Recensione ARMORED CORE 6 Un altro centro per FROM
Se c’è una cosa che capirai presto da questa “Recensione Armored Core 6” è che From Software sembra aver fatto un nuovo centro.
Armored Core VI vuole portare la serie ad un successo maggiore di quanto ottenuto in passato da quella che, una volta, era la serie di punta di From Software. Fortunatamente in questo tentativo, non rinuncia alle sue radici di gioco complesso regalando a chi gioca un’esperienza difficile che non tutti porteranno a termine.
Si tratta di uno degli action più fluidi e soddisfacenti che io abbia mai provato, nonché dei più unici all’interno del industria contemporanea. Chiunque sia interessata/o, sia perché fan della compagnia grazie ai Souls, sia perché fan dei mecha, dovrebbe dare una chance a questo gioco… a patto di sopportare la natura trial and error delle boss-fight.
Personalizzazione mecha, battaglie frenetiche e boss ardui sono l’anima di Armored Core 6
Il gameplay di Armored Core VI si divide essenzialmente in due parti. La prima è la costruzione dell’AC da combattimento, la seconda l’utilizzo del mecha all’interno delle missioni o dell’arena. Con questa frase intendo letteralmente che il gioco è diviso in due parti: la fase di costruzione è fondamentale nel successo. Le battaglie cambiano completamente in base all’equipaggiamento.
Non è solo questione di approccio al gioco, ma anche di vera e propria strategia. Le boss-fight principali possono risultare al limite dell’impossibile se non si pone la giusta attenzione al personalizzare l’AC al meglio. Sia le armi che l’assetto del robot giocano un ruolo fondamentale che può essere solo parzialmente colmato dall’abilità del giocatore.
Parte chiave dell’avventura sarà sbattere il muso contro un boss, venire sconfitti e riprovare con assetti diversi fino a trovare il modo migliore per affrontarlo. Il gioco incoraggia la sperimentazione anche tramite il sistema di ranking disponibile rigiocando le missioni, ma l’alta difficoltà della campagna rende questo processo praticamente obbligatorio anche senza puntare alla perfezione.
Spettacolo, adrenalina, pazienza e miglioramento
Non cito la natura trial and error di Armored Core VI (qui il nostro provato) come un punto negativo. Penso invece che sia un buon modo per dare un’impronta distinta al simulatore mecha. Morire e riprovare è raramente seccante, dato che non riceverai un voto alla tua performance durante il primo completamento di una missione.
Ad eccezione di un costo riparazioni ignorabile, non c’è una vera punizione per la sconfitta, cosa voluta.
Le battaglie sono spettacolari, ma molto punitive. Contro gli AC rivali il feeling è quello di un duello, dove un errore può costare la vita a te e al nemico, a patto che si sia in grado di concatenare le armi in modo efficace ed impedire all’altro di curarsi.
Negli scontri con i macchinari più imponenti invece c’è sempre una sensazione di “Davide contro Golia”, con chi gioca che deve pian piano abituarsi agli spaventosi arsenali nemici e superare un ostacolo dopo l’altro. In questi scenari, Armored Core VI è al suo meglio e riesce a regalare tra le migliori boss-fight mai fatte da From Software.
Un mondo affascinante ma lineare
La struttura di gioco di Armored Core VI è molto lineare, con missioni distinte selezionabili dal menù e ripetibili in ogni momento. La maggior parte del tempo viene spesa nei livelli più impegnativi, chiusi con un boss importante, ma ci sono anche tante missioni molto rapide che fungono più da intramezzo che altro.
Queste son solitamente completabili in pochi minuti e vengono utilizzate per approfondire la storia o anche solo dare qualche fondo in più al giocatore. Personalmente non le ho trovate pesanti e son felice ci siano. Evitano che il pacing della storia sia troppo veloce e al contempo permettono di sperimentare assetti diversi senza doversi preoccupare di nemici troppo impegnativi.
Si tratta di una struttura simile a quella di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ma senza l’open world. Da un lato è un peccato non poter esplorare di più di Rubicon, dall’altro son soddisfatto di ciò che ho potuto vedere e contento che non ci sia contenuto filler ad allungare l’esperienza.
Mercenari alla ricerca della ricchezza a discapito di tutto
Altra cosa che Armored Core VI ha in comune con The Phantom Pain è il fatto che il protagonista è un mercenario che accetta vari lavori per racimolare fondi. Tuttavia la storia di Armored Core è molto particolare. Si tratta di una narrazione gestita in maniera impersonale, dove gran parte dei dialoghi consistono in briefing precedenti una missione.
Questo approccio porta con sé molti problemi che potrebbero creare una disconnessione tra chi gioca e la narrazione, comunque molto impegnata. Fortunatamente, penso che abbiano gestito veramente bene la scrittura grazie a scelte molto intelligenti che coinvolgono nonostante l’apparente distacco emotivo del protagonista.
Innanzitutto, ogni evento rilevante di Armored Core VI è dettato dalle nostre conquiste. Quasi sempre siamo sul campo nel momento in cui la storia prosegue e vediamo in prima persona i risultati dei nostri lavori. Inoltre l’alone di mistero che copre le motivazioni del nostro “padrone” funziona bene per creare intrigo su ciò che stiamo effettivamente facendo.
