Resident Evil 4 – Recensione Resident Evil 4
Cara, vecchia, fedifraga Capcom
Ne abbiamo affibbiati tanti di aggettivi alla Capcom grazie ai suoi capolavori poliedrici, ma non ci saremmo mai aspettati di doverle affibbiare il titolo di fedifraga: da una parte, però, questo suo atteggiamento, per l’utenza PS2, è cosa positiva. Ma perchè darle questo aggettivo? Ebbene, quando Resident Evil 4 fu annunciato nel 2003, la Capcom giurò che mai il sesto capitolo della saga sarebbe giunto sul monolite nero, rendendolo un’esclusiva targata Nintendo. Infatti, due anni dopo, nel 2005, Resident Evil 4 sbarcava sul Nintendo Game Cube regalando alla consolle un gioco che sarebbe diventato di lì a poco un capolavoro nel suo genere: il survival horror, per chi non lo sapesse. Ma, se questo dapprima fu una sconvolgente rivelazione, dopo quasi un anno divenne semplicemente un retroscena sconosciuto: Resident Evil 4 arrivò nell’inverno del 2005 sul caro monolite nero e nei primi mesi del 2007 anche su computer, facendo così perdere l’esclusiva tanto decantata alla Nintendo. In conclusione, ben venga che la Capcom non abbia mantenuto la parola, almeno per l’utenza PS2, certamente non per la Nintendo.
Il ritorno degli Illuminati tre secoli dopo
Chi ha giocato tutta la serie che ha portato in auge la razza degli zombie di certo ricorderà ed apprezzerà il protagonista di questo sesto capitolo: Leon Kennedy, l’ex poliziotto scampato all’incidente di Racoon City avvenuto in Resident Evil 2 e 3. Leon, che ora è un agente al servizio del Governo degli Stati Uniti d’America, viene inviato in missione in un luogo che ricorda, soprattutto per la lingua e le tanto usate "pesetas", la Spagna per recuperare la rapita figlia del presidente, Ashley Graham. Arrivato in Spagna, Leon si troverà in un ambiente alquanto angusto e macabro e non tarderà a capire di essere in un posto infestato da spiriti maligni. Del luogo hanno preso possesso gli abitanti, che fanno parte di una setta religiosa fanatica chiamata Illuminados, che, ovviamente, riporta la memoria all’Ordine degli Illuminati dei lontani anni 70 del XVIII secolo, e non solo per il nome, ma anche per le usanze alquanto sataniche. La setta, in Resident Evil 4, prende forma grazie alla scoperta di alcuni parassiti definiti "Las Plagas" (Le Piaghe), capaci di infestare corpi umani e prendere il sopravvento su questi: a capo degli Illuminados troverete Lord Saddler, colui il quale meglio riuscì ad impiantare nel proprio corpo una Piaga, e costui è anche il rapitore della figlia del presidente. Quindi, attraversando i soliti scontri con Zombie, stavolta più umani essendo contadini armati anche di vanghe e picconi, boss infernali e mastodontici, arriverete alla fine col cuore in gola e col desiderio di capire sempre più di questa, come sempre, articolata trama, della quale non voglio svelare altri particolari. Tutto sommato, però, niente di particolare per questo capitolo.
