Resistance: Retribution – Recensione Resistance: Retribution
Resistance: Retribution si pone a metà tra il primo capitolo, Fall o Man, ed il secondo, svolgendo la funzione di ponte per le trame dei due episodi. Nei panni dell’ex marine britannico James Grayson, eccoci nuovamente nel vecchio continente dopo la digressione americana di Resistance 2, distrutti dalla morte del fratello perito per mano sua dopo un incidente in un centro di conversione Chimera, nel quale stava per trasformarsi. Questo episodio porterà Grayson sull’orlo della follia, tanto da farlo sbattere in prigione con l’accusa di distruggere ogni centro conversione che gli capiti a tiro. Ma quando la minaccia Chimera sembra farsi nuovamente tangibile, ecco che il nostro eroe viene ripescato dalla sua cella e costretto ad unirsi al gruppo di ribellione europea chiamato Maquis. Grayson, nuovamente libero, avrà la possibilità di vendicare il fratello e placare la sua rabbia. Ecco che inizia così la guerra per la riconquista del continente europeo dalle grinfie dei Chimera.
Questo, in parole povere, l’incipit del gioco, ambientato a cavallo degli anni 40 e 50 in un’ipotetica storia alternativa dove la minaccia Nazista non è mai esistita, soppiantata dal germe alieno dei Chimera. In definitiva, la trama di Retribution potrebbe essere vista come un pretesto, ben riuscito, per catapultare il giocatore all’interno dell’azione di gioco. Ben riuscito perché, a parte tutto, il mondo in cui ci troveremo a lottare sarà ben curato, con una background abbastanza credibile e dei filmati di intermezzo davvero godibili. Eccettuando questo aspetto, non troveremo grandi personaggi, grandi eventi ed un grande plot, perché Resistance: Retribution punta, come i suoi predecessori, al gameplay puro e semplice.
Dalla prima alla terza persona
Come accennato poco più su, gli sviluppatori hanno optato per l’abbandono totale della prima persona per abbracciare il mondo degli shooter in terza. La scelta è decisamente condivisibile, visto che le limitatezze tecniche della console portatile Sony (limitata solo in confronto alla sua sorella PS3 e alle altre console Next Gen) non avrebbero permesso un’azione di gioco fluida e veloce come quella dei due Resistance precedenti. Se la scelta è comunque ponderata, questo cambio di prospettiva influenza, e non poco, la giocabilità del titolo. Ci troveremo in mano un prodotto limitato rispetto al passato; dimenticate fughe rocambolesche, sparatorie tattiche e lingue di fuoco imprevedibili, perché in questo Retribution gli scontri diverranno un mero susseguirsi di azioni statiche e per niente tattiche, ancor più intaccate da un’idea pessima, quella della mira assistita. Con la voglia di creare un prodotto destinato a tutti, i ragazzi di Sony Bend hanno abbassato la difficoltà media del titolo, da prima inserendo una IA nemica confusionaria nonostante la velocità d’azione, e dall’altra un sistema di mira assistita che ci indirizzerà facilmente verso il bersaglio, togliendo gran parte della difficoltà insita in uno shooter: la mira. Tutto questo porta ad un abbassamento esponenziale della difficoltà media del titolo, cosa che potrebbe levare parte del divertimento ai giocatori più navigati o a chi predilige una sfida, se non impegnativa, almeno divertente.
A dar man forte al senso di ripetitività del titolo, ecco che gli sviluppatori hanno avuto un’altra infelice idea, ossia quella di inserire i punti di salvataggio solo alla fine di un determinato stage di gioco. Se il concetto di base è quello di aumentare la difficoltà, nella realtà quest’idea porterà ben presto a frustrare il giocatore, che si troverà costretto a ripetere lunghe sessioni se dovesse cadere sotto le orde nemiche (certe dureranno anche un’ora o giù di lì). Inutile dire che la scelta toccherà ancor più le corde della ripetitività, non aumentando affatto la difficoltà del titolo e abbassando ancora il fattore divertimento. Se poi ci infiliamo anche il reparto controlli, che si riveleranno abbastanza macchinosi, allora Retribution non vince sul lato gameplay.
Le coperture saranno indispensabili
Se la modalità in singolo si rivela sotto tono e decisamente deludente, ecco che a stupire ci pensa il multiplayer che, a sorpresa, si dimostrerà accattivante e davvero riuscitissimo. In un panorama come quello moderno, dove giochi di questo genere puntano spesso sulla componente multi, Retribution non poteva non dire la sua, presentando così una modalità in multiplayer davvero ben riuscita. Finalmente online, eccoci pronti a scegliere gli ormai celebri ingredienti: Deathmatch, Ruba bandiera e Free for All, tutti classicissimi stilemi del genere, ma capaci di donare quel senso di velocità, imprevedibilità e divertimento ai quali la saga ci aveva abituati e che sono ben accetti su PlayStation Portable.
Nonostante tutto, il videogame si dimostra divertente se preso con le giuste misure e con le giuste pinze. Se pensate di giocare un Resistance portatile vi sbagliereste e ne rimarreste delusi, ma se invece provate a scendere a patti, allora potreste trovare divertente questo Retribution, capace di incollare allo schermo sopratutto in virtù di un riuscitissimo Multiplayer.
Uno scenario di guerra tascabile
Dopo una giocabilità abbastanza deludente, ecco che il titolo mostra tutto il meglio di sé nello stupendo comparto tecnico. Graficamente parlando ci troviamo davanti ad un lavoro eccelso, capace di stirare quasi al massimo le potenzialità della console portatile Sony, ben più potente rispetto al suo collega DS. Strutture poligonali complesse, texture davvero esemplari, effetti di luce ben riusciti ed effetti particellari davvero entusiasmanti si fondono con una direzione artistica impeccabile, fatta di colori morti, monocromatismo, devastazione e senso di angoscia, cosa che si sposa alla perfezione con l’ambientazione di Resistance. Infine, le animazioni risulteranno più che brillanti, sottolineando l’immensa cura e le proporzioni maestose di questo titolo portatile. Tutto ciò porta sicuramente a passare sopra i difetti, a volte non proprio marginali, del gameplay, incantando il giocatore lungo tutta l’esperienza di gioco. Non si può che applaudire, dunque, ed esaltare il comparto grafico di Retribution come uno dei migliori presenti sulla console portatile Sony.
Scendendo velocemente nei meriti del sonoro, niente di eccezionale, ma comunque la cura del comparto tecnico si sente anche qui. Le musiche scandiranno magnificamente i vari momenti di gioco, alzando il ritmo durante gli scontri e abbassando i torni nelle fasi meno concitate e votate all’esplorazione. Il senso della colonna sonora è quello delle grandi produzioni americane. Anche il doppiaggio fa sentire il suo peso, mostrandosi interamente in italiano. C’è da dire che ultimamente i doppiaggi italiani stanno migliorando la loro qualità, e in questo Retribution si sente appieno.
Che lugubre atmosfera!
Si consiglia questo Resistance: Retribution ai fans della saga, che dovranno però scendere a patti con un approccio differente, e a tutti gli amanti del genere possessori di una PSP.