Ratchet & Clank Future: Tools of Destruction – Recensione Ratchet & Clank Future: Tools of Destruction
Il Lombax è tornato
C’erano una volta un Lombax e un Robot: se questa fosse una favola dei fratelli Grimm, inizierebbe proprio così. Oppure, potremmo anche pensare ad un memoriale per l’Insomniac, che si era presentata a piedi uniti all’arrivo della terza forma della console Sony, con un videogioco che si allontanava dai canoni fantasy visti in Spyro e Ratchet & Clank. Ma per fortuna, la frase iniziale non è altro che un pretesto per poter iniziare un discorso che farà intendere che il Lombax è tornato e stavolta è pronto a distruggere tutto con le sue mille variopinte armi. A distanza di un anno circa, dopo aver spopolato dapprima sulla Play Station 2,con ben quattro capitoli e su PSP con un capitolo interessante e accattivante che fu molto amato dai sindacati dei meno alti per lo slogan de "l’altezza non conta", la Insomniac si gode il successo di Fall of Man e si concentra sul ritorno del duo più simpatico degli utlimi tempi.
E l’ultimo chiuda la porta
Ratchet è l’ultimo Lombax sopravvissuto, e col suo compagno fidato Clank stavolta andrà alla ricerca di una vecchia conoscenza (non nostra per fortuna) dei Lombax . Tachyon è il cattivo che torna per vendicarsi dei torti subiti in passato dai progenitori di Ratchet, e dato e considerato che non vi sarebbe più gaudio nel distruggere un pianeta che ospita un solo ed unico sopravvissuto, l’imperatore rinnegato si concentrerà nel tentativo di annientare il nostro alter ego dalle orecchie pelose. Come sempre una trama semplice, priva di troppe complicazioni, narrata, ancora una volta, dalle interessanti e divertenti scene umoristiche guidate dal robotino Clank che si destreggia, come ha sempre fatto (in uno stile peraltro molto ripreso dal Daxter della Naughty Dog), nelle sue freddure, nel tentativo di sbeffeggiare il suo compagno di eroiche avventure. Il viaggio tra i pianeti sarà uguale a quello che trovavamo all’epoca della famosa trilogia, e anche stavolta avremo quante più armi possibili al nostro servizio.
Formula vincente non si cambia
Dopo aver notato che la trama resta della stessa semplicità che aveva accompagnato le precedenti e si può constatare che quindi l’Insomniac, dopo il tentativo andato parzialmente male con Ratchet Gladiator, nel quale provò a cambiare i canoni della propria serie, si è mantenuta invece sugli stessi che hanno portato al grande successo la saga, seguendo la strada indicata in passato. Con Clank sulle spalle del Lombax più famoso dei videogiochi, potrete eseguire le solite combinazioni di salto e doppio salto, planare grazie all’uso dell’elica impiantata sulla testolina di Clank, passare in visuale in prima persona premendo L1, e tutte le possibili mosse che venivano utilizzate in passato, fino alla scelta rapida delle armi dopo la pressione del tasto triangolo. Tra armi e gadget potremo usare più di 30 oggetti, alcuni conosciuti più che bene e ripresi dai capitoli precedenti, altri innovativi e assolutamente simpatici, come ad esempio il discotron che ci permetterà di lanciare una palla con luci psichedeliche accompagnate da una musica da discoteca, che spingerà i nemici ad un ballo sfrenato senza dare loro la possibilità di difendersi dinanzi ad un nostro attacco, ovviamente indifesi dinanzi a queste condizioni. Presenti come sempre i cari bulloni che fanno sempre bene ad un meccanico come Ratchet, con i quali potrete acquistare armi e gadget andando avanti nel gioco e le munizioni per questi. Parlando di armi, è da sottolineare la possibilità di potenziare per ben cinque livelli la loro forza, dal raggio d’azione alla potenza di fuoco: per i potenziamenti bisognerà usare il raritanium, che potrete trovare in alcune casse o rilasciato da alcuni nemici, rigorosamente in quantità minime, o non si chiamerebbe raritanium. Non mancheranno ovviamente le sezioni dedicate a Clank che dovrà attraversare dei meandri oscuri nei quali Ratchet non può entrare: qui incontreremo gli Zoti, i vecchi amici del nostro robot, che seguiranno le vostre indicazioni senza colpo ferire. A proposito di colpo ferire, esaminiamo la difficoltà del gioco: a volte noteremo che usando il grande arsenale di armi non permetteremo mai ai nemici di sfiorare la nostra pelle di Lombax; infatti tra torrette, scudi difensivi, robotini in nostro aiuto, mine posizionate e lanciamissili telecomandati, risulterebbe difficile non uscire illesi dai pianeti dell’universo Insomniac.
La festa è qui
Chi non ricorda quanto spettacolo potevamo osservare sulla vecchia trilogia in fatto di grafica? Quelle linee precise, quei colori vispi e accesi, quella fluidità che non si fermava nemmeno dinanzi ad un bombardamento stile Guerra Mondiale: ebbene tornano in grande stile, ovviamente modernizzate e migliorate, nel nuovo capitolo per Play Station 3. Posizionandosi tra i giochi più belli graficamente fino ad oggi, Ratchet e Clank è una vera e propria goduria per gli occhi, guidato anche da degli intermezzi in una grafica davvero eccezionale. Goduria per gli occhi, goduria per le orecchie: come nei passati episodi, non mancherà l’accompagnamento di ottimi motivetti che andranno a comporre una colonna sonora simpatica e omologata al genere platform e cartonesco della Insomniac. Per quanto riguarda il doppiaggio, nulla da criticare e tutto da lodare: un’italiano che conferma il successo del duo già acclamato negli episodi precedenti, che sa giostrare al meglio l’umorismo del robottino Clank e del Lombax Ratchet.
Nuova trilogia?
Dopo il grande successo avuto nel debutto della Play Station 3 con Resistance: Fall of Man, la Insomniac si conferma software house del momento d’oro della Sony, alla pari con la Naghty Dog che torna sulla scena col suo Uncharted. Insomma, potremmo quasi dire un ritorno ai bei tempi della casa nipponica che ritrova le due case che prima con Crash Bandicoot e Spyro e poi con Jak & Daxter e Ratchet & Clank, fecero in parte la fortuna del mondo platform. Con un ritorno attesissimo e in pompa magna dei due beneamini Insomniac, l’idea che si possa prospettare una nuova trilogia alletta i pollici dei fan, già pronti a volare col Lombax per i pianeti dell’universo a bordo della loro astronave in intermezzi davvero ben realizzati; e a risolvere tutti gli enigmi legati agli extra che ci offre il gioco, rigiocabile all’infinito ricercando i famigerati bot d’oro che dall’alba della serie hanno dominato la voce extra e spezzato lance in favore della longevità.