Va da sé che non impersoniamo un eroe, siamo un mercenario con secondi fini che accetta missioni da chiunque paghi abbastanza. Tuttavia la domanda “cosa stiamo facendo esattamente?” era sempre nei miei pensieri durante la campagna, poiché non facciamo parte di nessuna fazione. Abbiamo una motivazione per cercare il Coral su Rubicon, ma non la conosciamo.
Forse non per tutti, ma merita una chance
In linea generale, Armored Core VI è un titolo che non vuole essere “per tutti”. Tuttavia penso che chiunque dovrebbe dargli una chance e rendersi conto se possa effettivamente piacergli. La narrativa è il miglior esempio di come il gioco possa conquistare con il suo stile.
Inizialmente non ero convinto da quanto impersonale fosse la scrittura, per quanto mi aspettassi esattamente questo approccio. Col passare delle missioni però ho cambiato idea, la storia è molto intelligente nella sua gestione e si nota una cura impressionante in ogni scelta presa dal game director.
Non potendo scendere in spoiler, non posso articolare meglio il mio pensiero ma in generale Armored Core VI è stato più volte in grado di convincermi di scelte inizialmente sgradite. Arrivato all’endgame c’è poco che posso recriminare a quello che, a tutti gli effetti, è l’ennesimo capolavoro di From Software.
Gli artisti di From dimostrano ancora di essere i migliori sul mercato
From Software è famosa per molte cose. Negli ultimi 10 anni hanno stravolto il mercato videoludico dopotutto. Detto ciò, spero che il mondo di Rubicon permetta ai fan di concentrarsi su uno degli aspetti di cui, secondo me, non si parla abbastanza nei loro giochi.
L’estetica di Armored Core VI è impressionante (lo si capiva anche dai trailer, onestamente). Non fraintendermi, che i titoli From siano belli da vedere lo sanno tutti, tuttavia per me gli artisti della compagnia sono i migliori attualmente in circolazione e Rubicon è il loro diamante più splendente.
Ogni struttura, ogni città, ogni scena, tutto è studiato ad arte per lasciare senza parole. Nonostante il concept “meccanico” della serie sia molto più limitante del fantasy con cui han lavorato in passato, il team ha costruito un capolavoro. Ero dubbioso sul fatto che lo scenario di Armored Core potesse sembrarmi troppo monotono; mi sbagliavo completamente.
Il gioco ha anche ottime performance su Playstation 5. In performance ho avuto un’esperienza pressoché perfetta. Non ricordo nessun glitch grafico né cali di framerate anche in battaglie con molti effetti a schermo o durante le tante esplosioni sceniche. Qualche problema nel gioco c’è, però.
Prima di chiudere la Recensione Armored Core 6, parliamo delle “crepe”
Se molte delle cose che ho discusso finora sono aspetti di gioco che ho apprezzato ma potrebbero non piacere a tutti, in un paio di aspetti sento che poteva essere fatto di più. Innanzitutto, parliamo di una faccia familiare tra i difetti dei giochi From. La telecamera.
Nelle prime ore di gioco ero molto soddisfatto di come il team avesse deciso di gestire la visuale e riuscivo a tenere d’occhio l’azione senza problemi, utilizzando semplicemente l’auto-aim dell’AC per inquadrare i bersagli più veloci. Nelle fasi finali e con un paio di boss in particolare la camera crolla.
Spesso mi son ritrovato a subire danni o mancare colpi perchè la telecamera non sapeva gestire alcuni dei nemici o alcune animazioni di attacco. Mentirei se non dicessi che mi ha frustrato perdere perché la camera decideva di ruotare a vuoto mentre caricavo il colpo finale contro un paio di boss fermi sopra la mia testa.
Inoltre il comparto musicale è stato deludente. Nonostante una fantastica traccia verso la fine del Capitolo 1, in generale ho trovato la colonna sonora abbastanza piatta. Avrei anche preferito una modalità arena più lunga e qualche contenuto extra per il new game+, specie considerando i finali multipli da sbloccare.
Armored Core VI: Fires of Rubicon è un gran gioco che difficilmente ammalierà il grande pubblico. L’alta difficoltà, la storia molto impersonale e la linearità possono essere uno scoglio per alcuni giocatori, tuttavia ho trovato che ognuno di questi elementi beneficia il prodotto finale.
Con un mondo mozzafiato, un sistema di combattimento fluido e molti momenti memorabili, Armored Core VI è rallentato solo da qualche difetto minore e si piazza come uno dei giochi migliori del 2023.
ARMORED CORE 6 è UN ALTRO CENTRO per FROM
Armored Core VI rappresenta un nuovo traguardo per From Software, con l'obiettivo di portare la serie a nuove vette di successo. Il gioco mantiene la sua complessità caratteristica, offrendo un'esperienza stimolante e avvincente per i giocatori che cercano sfide uniche e gratificanti.
Un action eccezionale ed affascinante
Pro
- Gameplay fluido
- Boss-fight spettacolari
- Costruzione dell'AC divertente ed essenziale per vincere
- Esteticamente incredibile
Contro
- Telecamera non perfetta
- Musicalmente poteva essere meglio