Puzzle Quest: Challenge of the Warlords – Recensione Puzzle Quest: Challenge of the Warlords
La sperimentazione e l’innovazione in un settore come quello dei videogiochi, in cui ormai è difficile proporre un qualcosa che non è già stato visto sono, per noi giocatori, come una ventata d’aria fresca in una stanza rimasta a lungo chiusa: questo probabilmente sarà stato il pensiero dei ragazzi del team di Infinite Interactive, occupati nello sviluppo di Puzzle quest: challenge of Warlords. La novità infatti sta nell’idea apparentemente improponibile e sicuramente mai tentata prima, di amalgamare due generi diversissimi tra loro come il gioco di ruolo e il puzzle, con i loro tipici cliché. Il risultato? Inaspettatamente omogeneo e senza dubbio divertente.
Nel mondo di Etheria si combatte a suon di gemme!
La prima cosa che deve fare il giocatore una volta intrapresa una nuova partita, è crearsi il suo alter ego virtuale scegliendo tra quattro diverse classi: guerriero, druido, cavaliere e mago, ognuna differente dall’altra per parametri e abilità. Customizzato (per quanto possibile) il personaggio, comincia l’avventura vera e propria, ambientata nell’universo dei Warlords (celebre serie di gdr strategici creata nei primissimi anni 90 da Steve Fawkner) e, più precisamente, nel mondo medievale-fantasy di Etheria. Il nostro avatar muoverà i primi passi a Barthonia (indifferentemente da quale classe sia scelta, il punto di partenza sarà sempre questo), regno della regina Gwendolyn. Sorvoliamo in scioltezza sulla trama, scontata e banalotta, risollevata solo dalla presenza di alcuni personaggi secondari ben caratterizzati psicologicamente; essa è, niente di più, niente di meno, il classico pretesto per entrare nel cuore del gioco, ovverosia le missioni. Intraprendendo le svariate quest infatti, il personaggio, acquisirà i punti esperienza e il denaro: primi servono a salire di livello e di conseguenza migliorare i propri paramentri iniziali ( che riguardano la magia elementale, la potenza in battaglia, l’intelligenza e il morale) e sbloccare nuove abilità; con i secondi invece, si potranno comprare nuove armi e vari oggetti da equipaggiare nei negozi delle città che si "visiteranno".
Le missioni in sé e per sé consistono in una o più battaglie contro determinati nemici ( anche se sono frequenti scontri casuali con avversari che compaiono sulla mappa a sbarrare il cammino), ma il bello è che ad Etheria, si combattono lotte senza esclusioni di colpi a suon di…gemme!
Ecco che infatti si inserisce la componente puzzle: con un sistema preso pari pari dal celeberrimo browser game Bejeweled, si dovranno portare all’esaurimento i punti ferita del nostro avversario.
Se in teoria questo sistema può lasciare spiazzati, all’atto pratico la giocabilità si rivelerà pressochè immediata e coinvolgente: in una griglia 8X8 condivisa con l’opponente, il compito del giocatore sarà creare combinazioni da tre o più elementi sulla scacchiera, scambiandoli di posto tra loro per ottenere delle file o delle colonne di gemme dello stesso tipo, alternando il turno col nemico. Ci sono quattro diversi tipi di gemme: le sfere colorate (rossa, blu, gialla e verde, più quella multicolore che è una sorta di jolly) rappresentano il "mana", ed eliminandole dalla scacchiera arricchiranno le riserve di punti magici elementali, mentre le monete e le stelline viola riguardano la somma di denaro e i punti esperienza, infine, allinenando i teschietti (quelli normali o i bonus da 5) si colpirà l’avversario, intaccandone i punti ferita, che, una volta raggiunto lo 0, ne decreteranno la sconfitta.
