Redout: Lightspeed Edition – Recensione
L’agosto 2017 verrà ricordato come il mese in cui debuttarono nei negozi di tutto il mondo non uno, ma ben due titoli italiani per console! Arrivare a pubblicare fisicamente un gioco è ormai un lusso che si possono permettere in pochi, talvolta però anche team più piccoli riescono a raggiungere tale traguardo; siccome questa volta tocca ai nostri connazionali, non possiamo che gioirne. I giochi in questione sono Mario + Rabbids: Kingdom Battle, sviluppato da Ubisoft Milano in collaborazione con Nintendo, e Redout di 34BigThings. Del bizzarro strategico per Switch abbiamo già parlato nella nostra recensione, e anche Redout era stato scrupolosamente valutato nella sua versione PC. In questi mesi, però, il team non si è assolutamente adagiato sugli allori, anzi, ha apportato numerosi cambiamenti al suo racing game arcade futuristico, tanto che per l’arrivo su console (con Redout: Lightspeed Edition) era doveroso dare una seconda occhiata.
Tra i punti vincenti di Redout troviamo innanzitutto il sistema di controllo. Anziché affidarsi a meccaniche collaudate ma già viste, i ragazzi di 34BigThings hanno voluto creare un qualcosa di perfettamente cucito attorno al loro prodotto. La soluzione adottata è tanto semplice quanto pratica: alla levetta analogica sinistra è affidato lo sterzo, a quella destra invece gli aerofreni. Nonostante la configurazione possa sembrare ostica, una volta scesi in pista ci si accorge di come in realtà manovrare il proprio mezzo risulti estremamente soddisfacente e pratico. I developer devono aver lavorato davvero sodo per raggiungere tali livelli qualitativi nel modello di guida e già da questa fondamentale componente emerge l’incredibile attenzione che è stata riposta in tutto il progetto.
Tra le magagne, se così si può dire, della release PC vi era una intelligenza artificiale nemica estremamente punitiva già nei primissimi istanti di gioco. Questa IA così agguerrita non è stata in alcun modo accantonata, anzi, è ancora l’impostazione di default con cui il gioco si propone agli utenti; la decisione presa è stato piuttosto quella di optare per più livelli di difficoltà, sia inferiori sia superiori rispetto a quello standard, così da accontentare ogni tipo di palato. Ciò farà sicuramente comodo a coloro che hanno ancora stampati in testa titoli quali WipEout o F-Zero, il cui primo istinto sarà quasi sicuramente quello di approcciarsi a Redout: Lightspeed Edition proprio come a queste due grandi serie.
Presenti ma non obbligatori i power-up: progredendo nella modalità carriera sarà possibile acquistare ed equipaggiare vari potenziamenti che conferiranno talvolta anche alcune abilità offensive. Niente di simile a WipEout, però: gli slot a disposizione sono due e le abilità offensive servono perlopiù a infastidire, non ad attaccare e distruggere gli avversari. Vien da sé che la scelta si rivelerà fondamentale in quelle gare che ne consentono l’utilizzo in quanto – è bene ricordarlo – non sempre sarà possibile usarle. Nella modalità Corsa Veloce le classiche corse e prove a tempo sono infatti disponibili anche nella loro controparte “Pura”, dando così la possibilità di giocare competizioni basate sulla sola abilità di guida.
Al suo debutto, Redout presentava un quantitativo di contenuti tutto sommato buono, ma era stato annunciato che sarebbe cresciuto nel corso dei mesi successivi. Dodo un anno ci ritroviamo tra le mani un numero di coppe, pardon Autodromi, pressoché duplicato: il supporto post lancio di 34BigThings è stato encomiabile. Per la modica cifra di circa 40€ è possibile portarsi a casa l’intero pacchetto su PlayStation 4 e Xbox One; se aggiungete a ciò ben 9 diverse tipologie di gara e una modalità multiplayer sia locale sia online, capirete come Redout: Lightspeed Edition abbia la volontà di proporsi come uno dei più forti racing game arcade sul mercato.
Come ogni titolo però, anche questo gioco tutto italiano presenta alcune ingombranti magagne. Stiamo parlando del comparto tecnico, che sul modello regolare di PlayStation 4 offre un frame rate variabile che passa spesso dai 60 ai 30 fotogrammi al secondo. Ciò accade soprattutto nelle ambientazioni più complesse, tuttavia non è raro si verifichi anche nei tracciati dell’Autodromo VERTEX, decisamente meno ricco di elementi a schermo rispetto agli altri. Queste continue variazioni possono risultare fastidiose per alcuni utenti, quindi sarebbe stato senza dubbio utile avere un’opzione per bloccare il framerate proprio sui 30 fotogrammi. Nessun particolare problema su PlayStation 4 Pro, invece, che regala un’esperienza molto simile a quella disponibile su PC.
Redout è stato fin da subito un progetto ambizioso e che si ispirava a veri e propri mostri sacri del genere arcade. 34BigThings però ha fatto ben di più che “copiare” WipEout o F-Zero: il team è stato in grado di concepire qualcosa di originale e coinvolgente, con una forte personalità e ricco di contenuti. Dopo un anno dalla prima release, Redout: Lightspeed Edition è finalmente un titolo maturo, in grado di mantenere alta la qualità della sua offerta durante tutti i numerosi contenuti aggiuntivi pubblicati. L’ottimo comparto artistico ed il track design da capogiro ci sono ancora: solo che adesso è tutto più grande, più divertente e soprattutto più accessibile. 34BigThings, secondo noi hai un gran bel futuro davanti!
Pro
- Visivamente da capogiro
- Ottimo track design
- Tanti contenuti
Contro
- Su PlayStation 4 ha frequenti cali di frame, meglio su PS4 Pro