Rise of the Argonauts – Recensione Rise of the Argonauts
Approda la Argo sulle nostre console
Ci eravamo già trovati, poco tempo fa, a parlare dell’anteprima di questo mitologico titolo. Le attese sono finite, le porte dell’Ade spalancate ed i cancelli dell’Olimpo aperti, e rieccoci nuovamente a parlare di questo Rise of the Argonauts. Ci eravamo lasciati con un dubbio, un piccolo enigma che ci faceva chiedere: cosa dovremo aspettarci da questo gioco della Liquid Entertaiment? Saturi di un’abbuffata di titoli mitologici, prima tra tutti la bellissima saga di God of War, abbiamo oramai assimilato e fatto nostre tutte le storie che parlano di semidei, eroi, divinità e mostri infernali. Ciò nonostante, esse non smettono di affascinarci, stregarci e rapirci. Questo Rise of The Argonauts saprà dimostrare il suo valore da prode? Oppure, come non vorremmo che accadesse, ci troveremo dinnanzi ad un eroe stanco e malandato pronto al massimo per qualche ora di passatempo e nulla più? Prima di dare un verdetto definitivo, addentriamoci un po’ nell’ellenistico mondo di Rise of the Argonauts, disponibile per X-Box 360, Playstation 3 e Personal Computer.
La ricerca del Vello D’oro tra mille avventure
Giocatori veterani, esperti, o semplici appassionati, sappiamo tutti che, bene o male, quando un gioco si basa così alla lontana su una trama vecchia e famosa il pericolo di rimaneggiamento è sempre in agguato. Anche in questo caso i timori si sono rivelati fondati ma, c’è da dirlo, questo non è un punto negativo. Intanto introduciamo un po’ la storia.
Il mitico eroe Giasone, vincitore di mille battaglie, perde la moglie Alcmene nel giorno delle nozze, trucidata barbaramente. Il suo dolore e la sua insensata voglia di rivincita lo portano ad intraprendere un cammino tutt’altro che semplice. Trovare il vello d’oro, l’inafferrabile reliquia, e riportare in vita l’amata Alcmene. Un cammino molto più facile a dirsi che a farsi. E così, varata la leggendaria nave Argo e riunita una ciurma di tutto rispetto, il nostro eroe salpa per l’Egeo, il Mediterraneo e tutte le isole più misteriose dove piede umano si sia mai posato. Seguito da Ercole, Filottete, Atalanta e altri immortali eroi, Giasone dovrà vincere avventure senza pari prima di raggiungere il vello d’oro. Questo almeno sulla carta perché, se la narrazione e la trama sono passabili e tutto sommato avvolgenti (grazie anche ad un atmosfera da poema epico ben riuscita), non si può dire ugualmente di tutto il resto dell’armamentario.
Parla che ti accresci
L’elemento che aveva fatto ben sperare di questo Rise of the Argonauts era l’implementazione di un assortita scelta di dialoghi che sarebbero stati la colonna portante del gioco durante l’avventura. In effetti di questi ce ne sono molti, moltissimi, amalgamati per le numerose locazioni che ci capiteranno di visitare. In questi luoghi arcani non solo troveremo nuovi compagni da imbarcare nel nostro viaggio, ma potremo dialogare con un’infinità di personaggi non giocanti, tra i quali fattori, cittadini e via discorrendo. Tutto questo parlottare, oltre a fornirci missioni secondarie, permetterà anche di migliorare i nostri parametri.
Gli sviluppatori hanno azzardato un innovativo sistema di crescita incentranto sui dialoghi e sulle varie scelte che saremo portati ad attuare, accantonando menù e tendine varie. Se ci mostreremo furbi e calcolatori vedremo innalzarsi la nostra intelligenza, mentre se prediligeremo la grinta sarà la nostra forza a subire un balzo in avanti. Tutto questo verrà coadiuvato anche dalla buona portata termine di quest e missioni, che ci permetteranno di ingraziarci questa o quell’altra divinità. Non c’è da dimenticare, infatti, che Rise of the Argonauts è ambientato nel magico mondo delle leggende greche, popolato da divinità e mostruosità. Gli dei presenti in questo titolo saranno quattro: il bellicoloso Ares, che potenzierà il nostro attacco con la mazza; la saggia Atena, che renderà più rapidi gli attacchi con la lancia; Mercurio, che aumenterà le nostre difese; Apollo, che ci farà ottenere varie abilità di supporto. Tutto sommato, il sistema ponderato dalla Liquid Entertaiment non è malvagio, portando una ventata d’aria fresca ad un titolo che ne necessita parecchia. Nonostante la voglia di innovare e malgrado una buona possibilità di personalizzazione del nostro eroe, il gioco non si dimostra però in linea con le novità presenti, mostrando un gameplay altalenante e confusionario.
