Red Faction: Guerrilla – Recensione Red Faction: Guerrilla
La saga continua
Sono ormai passati 50 anni dagli eventi del secondo Red Faction, e su Marte la situazione si è evoluta nel peggiore dei modi: la Earth Defence Force, grazie al numeroso esercito, esercita praticamente ogni tipo di potere sul "pianeta rosso", a discapito degli emigranti in fuga dalla decadente Terra che si ritrovano oppressi dalla situazione. In questo scenario di ribellione si entra nei panni di Alec Mason, che si unisce alla causa di liberazione di Red Faction dopo la triste morte del fratello e il suo salvataggio da parte di questi ultimi.
Better Red than dead
Come già detto, dopo un breve tutorial dove si fa conoscenza con le strutture di gameplay (che si concluderà con la morte del fratello di Alec), si entra subito nel vivo dell’azione. La trama di per sè risulta piuttosto banale e scontata, dato che tratta della ribellione senza però offrire significativi spunti riflessivi, anche perchè il punto cardine del titolo è dichiaratamente il gameplay e la totale distruttibilità dell’ambiente. Come suggerisce il titolo, questo gioco è impuntato su azioni di guerriglia, quindi l’abilità del giocatore nel demolire efficacemente gli edifici conterà quanto quella nel portare a casa la pelle da uno scontro a fuoco con i soldati. Marte è diviso in 6 aree e lo scopo del giocatore sarà liberarle dall’influenza delle truppe EDF, completando le missioni principali e quelle secondarie, oppure colpendo costruzioni cardine per l’organizzazione e distruggendole, fino a costringere le truppe nemiche a ripiegare in un’altra regione. Occorrerà comunque "sbloccare" le missioni principali, dato che saranno disponibili solo dopo una sostanziale riduzione della pressione dell’EDF sul territorio tramite la distruzione random o le missioni secondarie. Esse, purtroppo, sono la pecca di un sistema piuttosto ben costruito: infatti alla lunga diventano ripetitive, senza grandi variazioni l’una dall’altra, e per poter prendere parte alle principali bisogna compierne un bel po’, anche se per fortuna l’ottima varietà degli edifici e degli ambienti riesce in parte a sopperire a questa mancanza.
Pronti per la battaglia?
Datemi un martello
Distruggere edifici EDF non comporterà solamente la perdita d’influenza di questi ultimi, ma anche l’acquisto del vitale "Salvage", principale risorsa per ottenere potenziamenti per il buon Alec (la possibilità di detonare più mine nello stesso momento, il numero di caricatori trasportabili e addirittura un comodo teletrasporto da base a base). Ottimo anche il parco armi, che comprende il martello, utile per fracassare i pilastri degli edifici o la testa di qualche malcapitato soldato nemico, le cariche detonabili a distanza, fucili d’assalto, pistole, lanciagranate, lanciarazzi e perfino un disgregatore di molecole, però solamente quattro di queste possono essere portate con sè, le altre saranno comunque accessibili tramite alcune casse disseminate sul territorio. Nonostante tutto questo, la AI dei soldati nemici risulta comunque una minaccia, considerata la loro propensione a muoversi in gruppo, sfruttare gli innumerevoli ripari offerti dagli scenari e di certo non restii nell’uso di armamenti pesanti. Grazie a ciò gli scontri risultano sempre divertenti e con quel pizzico di varietà dall’uno all’altro che dimostra la cura degli sviluppatori per il gameplay. Peccato che anche questo non sia esente da difetti, soprattutto rappresentati dal fallace sistema delle coperture, che alle volte spinge a premere ripetutamente il tasto apposito senza che accada nulla, e quando si è sotto il fuoco nemico non è di certo piacevole. L’aspetto grafico risulta più che soddisfacente, nonostante qualche piccolo calo di frame nelle fasi più concitate e la relativa spogliezza delle ambientazioni, ottimamente compensata dall’enorme varietà e ricchezza di particolari delle costruzioni, oltre ai calcoli fisici per renderne realistici i crolli. Anche il sonoro risulta piacevole e ben realizzato, mentre la longevità, che si attesta su una dozzina di ore (facendo il minimo indispensabile) non è di certo elevatissima, ma il titolo offre anche un ottimo comparto multiplayer, quindi si può soprassedere.
Multi Guerrilla
La modalità multigiocatore del titolo, sia online che locale, risulta piuttosto bene costruita e con una buona dose di originalità. Per chi non vuole giocare in rete è presente una modalità detta Squadra Demolizioni, il cui obiettivo è causare danni a una data struttura con l’ausilio dei propri compagni, fino ad un massimo di 4 giocatori. Il gioco in rete, invece, presenta addirittura 6 diverse modalità, tra le quali sono presenti gli ormai classici "Deathmatch", in solitaria o in team, e "Cattura la Bandiera". "Demolizione" presenta le squadre radunate intorno a un leader, l’Ingeniere, che ha il compito di distruggere gli edifici sulla mappa per guadagnare punti, e sarà la missione del resto del team salvaguardargli la salute. "Controllo dei Danni" e "Assedio", invece, prevedono l’uso del "ricostruttore", utile strumento che permette di costruire i propri edifici sopra quelli del nemico precedentemente abbattuti, infatti in "Controllo dei Danni" sarà la costruzione dei propri edifici e l’abbattimento di quelli avversari il fulcro del gioco. In "Assedio" invece ognuna delle due squadre ha un ruolo: la squadra assediata dovrà difendere un edificio, mentre sarà compito degli assaltatori demolirlo, ma i ruoli si invertiranno alla fine del turno. Ottimo elemento sono gli zaini reperibili sul campo che donano a chi li trova un potere speciale utilizzabile premendo l’apposito tasto (capacità di librazione, aumento della velocità…), che rendono imprevedibile ogni partita.
Not bad at all
In fin dei conti, Red Faction: Guerrilla non risulta di certo essere un capolavoro, soprattutto per qualche imperfezione nel gameplay, per la storia piatta e per l’aspetto grafico migliorabile, ma di certo offre un’esperienza di gioco consigliabile, grazie alla cura realistica della fisica degli edifici, al buon arsenale di armi e al comparto online, veramente ottimo.