Reigns: Her Majesty – Recensione
Reigns: Her Majesty è la nuova storia della serie Reigns, sviluppata da Nerial sotto l’ala protettrice di Devolver Digital. Ambientato qualche secolo dopo il primo titolo ma sempre in una società medioevale, la rinascita culturale che il nostro mondo ha ricevuto ha fatto sì che il nostro ruolo di regina non sia più soltanto quello di “ornamento” per il Re: abbiamo finalmente in mano le redini del nostro Paese. Lunga vita alla Regina, quindi, e che possa mantenere intatto l’equilibrio tra le varie “forze” a disposizione, ovvero Chiesa, popolarità, esercito e casse regali.
“Long Live The Queen” è il motto che ci accompagnerà durante la vita e la storia della nostra regina. “Memento Mori”, invece, è il motto che tenteremo, in ogni modo, di contrastare cercando di fare le scelte più corrette. Il più delle volte fallendo, ovviamente. Ed è proprio qui che Reigns: Her Majesty ci rivela la sua sfida. Non fatevi ingannare dalla grafica cartoonesca o dalle meccaniche semplici, perchè lo scopo del gioco è mantenere il sopracitato equilibrio e sopravvivere il più a lungo possibile.
Il gioco, nella sua semplicità, è brillante: riproponendo le meccaniche del primo titolo, ci verranno messe di fronte diverse scelte cui generalmente potremo rispondere in maniera positiva o negativa. Queste scelte, queste carte riguardano diversi temi come intrighi di corte, decisioni religiose, incontri con altri sovrani… e gite in fiume. La nostra risposta alle carte determinerà quali parametri verranno influenzati e come, ma dovremo fare particolare attenzione ad evitare di farli salire al massimo o di azzerarli se non vogliamo che la partita finisca. Per esempio, se ci mostreremo come una donna forte, prendendo il potere nelle nostre mani e rendendo il regno troppo forte militarmente, verremo rinchiuse in una torre “per proteggerci da tutti i pericoli”, ma, se lasceremo che il regno diventi troppo debole, cadrà in preda ad ogni tipo di razzia e dovremo fuggire. E questi sono solamente due tra i tanti, tanti modi in cui la nostra vita può finire in disgrazia…
La vera genialità di Reigns: Her Majesty sta nel modo in cui trascende dal “semplice” gioco di strategia, introducendo un arco narrativo che rende le meccaniche di cui sopra un espediente per continuare questa narrazione, non lo scopo ultimo. Ciò non significa che il gioco sia noioso, poiché propone una quantità di carte ampia abbastanza per farci perdere la cognizione del tempo; semplicemente, già dopo qualche partita – dopo qualche morte violenta – si intravede una storia di fondo, una storia che ha radici nel soprannaturale e che i giocatori hanno il compito implicito di continuare.
Ed è da qui che scaturisce la magia: fare le scelte giuste e rendere stabile il nostro regno non serve più soltanto a darci una sensazione di soddisfazione, nel caso in cui la singola partita duri parecchio; tutto il gioco di rispondere correttamente alle carte, andare avanti, incontrare nuovi personaggi, ottenere nuove carte e così via acquista un nuovo significato, quello di filo conduttore grazie a cui la nostra partita diventa una ricerca della parola FINE.
Come detto poco sopra, potremo trovare nuovi personaggi che ci offriranno nuove carte, scelte e possibilità, ma anche pericoli. Durante il gioco, infatti, ci verranno proposte varie “sfide”, come trovare un certo personaggio o scatenare un determinato evento, che potremo completare una volta trovate le carte specifiche di quel personaggio o evento. Una volta completate queste sfide, oltre a progredire nella storia, verremo ricompensati con nuove carte, che aumentano la longevità e la differenza nella sfida.
Ma non è tutto. Reigns: Her Majesty ci offre un altro elemento di interazione con i personaggi e le carte: gli oggetti. Durante la partita, infatti, avremo la possibilità di trovare fino a cinque oggetti non casuali che ci apriranno nuove strade. Questi oggetti potranno quindi essere trascinati sulle carte per eseguire un’azione, permettendoci quindi di evitare la scelta proposta dalla carta corrente. Come sempre, però, c’è un inghippo: gli oggetti funzionano solo con alcuni personaggi, per cui non potremo metterci ad utilizzare casualmente tutto ciò che abbiamo sotto mano o verremo considerati pazzi.
Reigns: Her Majesty offre una buona dose di intrattenimento per essere un gioco effettivamente molto semplice, ma non è certamente privo di problemi. Sebbene il gioco non abbia dei veri e propri difetti, ironicamente si può dire che i suoi più grandi punti di forza siano anche i suoi più grandi punti deboli.
L’abbondanza di carte è un’arma a doppio taglio: se avere una grande quantità di situazioni diverse aiuta a rendere ogni partita diversa da quella precedente, purtroppo rischia anche di annoiare il giocatore che rimane intrappolato in una serie interminabile di scelte poco significative, senza nemmeno arrivare a completare le varie sfide. Peggio ancora, può portare il giocatore a una serie di partite brevi e poco soddisfacenti, in caso di sconfitta dopo poche carte dall’inizio della partita. Inoltre, se avere una serie di obiettivi sprona il giocatore a ricercarli, fa anche in modo che non si trattenga più di tanto sulle carte. Poiché per la maggior parte le carte non sbloccano un personaggio o un evento, ma si limitano a influenzare i parametri, non arrivare a completare i vari obiettivi può risultare frustrante. Giustamente le carte significative sono poche, ma proprio per questo si rischia di non trovarle mai, mancando gli obiettivi; è inoltre probabile che nel tentativo di trovarle più velocemente il giocatore possa adottare decisioni affrettate, ma la fretta può portare soltanto a un punto morto. Letteralmente.
Sebbene questi inconvenienti siano arginabili dall’astuzia e dalla memoria, è anche vero che memorizzare tutti gli effetti delle carte toglie ogni significato alla scelta stessa.
Reigns: Her Majesty va trattato per quello che è: un gioco semplice, dalle meccaniche chiaramente pensate per il mobile, che non richiede grande concentrazione, per cui sa offrire partite interessanti sia per chi ci gioca cinque minuti sia per chi ci investe svariate ore. I giocatori che non si lasceranno scoraggiare dall’approccio “play-lose-learn-repeat” e dalla lentezza nello sbloccare nuovi personaggi, sfide ed eventi verranno ricompensati da nuove carte e possibilità di progressione, rendendo ogni esperienza diversa dalle altre.
Pro
- Gameplay semplice e interessante, mai banale
- Storia intrigante
- Ampia scelta di carte...
Contro
- ... che spesso si ripetono
- Generale lentezza di progressione nelle sfide