Gli eroi sul campo di battaglia
Essendo un titolo action non poteva mancare la panoramica sulla giocabilità e il sistema di battaglia di Rise of the Argonauts. Partiamo subito col dire che, nonostante una serie di spunti interessanti come il power up a base di dialoghi, il gioco si perde come una barchetta nell’oceano dell’immensità quando è l’ora di scendere in campo e brandire la spada. Il nostro prode Giasone, come ogni eroe che si rispetti, sarà dotato di una buona abilità battagliera, potendo usufruire di ben tre armi diverse: lancia, spada e mazza. Le tre armi, che saranno intercambiabili grazie ad una semplice pressione di un tasto, ci daranno la possibilità di scagliare due attacchi diversi contro gli avversari. Uno veloce ma debole ed uno poderoso ma lento. Nonostante questi accorgimenti, le combo attuabili saranno sempre poche e banali, togliendo gran parte del divertimento alla battaglia. Se a tutto questo poi aggiungiamo un’intelligenza avversaria a dir poco ridicola e semplicistica che verrà frenata da qualche intoppo, allora molto del divertimento sfuma davvero velocemente. Senza parlare poi della trovata di rallentare la fase finale dei combattimenti, idea che rovina le già precarie fasi di lotta, rendendole lente e frustranti. Niente di nuovo anche nell’implementazione di un aiuto da parte dei vari componenti della nostra ciurma. Potremo infatti usufruire del supporto bellico di numerosi eroi, tra i quali Ercole, Filottete, Atalanta, ecc.ecc., la cui gestione però risulta davvero frammentaria e ben calibrata, rivelandosi un mero aiutino nelle fasi più concitate. Un sistema, dunque, che non aggiunge niente al frenetico “premi veloce il tasto per uccidere il nemico” che Rise of the Argonauts è fiero di sfoggiare.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista della tecnica Rise of the Argonauts sfigura (e non poco) di fronte a colleghi molto più dotati e blasonati. Se il sistema poligonale dei vari personaggi può ancora passare, quello dei vari ambienti risulta quanto mai semplicistico e sotto dotato. E’ possibile mai che siamo tornati indietro? A vedere questi ambienti squadrati e mal calibrati, nonché spogli e mal gestisti, verrebbe davvero da chiederselo. Una next generation poco next dunque, con architetture davvero sotto tono e poco evocative (alla faccia dell’antica Grecia). Non aiuta nemmeno la gestione delle texture, la maggior parte delle volte brutte e riciclate, che finiranno per rendere ancor più piatto l’aspetto visivo del titolo. Certo, alcune cose come gli effetti di luce e le ombre sembrano ben congeniate, ma poca roba rispetto alla marea di imperfezioni e imprecisioni che sembrano costellare il titolo.
Anche se non brilla dal punto di vista grafico non siamo comunque a livelli disastrosi, e sarà comunque possibile godere, anche se per poco, di qualche ambiente ben riuscito, di qualche personaggio ben caratterizzato e di qualche mostro accattivante e terrorizzante. Cosa più unica che rara però. Dal punto di vista musicale niente di che, anche se alcune tracce che ci accompagneranno lungo il cammino saranno in linea con l’ambientazione epico-ellenistica del titolo. Degno di nota, infine, il doppiaggio italiano, mai sottotono e mai banale, capace di sollevare un poco le tragiche sorti di questo titolo.
Per concludere
Questo Rise of the Argonauts aveva fatto sperare bene, inserendosi con forza in un panorama più che affollato come quello epico avventuroso, portando dalla sua una dose di innovazione che aveva fatto parlare. Ora, finalmente sotto le nostre critiche mani, possiamo ben dire che tutto quello che poteva essere Rise of the Argonauts non è stato. Un’operazione fallita dunque, che potrà divertire in virtù di qualche idea ben assestata e del genere di gioco che potrebbe, o meno, piacere e divertire. Per tutti quelli che non amano alla follia un sistema ruolistico poco accentuato e un sistema di combattimento scoraggiante e noioso, questo Rise of the Argonauts si dimostra una sonora delusione.
Addio mitica Argo, affondata nei mari della videoludica concorrenza.