un lancio lungo. Le mischie nonostante questo sono fortemente limitate e il solo uso della levetta destra e del tasto per il passaggio ci consentono di recuperare la palla scegliendo la giusta scelta di tempo per non commettere delle violazioni. Le azioni del videogioco, rucks, mischie, maul e touche sono quindi limitati a un semplice minigioco in cui la scelta del tempo è fondamentale per recuperare palla o commettere una violazione che può portare dal cartellino giallo a una espulsione. Il sistema dei calci in movimento è comunque vario dato che potremo decidere fra quattro tipi di lancio in base al tasto schiacciato, punt, up and under, grubber e chip, tuttavia la direzione del lancio non sempre sarà precisa e anche nelle realizzazioni del calcio di punizione a volte ci ritroveremo a sbagliare a causa dell’imprecisione nei comandi di gioco.
La telecronaca di Stuart Barnes risulta spesso imprecisa con commenti anche fuori azione e questo è un altro punto in cui la serie deve continuare a lavorare.
Quello che forse riesce ad alzare il livello del titolo è la presenza di un multiplayer offline a quattro giocatori che rende sicuramente più divertenti le partite rispetto al gioco con la CPU che come detto a volte tende ad avere dei cali di intelligenza permettendoci anche con squadre di basso livello di riuscire a battere gli All Blacks anche ai livelli di difficoltà alti.
HB Studios cerca di colmare le lacune di Rugby World Cup 2011 con questo nuovo titolo non riuscendo tuttavia a migliorarsi sia a livello di gameplay con un sistema di gioco facilitato, che a livello tecnico dove grafica e sonoro sono sotto le aspettative, cui vanno aggiunte le scarse modalità che limitano di molto un’offerta già di abbastanza deludente. Questo si aggiunge alla mancanza delle licenze delle squadre nazionali. Rugby 15 riesce tuttavia a non deludere per quanto riguarda le licenze delle squadre di club in cui ritroviamo i principali campionati e a un multiplayer che cerca di rendere meno noioso il comparto offline. In definitiva riteniamo che HB Studios abbia ancora molto da lavorare per riuscire a regalare ai fan del rugby un videogioco degno di essere giocato.