Resident Evil 6 HD Remaster – Recensione
Resident Evil 6 è un gioco brutto. O almeno, lo è per le schiere di fan che invece del tanto agognato ritorno alle origini si sono trovati di fronte all’ennesima scelta di Capcom di persistere con la contaminazione del Survival Horror per eccellenza con i virus dell’action e del Third Person Shooter, letali per il genere più di quanto il buon vecchio T-virus non sia stato negli anni per gli abitanti di Raccoon City. Resident Evil 6 HD Remaster prosegue con la non lineare ripubblicazione in alta definizione di tutti i vari episodi di RE, scegliendo in questa occasione proprio il più vasto e potenzialmente interessante, oltre che in assoluto il più controverso.
Zombie Cinesi
L’azione – purtroppo è proprio il caso di dirlo – in questo episodio è narrata attraverso gli occhi di quattro personaggi principali: i fan saranno ben contenti di ritrovare Leon Kennedy, Ada Wong e Chris Redfield, che insieme al nuovo personaggio Jake Muller sono garanzia dell’altissimo livello di carisma del cast, da sempre marchio di fabbrica della serie. Le storie dei quattro personaggi principali si intrecceranno tra loro approfondendo di volta in volta vari aspetti della trama principale, nel tentativo di tirare le somme di tutte le vicende narrate in giro per il mondo nel corso dei primi cinque capitoli della saga principale, per non contare gli innumerevoli – e assai validi – spin-off.
Nonostante la Umbrella Corporation, responsabile dell’incidente di Raccoon City avvenuto quindici anni or sono, sia ormai storia lontana, un nuovo incidente batteriologico in Cina riporta i protagonisti a riunirsi per combattere (o spalleggiare) quella che potrebbe essere la New Umbrella: un nuovo virus e una nuova minaccia su scala mondiale saranno quindi la causa scatenante che porterà alla chiusura di tutte le sotto trame lasciate in sospeso, in quello che vorrebbe essere l’atto conclusivo di una saga che ormai si porta dietro il peso di un arco narrativo lungo un decennio. Il racconto prosegue liscio e tiene alta l’attenzione, anche e soprattutto per la capacità di affascinare con l’incastro delle vicende presentate nei diversi capitoli, portando all’estremo il concetto di rigiocabilità con diversi personaggi, punto di forza nella maggior parte dei capitoli della saga.
Zombie action
Ora, dimenticatevi cosa significa Resident Evil e immaginate che la saga sia iniziata con il quinto capitolo (avremmo voluto dire il quarto, ma Leon ci sta troppo simpatico per fargli un torto): Resident Evil 6 rappresenta la perfetta esaltazione di tutte le meccaniche di gioco già testate in precedenza, che tradotto significa un intero titolo sviluppato sulla falsariga dell’action non stop di RE 5, dei due RE: Revelations o della modalità Mercenari in questi presente.
Come da copione, la campagna di Chris Redfield è quella più action, con l’ormai palestratissimo soldato intento a collezionare headshot manco fosse al tiro a segno, con l’unico intento di sparare a tutto quello che si muove sullo schermo. Tra i nemici molti mutanti, la maggior parte dei quali armati, e pochissimi zombie. Aggiungeteci la possibilità di copertura, l’inserimento di postazioni di fuoco fisse e una oggettivamente noiosa sessione di inseguimento in auto e capirete quanto questa parte del gioco sia quella spiritualmente più lontana da tutto ciò che il nome Resident Evil significa per i fan. Allo stesso tempo ci duole ammettere che per il tipo di prodotto finito che ci siamo ritrovati tra le mani, quella di Chris è anche la campagna che meglio si adatta allo spirito di RE 6, sfruttandone al massimo il sistema di controllo e le possibilità offerte dal gameplay.
La campagna di Leon è quella che cerca di essere più fedele alle origini, ma non dimentichiamoci che è proprio per colpa dell’agente Kennedy e della svolta action iniziata con Resident Evil 4 se oggi tanti giocatori storcono il naso: nei panni dell’ex agente, ormai a tempo pieno al servizio del Presidente, non mancheranno i Quick Time Event, le corse a perdifiato e le esplosioni, così come la possibilità di affrontare gli zombie – sì, almeno nella campagna di Leon ci sono i cari vecchi non morti – con degli attacchi corpo a corpo che visivamente richiamano i migliori picchiaduro giapponesi. E parlando di spirito giapponese, ci ricolleghiamo alla campagna del neo arrivato Jake Muller: un tale mix di attacchi melee e situazioni esagerate che non ci saremmo sognati di vedere nemmeno in giochi come Yakuza: Dead Souls ci costringe a etichettare questa campagna come la peggiore di tutta la saga di Resident Evil, soprattutto se considerata l’importanza del capitolo in questione.
