Rez Infinite – Recensione
Rez Infinite, lo sanno bene anche le mura di casa vostra, è l’ultima tappa di una gloriosa serie di videogiocose puntate che hanno contribuito a cementare il franchise futuristico nipponico nella leggenda. Ogni differente edizione del capolavoro firmato da Tetsuya Mizuguchi è divenuto simulacro di un’idea che, da quindici anni a questa parte, non smette ancora di stupire. L’attrattiva principale di Rez Infinite nel caso specifico e senza fare troppi giochi di parole, è costituita dal supporto totale e totalizzante a PlayStation VR, strumento di perdizione funzionale atto a veicolare quella giocosa esperienza mesmerizzatoria che, per bocca del suo stesso creatore, bit dopo bit appropinqua la mandibola al pavimento, divenendo sinestesia.
Diretta evoluzione in musica di Panzer Dragoon, Rez Infinite impressiona i sensi e galvanizza l’homo ludens, proiettandolo in una dimensione virtuale che trasuda Tron da ogni anfratto binario. Il gameplay, ancorato alla necessità di agganciare i bersagli nemici (neanche si vestano le metalliche spoglie dell’F-14 Tomcat di After Burner), profuma di freschezza e di sincera riverenza per i classici del passato, strizzando l’occhio persino al fantabuloso Space Harrier. E mentre un panta rei di esplosioni e missili vettoriali popola il video, l’ipnotico audio generato in real time da Rez Infinite pompa prepotente contro i padiglioni auricolari del fruitore, donando all’intera esperienza profondi connotati ritmici. Nostalgia canaglia? Soltanto sincera ammirazione.
A ogni sua riproposizione, Rez è riuscito dove molti altri hanno spesse volte fallito: rinnovarsi. Come una creatura mutante, l’avvolgente opera generata in Sega ha saputo dare un senso compiuto a ogni sua singola manifestazione. Prima canto del cigno di Dreamcast, poi punta di diamante di Xbox LIVE Arcade su Xbox 360 e ora splendido apripista di una nuova pagina del videogioco casalingo, foriero com’è di spiccate novità mirate allo sfruttamento intensivo del caschetto VR di Sony.
Piuttosto che limitarsi a servire la solita minestra riscaldata, infatti, Enhance Games ha pensato bene di introdurre Area X, un’ulteriore dimensione ludica all’interno della quale bastonare nemici a destra e a manca. Caratterizzata da un maggior grado di libertà, questa macro sezione sembra studiata appositamente per PlayStation VR (pur essendo fruibile anche senza), contribuendo ad accrescere la non elevatissima longevità del gioco, aumentata di qualche punto pure dalla perenne rincorsa alla partita perfetta.
Considerando il lato prettamente tecnico, lo splendore artistico di Rez Infinite travolge persino il meno sensibile dei videogiocatori. Merito del suo caleidoscopico abbondare di effetti speciali, tutti impreziositi da decise tonalità acide. E non importa quale hardware abbiate in dotazione: Rez Infinite è visivamente splendido sia se giocato in maniera tradizionale, sia inforcando PlayStation VR, e la promessa modalità 4K, votata a sfruttare le caratteristiche hardware dell’imminente PlayStation Pro, è soltanto l’ennesima conferma di quanto l’antologica opera oggetto di questa review sia ready for the future.
Rez Infinite rappresenta, in buona sostanza, la concretizzazione di uno dei sogni bagnati più cari ai fan Sega, nonché la prima, vera killer application per PlayStation VR. La tentazione di avvicinarsi alla console si fa prepotentemente forte. L’invito a indossare per l’ennesima volta l’elmetto prodotto dal colosso di Tokyo diviene improvvisamente irresistibile. Avvio una nuova partita: è grido di gioia, lo spasmo. Prosit.
Pro
- Tecnicamente sublime
- Divertentissimo
- L'Area X
- In VR è il massimo
Contro
- Non molto longevo