A rendere più vari gli scontri, inevitabilmente ripetitivi date le meccaniche sempre uguali di allineamento ed eliminazione delle icone colorate, ci saranno le diverse abilità tipiche di ogni personaggio: a sinistra nell’interfaccia di battaglia infatti si avrà a disposizione una lista di magie da utilizzare a discapito delle gemme colorate (punti magici) accumulate fino a quel momento. Alcune di queste si riveleranno molto utili per capovolgere a nostro favore le sorti dello scontro, quindi sarà sempre una buona mossa creare combinazioni colorate a catena, per accumulare un ingente quantitativo di mana da sfruttare a seconda delle occasioni. Purtroppo però, nonostante nel corso del gioco il nostro alter ego apprenderà diverse magie, potrà optare di usarne solo sei in battaglia. Da non sottovalutare inoltre il fatto che anche le creature nemiche, a seconda della loro razza, avranno delle abilità specifiche, quindi sarà sempre meglio pianificare ogni mossa, per evitare di spianare la strada al nostro nemico. Del resto, la componente strategica conta più della fortuna in un puzzle game, e PUZZLE QUEST non rappresenta l’eccezione alla regola.
Un puzzle, e il potere è in mano tua!
Naturalmente (e per fortuna) PUZZLE QUEST non è una mera raccolta di missioni che ti sballottano qua e là per città e villaggi. Per rompere la monotonia delle quest e per evitare il facile rischio di cadere nel ripetitivo, i programmatori hanno ben pensato di inserire all’interno del gioco una serie di minigiochi che, nel loro insieme, danno un senso di completezza alla parte "ruolistica" di PUZZLE QUEST: il nostro personaggio ad esempio, scegliendo la voce "Citadel" dal menu a tendina che compare cliccando su Barthonia, in cambio di un certa spesa di denaro, può costruire nella sua città d’origine delle "strutture" che sbloccheranno altrettanti minigames: potrà quindi catturare i nemici e apprenderne le magie; allevare destrieri per farli evolvere e beneficiare di alcune abilità aggiuntive; assediare le altre roccaforti per ricevere un periodico tributo e persino collezionare rune e forgiarle tra loro, creando così nuovi potentissimi oggetti. Anche questi sottogiochi si baseranno sul gameplay a la Bejeweled, con alcune varianti: ad esempio per fare prigioniero l’avversario si dovranno eliminare, in una partita giocata in singolo, tutte le gemme presenti sulla griglia, intuendo quale sia la mossa giusta che non ne lasci nessuna spaiata, oppure, se si vorrà imparare una nuova magia dallo stesso nemico catturato, il compito sarà quello di cancellare dalla scacchiera un dato numero di gemme per ogni colore.
Grafica e sonoro
Comparto tecnico discreto ma non eccezionale: la grafica è bidimensionale e molto pulita, ma su PSP si è visto decisamente di meglio; apprezzabili tuttavia sia il character design, gradevole ma che non riesce a distinguersi per originalità, sia gli effetti grafici in battaglia. Non è esclusa purtroppo la possibilità di sporadici rallentamenti durante l’esecuzione di alcune magie, fortunatamente non fastidiosissimi. L’interfaccia, piuttosto squadrata, è comunque semplice e funzionale, mentre la mappa, discretamente dettagliata, è ben fatta come le miniature in pixel dei nemici.
Per ciò che concerne il sonoro invece, anche in questo caso nulla che faccia gridare al miracolo: brani di ispirazione medievale o epici, di buona fattura e adatti all’atmosfera, anche se non riescono ad imporsi in maniera particolare. Niente che si fischietterebbe sotto la doccia, per intenderci.
PUZZLE QUEST: THE CHALLENGE OF THE WARLORDS è un buon gioco: l’unione tra i due generi è riuscita benissimo e il risultato è che difficilmente si riusciranno a staccare gli occhi dalla PSP, tanto il gioco vi entusiasmerà con le sue dinamiche semplici ma accattivanti… e se un gioco provoca assuefazione, un motivo valido ci sarà.