Vivi il presente, dimentica il passato
Parole d’ordine della Capcom in questo sesto capitolo è "dimenticare". Dimenticate, quindi, i capitoli passati, la cara vecchia Umbrella, il Virus T, il tanto odiato Nemesis, e, per finire, il vecchio sistema di gioco: fate, volendo usare un’espressione della filosofia greca, "tabula rasa" nella vostra mente e dimenticate il passato. La prima cosa da dire riguardo il sistema di gioco in RE4 è che in questo capitolo domina la strategia, quindi, dite addio alle sparatorie che portavano allo spreco di munizioni e ad un assordante rumore di proiettili: tutto si baserà sullo scontro corpo a corpo e sull’uso di pochissimi proiettili, facendo anche spesso uso delle potenti gambe di Leon, che un semplice calcio, quando viene reso disponibile, può spazzare un’orda decisamente notevole di nemici. Si sottolinea anche la presenza del mercante, abile possessore del dono dell’ubiquità, presente in molte locazioni, sempre disponibile a fornirvi potenziamenti per le vostre armi, riuscendo a potenziare una pistola da semplice arma iniziale a potente calibro utile in tutte le occasioni: il vostro venditore di fiudicia però non vi rifornirà di proiettili, munizioni, quindi badate a non sprecarne troppe altrimenti dovrete arrangiarvi. Alla base di questo sistema c’è un utilissimo, nonché ben studiato, meccanismo di passaggio dall’arma da taglio, il coltello, all’arma da fuoco, pistola o fucile che sia, permettendo anche combinazioni di mosse molto efficaci e dando così un aspetto più da gioco di azione che da surival horror. Ma, ovviamente, la cosa più eclatante in questo capitolo sta nell’A.I. degli avversari, non più Zombie assetati di sangue che vanno alla spasmodica ricerca dell’odore umano senza guardare dove mettono i piedi: stavolta saranno persone guidate da una forza maligna, con un arsenale di armi niente male, che va dai forconi alle balestre, dai fucili ai lanciamissili, fino alla dinamite, e, soprattutto, con una strategia che si basa sulla forza del numero davvero notevole. I nemici corrono, si organizzano, vi attaccano con potenza e la vostra salvezza sarà il sistema di danno localizzato, grazie al quale potrete colpire i vostri avversari nei punti letali, come la testa per ucciderli definitivamente, le gambe per rallentarli, le braccia per evitar loro di usare armi, e ovunque voi vogliate. Forse l’unica nota negativa è rappresentata dall’assenza di enigmi degni dei capitoli precedenti, che tenevano incollato il giocatore dinanzi allo schermo concentrandosi sull’enigma di turno, col cuore in gola temendo un attacco alle spalle da parte di uno Zombie.
Fermiamoci al danno, tralasciamo la beffa
Come detto all’inizio, Residen Evil 4 doveva essere un’esclusiva Nintendo Game Cube, ma per fortuna, della Nintendo soprattutto, non tanto dei possessori di console Sony, la Capcom si è limitata ad una trasposizione non troppo curata, tanto da lasciare una grafica decisamente più sviluppata sul cubo nipponico: niente beffa finale insomma per la Nintendo. Per chi non ha visto la versione Game Cube, comunque, è lecito sapere che la grafica è davvero ben curata a partire dai tratti somatici del protagonista, e i movimenti di ogni singolo nemico, come già sottolineato nel blocco precedente, oltre ad essere molto articolati sono anche ben mossi e giostrati dal motore grafico, che non ha pecche e nemmeno bug. Il sonoro è uno dei migliori mai sentiti grazie agli effetti sonori molto ben sottolineati a partire, per esempio, dai passi sul terreno dissestato. Le musiche vi lasceranno col fiato sospeso e anche i momenti parlati, privi sì di doppiaggio in italiano ma lo stesso coinvolgenti al massimo, che di certo non vi faranno dimenticare le frasi, o per meglio dire imprecazioni, dei contadini contro la vostra persona. In fin dei conti, per quanto inferiore alla versione per il cubo, non risulta essere affatto un lavoro da minimizzare.
Conclusione
Resident Evil 4, quindi, conferma quanto già detto nei precedenti paragrafi: la Capcom, nel genere dei survival horror, è a dir poco insuperabile. La longevità non vi deluderà nemmeno stavolta e questo nuovo capitolo vi coinvolgerà tanto da non voler più smettere di giocare: createvi l’atmosfera giusta, spegnendo tutte le luci, chiudendovi in una stanza, e fissando gli occhi allo schermo, vi assicuro che sobbalzare dallo spavento creato dall’improvviso avvento dei nemici su di voi è quanto di più soddisfacente ci possa essere per un gioco di questo genere.