Ultima ma non ultima, nonché fortunatamente presente per risollevare le sorti di un titolo che rischiava le nostre peggiori critiche, Ada Wong: la campagna a lei dedicata ha l’onere e il pregio di incollare tra loro tutti gli svolazzanti pezzi del puzzle sparpagliati nel vento dagli altri personaggi. Oltre a riuscirci in maniera credibile e quantomeno interessante, l’affascinante Ada riesce anche a equilibrare il gameplay più all’antica, legato alla suspance e agli enigmi ambientali, con le meccaniche stealth e le forsennate sparatorie del nuovo corso. Soltanto, lascia perplessi il fatto che proprio il capitolo di Ada Wong non fosse originariamente giocabile in Resident Evil 6, se non dopo aver completato gli episodi dedicati a tutti gli altri personaggi.
Per gli appassionati dell’online, infine, torna la tanto apprezzata modalità Mercenari, in cui affrontare orde sempre più numerose e potenti di antagonisti attraverso le più famose ambientazioni del gioco principale, il tutto potenziando di volta in volta il proprio personaggio per scalare le classifiche. Forse la migliore incarnazione di questa modalità è quella vista in Resident Evil: Revelations 2, ma comunque quella presente in Resident Evil 6 è di tutto rispetto e può offrire parecchie ore di gioco aggiuntivo. A completare l’offerta, la classica modalità Death Match e la modalità Caccia all’Uomo, in cui impersonare gli zombie nelle partite pubbliche degli altri giocatori e provare un po’ cosa significa stare dalla parte dell’orda invece che tra gli eroi che instancabilmente la combattono.
Zombie in HD
Resident Evil 6 HD Remaster non offre contenuti aggiuntivi, quanto più semplicemente la rimasterizzazione dell’intero comparto tecnico. Sotto questo aspetto il colpo va sicuramente a segno, offrendo la stessa esperienza di gioco ma a 1080p con la costanza dei 60 frame per secondo. Il gioco integra anche una delle patch più importanti rilasciate, ovvero quella relativa all’inquadratura: una delle maggiori critiche mosse verso la prima edizione di RE 6 vedeva infatti i giocatori lamentarsi della troppa vicinanza della telecamera alle spalle del personaggio, cosa che impediva la completa visione dell’ambiente circostante e portava a subire attacchi da parte di nemici fuori inquadratura. Ci sentiamo comunque di dire che, nonostante la situazione sia nettamente migliorata, il problema persiste, soprattutto nei corridoi più angusti: durante le sparatorie più concitate, al chiuso, è molte (troppe) volte difficile avere una visione chiara di quanto circonda il giocatore e della posizione dei nemici, lasciandolo così alla mercé degli attacchi provenienti dalle aree cieche dello schermo.
Per quanto riguarda la qualità generale, le texture più spoglie vengono messe in risalto in tutta la loro povertà dalla pulizia dell’alta definizione. Fortunatamente questo accade soltanto nelle zone totalmente illuminate, merce rara in un titolo che almeno di concetto vuole essere a tema horror. Le ombre, i riflessi e gli effetti di luce si difendono ancora molto bene, così come i modelli poligonali dei personaggi e le animazioni, tutti elementi che la rimasterizzazione in HD valorizza a dovere.
Pressoché invariato il comparto audio, per il quale evidenziamo effetti sonori di ottima qualità e un doppiaggio di buon livello, sicuramente superiore a molti altri titoli della stessa caratura presentati sul mercato nello stesso periodo. Non dimentichiamoci che stiamo comunque parlando di un gioco di quattro anni fa e che nel mondo dei videogames riproporsi e risultare accettabile al grande pubblico dopo un tale periodo di tempo è già un successo di per sé.
Pro
- Personaggi carsmatici
- Intreccio e trama ben realizzati
- Tanta varietà e tanta azione
Contro
- Non è il Resident Evil amato dai fan
- Le troppe idee rendono poco coesa l'esperienza