Road 96 – Recensione

Road 96 è un videogioco di avventura prodotto da Digixart uscito nel 2021 su PC e Nintendo Switch, che ha finalmente visto la luce anche sulle altre console old e next-gen come PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5 e Xbox Series S/X. Lo studio indie ha ottenuto la collaborazione di diversi editori come Koch Media, Ravenscourt e Plug In Digital, testimoniando una qualità davvero di gran livello per una software house indipendente.

Il traguardo è il viaggio, non la meta

Il gioco è ambientato nella città immaginaria di Petria, dove la situazione generale, purtroppo, non è delle migliori. Ondate di giovani stanno percorrendo la Road 96 per sfuggire a un regime dittatoriale repressivo. Al confine, vere e proprie squadre di poliziotti li aspettano per impedirgli di scappare. Lungo la storia incontrerete criminali, giornalisti, poliziotti e personaggi della vita di tutti i giorni, come ad esempio un camionista. Uno di questi giovani, siete voi. Il vostro obiettivo è quello di fuggire a nord, dove vi aspetta il confine e la tanto sospirata libertà. Pensate sia semplice? Tutt’altro. Avete le tasche vuote e siete soli in un ambiente che non fa nulla per semplificarvi la vita. Tutto dipende da voi e dalla strada che deciderete di percorrere.

Lo sappiamo già cosa state pensando, anche perché è esattamente ciò che abbiamo pensato noi quando abbiamo fatto partire il gioco la prima volta: titoli così, rischiano di diventare presto ripetitivi. In effetti, dopo qualche ora, l’aver ormai padroneggiato le meccaniche consente di procedere praticamente a occhi chiusi, applicando il pattern consolidato per interagire, fare le scelte giuste e portare il personaggio alla fuga. Sì ma allora perché questo gioco dovrebbe meritare l’acquisto? Beh, perché Road 96 è uno di quei giochi che non punta sull’effetto esplosivo dell’approccio in prima istanza ma si insinua nell’anima e nella testa istante dopo istante, scena dopo scena. Mentre siete lì a muovervi e a interagire tra un intermezzo e l’altro, con una bella colonna sonora incisa su una cassetta trovata in qualche scrivania o regalata da qualche personaggio lungo il cammino.

Ogni singola run vi porterà a compiere il viaggio per intero. Ogni run è divisa in scene della durata di una quindicina di minuti al massimo e, grosso modo, potreste arrivare alla fuga in un’oretta di gioco. Sì ma ogni run è diversa e ogni ora vi porterà nuove domande e insegnamenti da applicare. Abbiamo ripetuto il viaggio svariate volte e sì, dopo un po’ diventa ripetitivo. E allora? Ripetitivo non vuol dire per forza “noioso”, perché ogni volta che siamo ripartiti da zero, le cose sono andate in maniera decisamente diversa. La prima run è la chiave di volta, la fantomatica “pillola rossa”. Finisce, lasciandoti sbigottito. Raggiunto l’obiettivo del gioco c’è, inevitabilmente, la soddisfazione. “Dai, non è stato poi così difficile”… ma dura poco, pochissimo. Il tempo che la soddisfazione di un attimo lasci spazio alla prima domanda che Road 96 vi presenta dopo un’ora in cui, piano piano, ha iniziato a entrarvi dentro: come sarebbe andata la storia se avessi preso altre decisioni? E, senza rendervene conto, lo avete già rigiocato quattro volte.

All’inizio di ogni run, potete scegliere tra tre diversi personaggi. Ognuno di essi ha caratteristiche diverse. Durante il gioco, potete decidere di apprendere e affinare alcune abilità piuttosto che altre: volete puntare tutto sulla diplomazia? Potete farlo, se diventate bravi il gioco vi sblocca alcune alternative di dialogo che modificano marcatamente la storia. Vice versa, volete puntare su un approccio più furtivo e da investigatore? Benissimo, potete scassinare porte e serrature, in modo tale da aver acceso a zone della mappa dove reperire informazioni. E, così facendo, ogni viaggio diventa diverso da un altro. Ogni personaggio incontrato ha una sua storia, ha le sue esperienze e le sue peculiarità. E, ogni volta che li incontrate di nuovo, scoprite qualcosa in più che vi porterete dietro. Al netto di qualche stereotipo di troppo sulla costruzione delle personalità incontrate durante il gioco, l’obiettivo di farvi riflettere e ragionare su diversi aspetti della realtà è perfettamente centrato.

Grafica e Audio

Nonostante si tratti di uno studio indipendente e di un titolo che non ha alcuna velleità da tripla A, il comparto grafico di Road 96 non lascia affatto a desiderare. Come detto in apertura di articolo, questo tipo di giochi è concepito per lasciare qualcosa nel giocatore, facendogli vivere emozioni ed esperienze interiori decisamente particolari e interessanti. Il comparto audio è decisamente ben orchestrato sia con la storia che con la grafica: davvero bella l’idea delle cassette collezionabili, sulle quali sono registrati brani che possono essere riprodotti sui vari apparecchi da riproduzione disseminati nel gioco. Le ambientazioni e i giochi di luce sono decisamente apprezzabili, si fondono con la colonna sonora e danno origine a qualcosa di decisamente suggestivo e perfettamente in tema con il messaggio.

Road 96 è un titolo da provare assolutamente. Non fatevi bloccare da una grafica evidentemente non all’altezza dei titoli blasonati o da qualche difetto tipico di questa categoria di giochi. La situazione attuale a livello internazionale è il companatico perfetto di un’esperienza di gioco simile. I temi trattati all’interno, infatti, sono di attualità anche per noi. Il concetto di fuga da un regime, il concetto di ribellione, il doversi approcciare a persone che hanno deciso di non pensarla come noi. Giocatelo, vi lascerà senz’altro qualcosa e vi si aprirà un mondo. Dopo svariate run fatte, potreste rendervi conto che quel camionista che continua a mettervi in guardia siete proprio voi, che con la giusta esperienza riuscite a evitare situazioni scomode e trabocchetti. Stesso discorso vale per la poliziotta Fanny in crisi di identità e con una divisa sempre più pesante da dover portare. Siete sicuri che, al suo posto, non vi porreste le stesse domande?