Resident Evil Revelations 2 – Contemplazione
Pochi giorni fa abbiamo messo per iscritto tutte le nostre impressioni sul primo capitolo di Resident Evil Revelations 2 (che potete leggere cliccando qui). Oggi è venuto il momento di fare lo stesso con il secondo capitolo, intitolato “Contemplazione”.
Deja vu
Per quanto ci faccia ogni volta piacere mettere le mani su un nuovo titolo targato Resident Evil, bisogna ammettere che buona parte delle sensazioni che abbiamo provato giocando al secondo episodio di Resident Evil Revelations 2 sono state contrastanti: in sintesi, un misto di già visto con (fortunatamente) qualche piccolo colpo di scena in grado di tenere alta l’attenzione. L’episodio si apre con la tipica atmosfera alla The Walking Dead – parliamo della serie TV, non del fumetto o del videogioco di Telltale – con un gruppo di personaggi di Terra Save intenti a salvarsi dalle grinfie di un gruppo di famelici non morti. Questi personaggi fanno parte del cast di comprimari della storia di Claire e Moira, che fanno ben presto la loro comparsa per permettere al giocatore di continuare a vivere le loro vicende dopo il colpo di scena che ha chiuso l’episodio precedente: durante l’ora circa di durata dell’avventura dedicata alle due protagoniste femminili si farà luce sui braccialetti che queste si sono ritrovate al polso e sul come le due abbiano incontrato la piccola Natalia.
La seconda ora di avventura – anche in questo caso la longevità dell’episodio si attesta intorno alle due ore, leggermente sbilanciate in favore di Claire – riporta invece il giocatore nei panni di Barry Burton che, sempre in compagnia di Natalia, è ancora alla ricerca della figlia Moira. Se prima abbiamo citato The Walking Dead, pensando alla campagna di Barry non possiamo fare a meno di notare le similitudini con The Last of Us: un barbuto protagonista accompagnato da una giovane ragazzina, un mondo di gioco popolato da infetti e una serie di sezioni da affrontare in modalità stealth per non sprecare inutilmente proiettili sono tutti elementi distintivi che hanno reso grande il pluripremiato prodotto videoludico dei Naughty Dog e che ritroviamo anche in Resident Evil Revelations 2. Aggiungeteci la novità del crafting (bende, fumogeni ed esche esplosive sono gli oggetti realizzabili in questo secondo episodio raccogliendo gli elementi sparsi per il mondo di gioco) e capirete come davvero i punti in comune con l’avventura di Joel ed Ellie siano molteplici. Non stiamo criticando la scelta, quanto piuttosto evidenziando come Capcom abbia preferito offrire un prodotto molto vicino alle richieste dei videogiocatori moderni senza rischiare, restando quindi su un terreno già ben battuto e rodato piuttosto che osare con l’inserimento di meccaniche di gioco innovative. Entrambe le avventure, comunque, procedono in modo fluido e ben narrato: la maggior parte delle volte succede quello che ci si aspetta che succeda, anche se quanto scoprirà Barry alla fine dell’episodio vi lascerà certamente con il fiato sospeso: come la miglior serie tv anche questo secondo episodio si conclude con i protagonisti in bilico tra la vita e la morte dopo aver svelato un inquietante mistero sul principale antagonista di questo RE.
Burton 2, Redfield 0
Il gameplay non offre spunti particolarmente innovativi rispetto a quanto già visto nel primo capitolo, se non per la presenza della trivella: nei panni di Claire sarà un alleato controllato dall’IA a utilizzarla, mentre con Barry potremo aprirci la strada abbattendo alcune porte murate direttamente in prima persona. L’intelligenza artificiale, per quanto riguarda la campagna di Claire, sarà preponderante in quanto muoverà i personaggi non giocanti di Terra Save in più di una situazione, rendendo l’esperienza più corale rispetto all’avventura vissuta da Barry. A nostro parere, comunque, quest’ultimo vince su tutta la linea anche in questo secondo capitolo: la sua avventura è si più breve ma molto intensa e bella da vivere. Anche questa volta, tra l’altro, la piccola Natalia si rivela essere molto più utile di Moira: se la figlia di Barry si limiterà infatti a forzare casse e porte con il piede di porco e a scovare oggetti nascosti con la torcia, la misteriosa Natalia sarà in grado di vedere e puntare con il dito dei nemici invisibili, rivelandosi così fondamentale al contrario della sboccata teenager. Tra l’altro potrebbe essere questa l’aggiunta al gameplay che più ci ha divertito: nei panni di Barry vi ritroverete spesso a sparare nel vuoto, con Natalia che vi urla “Non lì, più a destra!” e “Si sta avvicinando, spara!” aumentando la tensione e facendo finalmente percepire quella componente horror che ha reso Resident Evil il brand che tutti conosciamo e amiamo.
Niente make up
Graficamente in questo secondo capitolo fanno la loro comparsa dei banchi di nebbia e la pioggia, che seppur non spiccando per bontà della realizzazione donano un po’ di varietà all’esperienza aiutando a dare l’impressione di un mondo di gioco più vivo. Tornano anche le similitudini con The Evil Within, soprattutto nel level design della torre, piena di bambole smembrate e candele; si tratta però degli ultimi minuti di avventura, pertanto qui bisognerà attendere il prossimo episodio per capire quanto Capcom si sia ispirata al recente titolo di Mikami per le ambientazioni di Revelations 2. L’aspetto a cui abbiamo voluto dare una seconda chance ma che proprio non ci ha convinto, comunque, è lo stesso già evidenziato nel corso della recensione del primo capitolo: il volto di Claire Redfield è veramente inguardabile. Non siamo riusciti a dare una spiegazione al perchè gli sviluppatori abbiano sorvolato su un dettaglio così importante: meno male che per la maggior parte del tempo avremo sotto gli occhi le belle natiche della protagonista – queste, invece, realizzate a regola d’arte – perché davvero, nei filmati di intermezzo e nei primissimi piani la (una volta) bella Claire assomiglia più a un lupo di mare sulla cinquantina che alla sensuale ragazza che i fan conoscevano. La cosa più sconcertante, poi, è come sembra sia stata data molta più enfasi al volto di Barry, nei primissimi piani assai più curato e ben realizzato rispetto a quello della comprimaria. Si tratta di un mistero che non riusciamo a digerire e che, certamente, influirà sul voto finale che daremo al gioco quando si tratterà di tirare le somme su quanto visto in tutti i singoli capitoli.
In attesa del capitolo 3
Due ore di gioco non sono poche, ne siamo consapevoli, ma quando si tratta di Resident Evil non sono mai abbastanza: nonostante tutto, consci del fatto che non è l’aspetto grafico a fare un buon videogioco, questo Resident Evil Revelations 2 ci piace e ci ha appassionato. Abbiamo divorato il primo episodio e giocato tutto d’un fiato al secondo, il che significa che fino a ora Capcom sta comunque riuscendo nell’intendo di convincere i fan di RE che il suo survival horror di punta è ancora in grado di divertire e tenere incollati allo schermo. Il colpo di scena finale e la vicenda sospesa sul più bello ci hanno lasciato una gran voglia di continuare l’avventura, quindi per il momento passiamo il tempo nel menu a stampo ruolistico di fine partita – grazie al quale è possibile spendere i punti esperienza acquisiti per migliorare alcune caratteristiche dei vari personaggi – e restiamo con aspettative positive e speranzose per quello che sarà il nuovo capitolo, previsto per il 10 marzo 2015, intitolato “La Condanna”.