Project Zero: Maiden of Black Water
Bisogna dire la verità: nessuno ci credeva. Project Zero, in originale Fatal Frame, è una serie survival horror che ha avuto il suo perchè su Playstation 2 ma che non è mai riuscita a ottenere enorme successo in occidente, a causa della sua fortissima natura giapponese, colma di riferimenti e superstizioni del Sol Levante. È per questo che il suo quinto capitolo, uscito su Wii U nel Settembre 2014, sembrava destinato a restare ancorato al solo mercato orientale; tuttavia Nintendo ci ha fatto il sorpresone e in un fantastico Direct ha annunciato il suo arrivo anche in America e in Europa.
È così che dopo quasi un anno di attesa, il 30 Ottobre uscirà sulle nostre console Project Zero: Maiden of Black Water. Noi lo abbiamo già provato a fondo, quindi eccovi le nostre impressioni. Vi ricordiamo, comunque, che a differenza dei normali titoli di cui c’è spesso bisogno di una recensione per decidere se effettuare l’acquisto, in questo caso Nintendo distribuirà il gioco in forma gratuita (come se fosse una demo) con possibilità di giocare interamente il prologo e i primi due capitoli, quindi un gameplay piuttosto lungo rispetto a una normale demo e decisamente sufficiente nell’intuire e provare le meccaniche di gioco e immergersi nella storia. Se soddisfatti, gli utenti potranno acquistare il resto del gioco in via digitale.
Un negozio fantasmagorico
La storia di Project Zero: Maiden of Black Water gira intorno alle vicende di tre personaggi, Yuri Kozukata, Miu Hinasaki, e Ren Hojo. Yuri è una ragazza molto schiva, che cerca spesso di restare da sola. Questo è dovuto al fatto che possiede un dono, o forse una maledizione, che le permette di vedere l’ “ombra” degli oggetti semplicemente toccandoli, e di riportare indietro chi è intrappolato in questo mondo delle ombre. Nonostante il suo distacco dagli altri, usa comunque il suo potere per ritrovare oggetti o persone smarriti quando qualcuno viene a cercare il suo aiuto nel negozio di antiquariato dove lavora. Un giorno entra nel negozio una ragazza, Fuyuhi Himino, la quale vuole proporre un lavoro alla maestra di Yuri, Hisoka Kurosawa. Hisoka è però assente, ed è Yuri ad accettare il lavoro di ritrovare una persona scomparsa, Haruka Momose. Le due ragazze si dirigono così nella foresta vicino al monte Hikami, luogo dove si dice che al crepuscolo ci sia una fusione col mondo dei morti, ma a quanto pare troveranno subito dei guai a causa della maledizione di una misteriosa sacerdotessa del tempio della montagna.
Sorridi!
La caratteristica principale con cui Project Zero si è sempre distanziato rispetto alle altre produzioni, è il suo particolarissimo sistema di combattimento. I personaggi giocabili saranno infatti dotati di una “Camera Obscura”, una macchina fotografica piena di poteri paranormali, in grado di distruggere i fantasmi immortalati in una foto. Il controllo dei personaggi è in terza persona, e bisogna ammettere che nonostante le varie possibilità di corsa o di giro rapido a 180°, il tutto risulta un po’ macchinoso e complicato. E’ sempre stato così sin dalla prima iterazione, e poteva essere tranquillamente corretto nel corso del tempo come problema, il che lascia pensare che i movimenti complicati da controllare siano stati inseriti in maniera apposita per aumentare la difficoltà in fase di fuga e di combattimento.
È proprio la battaglia ciò che contraddistingue questo titolo: con la pressione di un pulsante il nostro personaggio prenderà in mano la Camera Obscura e dovrà tentare di fotografare i fantasmi malvagi per danneggiarli, senza farsi colpire pena perdita di parte di energia vitale. L’obiettivo della macchina fotografica è rappresentato alla perfezione dallo schermo del Wii U Gamepad, tramite il quale potremo muoverci come se stessimo fotografando nella realtà grazie al giroscopio (ma per i meno avvezzi a questo stile è utilizzabile anche lo stick destro per guardarsi intorno), tentando di immortalare il nemico in maniera più chiara possibile assieme anche alle manifestazioni della sua essenza, rappresentate da ulteriori visi volanti dello stesso fantasma. Più la foto verrà meglio, più danni infliggeremo al nostro nemico (anche a seconda del tipo di rullino usato nella macchina fotografica, proprio come quando si scelgono proiettili più o meno potenti negli sparatutto), fino al momento della sua distruzione totale dopo, solitamente, lunghi combattimenti. A nostra disposizione avremo anche diverse skill per aiutarci nell’impresa, così come la possibilità di potenziare la Camera Obscura utilizzando i punti guadagnati con ogni foto contro i fantasmi nemici, oppure ottenuti immortalando i fugacissimi momenti di spettri non violenti che appaiono su schermo ogni tanto.
Bello da morire
Project Zero: Maiden of Black Water si presenta graficamente come uno dei migliori titoli su Wii U esistenti. Gareggiando con Bayonetta 2, il nuovo Project Zero ci regala personaggi ottimamente modellati, cercando di riprodurre quanto più fedelmente possibile un realismo fermato solo dal limite tecnico della console, sia nei movimenti che nelle sembianze. Anche le texture sono ottimamente realizzate, a parte alcuni scivoloni comprensibili, considerando anche il fatto che i luoghi da visitare nel gioco sono molti e parecchio variegati.
Le musiche sono ovviamente quasi assenti, come è giusto che sia in un titolo che fa della paura e dell’ansia il suo punto forte, ma presenta effetti sonori adatti a ogni situazione, e un ottimo doppiaggio a scelta tra l’inglese e il giapponese.
Anche la longevità ci ha lasciati positivamente sorpresi, grazie a parecchie ore di gioco e addirittura a un capitolo speciale post-game che ci metterà al comando di un personaggio molto speciale conosciuto da tutti noi videogiocatori.
[signoff icon=”quote-circled”]Project Zero: Maiden of Black Water è il gioco perfetto per chi ama l’horror. Il titolo pone il giocatore in una costante ansia per tutta la sua durata, grazie a un’atmosfera pesante e piena di tensione e a una storia ben congegnata e carica di sorprese. Con un lato tecnico tra i migliori presenti su Wii U e un gameplay funzionale e interessante, non possiamo che essere felici che Nintendo abbia deciso di portare in Occidente questo titolo attesissimo dai fan, che è sì comprensivo di citazioni ai vecchi capitoli, ma comprensibile tranquillamente anche dai neofiti grazie a molte note che spiegano la lore di gioco. Peccato per la totale mancanza di sottotitoli in italiano.[/signoff]