La nuova proprietà intellettuale di Deep Silver ha un’ambientazione alla Sons of Anarchy piuttosto originale o quantomeno mai sfruttata a dovere nel mondo dei videogiochi, fatto salvo il caso di Full Throttle di Lucasiana memoria, e poteva essere un action game con inserti di guida di sicuro successo. Anche l’incipit del plot delle prime battute sembrava far ben sperare per un titolo di livello ma la realtà, dopo soli pochi minuti, si trasforma ben presto in un incubo e Ride to Hell si dimostra per il titolo abbondante di lacune che è.
Jake torna a casa
Dopo ben quattro anni passati a combattere in Vietnam, Jake Conway ritorna finalmente a casa e può riabbracciare così il fratellino Mikey e lo zio Mack. Tutto è cambiato però e la Retribution, la gang di motociclisti fondata dal padre di Jake negli anni Settanta, ha perso parecchio smalto e non controlla più le strade degli Stati Uniti come un tempo: la banda rivale dei Devil’s Hand ha infatti preso il sopravvento con i suoi omicidi efferati e il suo traffico di droga. Jake rappresenta ancora un simbolo e quindi gli scagnozzi della Devil’s Hand decidono di eliminarlo, tagliandogli la gola e sparandogli. Il veterano però sopravvive e, una volta superato il momento difficile in ospedale, decide di eliminare una volta per tutte ogni singolo membro della gang rivale. La caccia è quindi aperta.
Dalla teoria alla pratica
Come già anticipato nell’introduzione della recensione, il gioco sarebbe potuto diventare una vera e propria killer application grazie ai suoi elementi potenziali di picchiaduro, third person shooter e guida su potenti motociclette alla Road Rash. Il titolo però fa acqua da tutte le parti, evidenziando enormi carenze sia sotto il profilo della direzione, con i continui flashback che altro non fanno che spoilerare importanti elementi della trama, che della pulizia fino al design generale.
La storia può durare dalle sei alle otto ore e avremo a disposizione anche un hub in cui selezionare e rigiocare le varie missioni. Il gameplay è basato su due sezioni distinte ossia la caccia ai membri della gang avversaria, da eliminare a suon di pugni oppure molto più comodamente con un’arma da fuoco, e la fase di guida e di inseguimento in moto in cui dovremo superare gli ostacoli sul percorso e fare a sportellate con i motociclisti della Devil’s Hand. Soprattutto queste fasi in moto dimostrano le mancanze più gravi a causa di una fisica inesistente, un grado di sfida nullo e una ripetitività realmente fuori dal normale. Meglio le fasi di combattimento corpo a corpo che, benché caratterizzate da un sistema piuttosto elementare basato dalla pressione di soli due tasti ovvero rottura della guardia e pugno, vedono un buon uso della fisica soprattutto per quanto concerne gli impatti. In questo caso potremo perfino utilizzare elementi dello scenario per sbarazzarci dei nemici. Il sistema di combattimento delle armi da fuoco mutua invece il sistema di coperture alla Gears of War anche se i risultati sono decisamente diversi. A inficiare ulteriormente le sparatorie ci si mette anche l’intelligenza parecchio scarsa dei nemici che si ritroveranno molto spesso a sparare inspiegabilmente contro un muro.
C’era una volta la Playstation 2
L’analisi del comparto tecnico di
Ride to Hell Retribution è liquidabile in maniera parecchio facile: sembra un gioco per Playstation 2 e neanche dei migliori a dire il vero. I modelli poligonali sembrano vecchi di almeno cinque anni e i cali di framerate sono praticamente una costante, persino, cosa inspiegabile, nelle cutscene di mediocre fattura. Neppure le ambientazioni si salvano minimamente, anonime e scadenti come non mai. Si salva in corner almeno il comparto sonoro con un buon doppiaggio in inglese e una colonna sonora hard rock azzeccata.
In conclusione
Questo titolo fallisce praticamente su tutta la linea, come spesso accade nel caso di progetti cancellati e poi riesumati solo in un secondo momento. Il gioco è afflitto da gravi problemi di direzione generale così come di realizzazione pratica e nonostante le buone intenzioni del team di sviluppo, l’ambientazione particolare e le diverse sezioni di gioco Ride to Hell Retribution è candidato a pieno titolo come peggior titolo dell’anno. Evitatelo come la peste.