Raiders of the Broken Planet: Alien Myths – Recensione
Fino a poco tempo fa, il nome di MercurySteam non faceva presagire nulla di buono agli appassionati di videogiochi. Il controverso secondo capitolo della sfortunata serie Castlevania: Lord of Shadows ha infatti deluso molti utenti, tanto da far perdere gran parte della fiducia che lo studio spagnolo si era faticosamente guadagnato con la prima iterazione. MercurySteam è il male quindi?
Assolutamente no: la parziale riuscita di Lord of Shadows 2 è da imputare infatti alla tumultuosa direzione del progetto da parte di Konami, che nel 2014 era nel bel mezzo di una radicale ristrutturazione interna che ha portato al rovinoso divorzio con lo studio Kojima Productions.
In un clima del genere non c’è quindi da stupirsi che un progetto così complesso abbia subito delle ripercussioni, tant’è che proprio recentemente abbiamo avuto la conferma che no, MercurySteam non è il male ed anzi, se ben diretta, è in grado di mostrare tutto il suo potenziale nascosto. Ci stiamo riferendo a Metroid: Samus Returns, progetto tutt’altro che privo di insidie ma che sono stati in grado di gestire magistralmente grazie anche all’aiuto della materna Nintendo.
Castlevania e Metroid sono tuttavia proprietà intellettuali con un’identità ben definita: cosa accadrebbe se MercurySteam si mettesse in proprio e sviluppasse un titolo che è al 100% farina del suo sacco? La risposta è molto semplice e risponde al nome di Raiders of the Broken Planet, primo episodio di un action molto particolare in cui il team di sviluppo ha scelto di adottare un multiplayer competitivo asimmetrico per la componente online.
Un nuovo buco nell’acqua come nel caso di Evolve? Assolutamente no, ed ora vi spiegheremo perché!
Innanzitutto, il modello di vendita scelto da MercurySteam è estremamente user friendly: il prologo è gratuito per permettere a tutti di comprendere per bene l’identità del titolo, dopodiché il prezzo di ogni campagna o episodio sarà di soli 9.99€ per circa 6 ore di contenuti. Contenuti che, ci teniamo a farlo presente, potranno essere giocati sia in solitaria che in compagnia di altri utenti. Gli elementi accessori infine, come nuovi personaggi, armi e skin, potranno essere acquistati sia con soldi reali che attraverso la valuta interna al gioco, evitando così i noiosi squilibri tra giocatori “paganti” e “non paganti” tipici di altre esperienze multiplayer online.
Ogni campagna porterà con sé poi nuovi personaggi sbloccabili attraverso il completamento delle missioni, espandendo il roster a disposizione e rendendolo così adatto ad ogni esigenza.
Dipanato ogni dubbio sulla formula di acquisizione del titolo, è ora di passare al gameplay nudo e crudo. Avete presente Left 4 Dead? Ecco, questo gioco ricorda in più frangenti il capolavoro multiplayer di Valve con però le dovute differenze. Raiders of the Broken Planet è costituito da livelli di medie dimensioni pensati per essere affrontati in quattro giocatori, sono popolati da orde di nemici di varie tipologie ed ognuno di essi richiede che siano portati a termine diversi obiettivi per raggiungere la vittoria. A questa struttura di base si sommano poi altre componenti tra cui le quattro differenti classi in cui sono suddivisi i personaggi, le dinamiche stealth, il sistema di combattimento corpo a corpo ed infine le armi da fuoco.
Le classi dei vari personaggi sono quelle classiche, a cui ogni shooter online ci ha ormai abituati da anni, anche se ogni personaggio facente parte dell’una o dell’altra categoria ha poi caratteristiche ed abilità peculiari che lo differenziano dagli altri. Oltre a ciò sarà possibile personalizzare ulteriormente il proprio combattente andando a scegliere, da una discreta gamma, vari attributi secondari che ne modificheranno sensibilmente alcuni degli aspetti. Raiders of the Broken Planet: però non è propriamente uno shooter online: MercurySteam ha infatti contaminato il gameplay con elementi provenienti da altri generi anche molto diversi tra loro, producendo un risultato che potremmo effettivamente definire unico.
Di cosa si tratta? Beh è molto semplice: l’approccio diretto e brutale ai nemici non è l’unico modo in cui sarà possibile portare a casa la pellaccia, aprendo così le porte ad una grande varietà di situazioni. Il titolo presenta delle semplici ma funzionali dinamiche stealth, particolarmente utili se si sceglieranno personaggi provenienti dalla classe dei cecchini, mentre nel caso in cui si esauriranno le munizioni sarà sempre possibile recuperarle grazie ad un intrigante sistema di combattimento corpo a corpo. Schivata, attacco e presa sono le tre azioni a disposizione del giocatore, le quali costituiscono quindi un sistema sasso/carta/forbice che richiede un minimo sforzo per essere efficacemente padroneggiato.
Il massimo del potenziale di Raiders of the Broken Planet: Alien Myths viene raggiunto quando quattro giocatori sparsi per il mondo partecipano ad un match: è evidente infatti come level design, missioni e boss fight siano appositamente concepiti per essere affrontati in più persone. MercurySteam ha comunque voluto includere la possibilità di intraprendere le missioni interamente in solitaria, è nella collaborazione però che si cela il massimo del divertimento anche perché, da soli, il tutto assume quasi l’aspetto di enormi sessioni di addestramento. Ciò non sarebbe chiaramente possibile senza un adeguato netcode alla base di tutta l’infrastruttura online, netcode che durante le nostre prove si è dimostrato affidabile anche nelle situazioni più complesse.
Di tutto il pacchetto però, forse la cosa a convincere meno è proprio il multiplayer competitivo asimmetrico in quanto viene dato fin troppo potere al villain interpretato dal quinto uomo. Abbiamo riscontrato infatti che molti dei match giocati attraverso questa modalità venivano irrimediabilmente persi dai “buoni”, speriamo quindi in una futura patch in grado di porre rimedio a questo annoso problema.
L’edizione PC, quella da noi testata, è poi da lodare per l’ottimizzazione del motore grafico, che riesce ad essere leggero ed estremamente scalabile anche su configurazioni non più attuali. Se invece deciderete di spingere il vostro hardware al massimo, lo spettacolo offerto da Raiders of the Broken Planet è di quelli assai soddisfacenti e nonostante non faccia gridare al miracolo, riesce comunque a dimostrarsi accattivante e sempre adeguato. Parte del merito è però da attribuire anche all’ottima direzione artistica, una via di mezzo tra Overwatch, Borderlands ed un film western, che grazie a colori sgargianti, personaggi sopra le righe ed ambientazioni aliene assurde riesce a crearsi una sua ben precisa identità riconoscibile a colpo d’occhio.
C’erano parecchi dubbi sul debutto in solitaria di MercurySteam eppure Raiders of the Broken Planet: Alien Myths ha dipanato ogni possibile dubbio sull’effettiva abilità di questo team di sviluppo. La prima delle quattro campagne previste, Alien Myths, è un ottimo inizio per quello che potrebbe trasformarsi ben presto in un validissimo shooter cooperativo online. Certo, ha bisogno di essere ulteriormente migliorato sotto numerosi punti di vista, primo fra tutti il bilanciamento della modalità competitiva asimmetrica, già da ora però sono riuscite ad emergere molte delle potenzialità di questa produzione.
Pro
- Prezzo competitivo
- Esperienza multiplayer pregevole
- Motore grafico scalabile
Contro
- Seppur non invasive, vi sono varie microtransazioni
- Multiplayer competitivo asimmetrico sbilanciato