Realm of the Mad God – Recensione Realm of the Mad God
La fantasia degli sviluppatori indipendenti ultimamente porta alla creazione di progetti che nessuna software house affermata avrebbe il coraggio di prendere sul serio. Ciò in cui consiste Realm of the Mad God è un ibrido tra MMO pseudo-ruolistico e shoot’em up, nato su browser e recentemente trasportato su Steam, in ambo i casi in forma free to play.
Il dio pazzo
Dei pazzi (e giocatori insani)
Questo titolo nasce con un’incoerenza di fondo, dovuto alla natura dei generi profondamente diversi che tenta di unire: è un titolo perditempo impegnativo. Al primo avvio si fa immediatamente conoscenza del mondo bidimensionale e pixelloso che pare uscito una console a 16 bit, e si vien guidati in un tutorial che nel giro di cinque minuti rende pronti a sapere il tutto il necessario: il giocatore è intrappolato nei reami del dio pazzo Oryx, e per uscirne ed affrontarlo (arrivando all’end game) bisogna uccidere le sue creature (progressivamente più potenti), fare punti esperienza e raccogliere oggetti. Ma, analogamente agli shmup, gli scontri avvengono "sparando" ed evitando sprites (ovvero incantesimi ed attacchi vari), che nelle situazioni più affollate invadono l’intero schermo; giungere a tale punto significa però essere masochisti e, molto probabilmente, a un passo dalla morte definitiva. Se il vostro personaggio viene ucciso infatti non esiste il respawn, non c’è recupero di oggetti, non mantenete i punti esperienza: morite e basta.
Frustrante? Forse, ma bisogna considerare che il level cap (20) si raggiunge in circa mezzora e che l’esperienza viene condivisa in automatico con chiunque sia presente nel proprio campo visivo, che abbiate partecipato all’azione o meno. Scelte come questa stimolano molto la cooperazione finalizzata alla mera sopravvivenza, e peraltro non esiste alcuna forma di PvP: sconfiggere il dio folle e i suoi "minions" è l’unico obbiettivo. La morte inoltre è anche necessaria per cambiare classe, dato che il vostro primo spawn è di default come mago, ed essendo disponibile un solo slot personaggio non c’è altro verso che lasciarsi uccidere.
Ma per chi volesse qualcosa di più, una volta sbloccate tutte le classi? Ci sono tanti obbiettivi a medio-lungo termine che richiedono impegno e dedizione, e soprattutto attenzione a non morire: i nemici più tosti lasceranno drop rari, che talvolta consistono in pozioni in grado di aumentare permanentemente certe caratteristiche, in più il gioco premia con "punti fama" i giocatori più longevi, che possono spenderli nel nexus – la zona di spawn sicura in cui entrare nei vari reami, fare acquisti, depositare oggetti e così via.
Non c’è molto da dire sul gameplay, che è tanto semplice quanto il concetto che gli sta dietro. Ci si muove su un piano bidimensionale, sparando a raffica con portata e cadenza variabile in base alla classe del personaggio e, ovviamente, all’arma usata. L’unica forma di skill è l’attacco secondario proprio di ogni classe, consistente, ad esempio, in un raggio potente per il mago, un’onda di energia curativa per il chierico, invisibilità per il ladro, e così via. Ci sono poi le varie statistiche come forza e destrezza che aumentano col level-up e con gli oggetti che si trovano in giro. L’inventario è limitato a 8 slot più i 4 di equipaggiamento (arma primaria, secondaria, armatura e anello), e una volta morti non potrete recuperare nulla. L’unico modo per accatastare qualcosa è usare il proprio forziere nell’apposita stanza del nexus, che comunque offre solo altri 8 slot. Per i più smaliziati non manca ovviamente la possibilità di spendere soldi reali per accaparrarsi qualche bonus in più, come forzieri extra e slot personaggi, ma nulla che precluda esperienza di gioco a chi non volesse dedicarvisi oltre certi limiti.
Per i giocatori più progrediti e socialmente attivi esistono anche le gilde, creabili con somme notevoli di denaro di gioco e che essenzialmente forniscono l’opportunità di gestire meglio le comunicazioni fra i giocatori appartenenti ad esse, senza però influenzare in altro modo il gameplay.
Il cosidetto "treno"
Parere finale
Un gioco simpatico questo Realm of the Mad God, di quelli che non ci si aspetta tutti i giorni. Certo, non si parla di gioco dell’anno o del mese, non è nulla che segnerà in qualche modo la vostra vita, ma non è nemmeno qualcosa del quale vi pentirete per averci perso un po’ di tempo – esperienze come il "treno", dove tutti i giocatori corrono lungo una strada macinando nemici, è qualcosa che la prima volta strappa qualche sorriso. Però non aspettatevi miracoli: in fondo è solo un passatempo da ufficio un po’ più elaborato.