Project X Zone – Recensione
Project X Zone è il titolo crossover sviluppato da Monolith Soft (i creatori di prodotti del calibro di Xenosaga e Xenoblade Chronicles) che riunisce, in una volta sola, i personaggi di alcune delle più celebri saghe di Namco, Capcom e Sega.
Trattare di questa tipologia, specialmente in Occidente, considerando quanto siano rari, non è mai facile perchè se da un lato tutti gioiscono nel vedere i propri eroi preferiti combattere fianco a fianco contro i cattivoni di turno. E’ altrettanto vero che non diventa mai facile giustificarlo a livello narrativo, tant’è che si è sempre usato l’espediente del picchiaduro (vedi il recente Street Fighter X Tekken) o quello dei tactics RPG, in cui è facile inserire tantissimi personaggi, usando la storia dei mondi paralleli e dei viaggi dimensionali. Project X Zone appartiene proprio a quest’ultima categoria esattamente come i suoi predecessori, ovvero “Namco X Capcom” uscito nel lontano 2005 su PS2 (ovviamente confinato in terra giapponese) e Super Robot Taisen OG Saga: Endless Frontier, uscito su DS tra il 2008 e 2009 (questo fortunatamente approdò almeno negli USA).
Viaggi interdimensionali
“Protagonista” della nostra storia sarà Mii Kouryuji, una giovane studentessa e cheerleader delle scuole superiori, erede di una famiglia che per anni ha protetto una potente pietra chiamata Portalstone fino a quando una misteriosa organizzazione, chiamata Oros Phlox, l’ha rubata creando così uno squilibrio spaziotemporale che causa improvvisi salti da una dimensione all’altra, tra passato e futuro. Sarà così che Mii, assieme alla sua fidata guardia del corpo, nonchè detective, Kogoro Tenzai, inzierà un viaggio lunghissimo nel cercare di recuperare la pietra e riportare tutto alla normalità. Una avventura che li porterà ad incontrare tantissimi nuovi amici provenienti da mondi ed epoche diverse, così avremo modo di combattere fianco a fianco di personaggi come Dante, Morrigan, KOS-MOS, Ryu, Jin e tanti altri provenienti dalle più disparate saghe dell’universo Namco, Sega e Capcom, da quelle conosciute come Tekken, Resident Evil e Megaman, fino a quelle più di nicchia come Shining Force, .hack e Xenosaga. Troveremo addirittura i protagonisti di Namco X Capcom e Endless Frontier, a dimostranza del fatto che ci sia una sorta di continuity tra questi tre titoli crossover, non a caso molti si conosceranno già tra loro e faranno riferimenti ad eventi e incontri già accaduti in passato.
Ovviamente, non aspettatevi una trama profonda o personaggi caratterizzati, in quanto sono tutti aspetti che servono per tenere in piedi i 40 capitoli che andrete ad affrontare lungo le 40 ore di gioco.
RPG tattico?
Come già anticipato, Project X Zone ricalca abbondantemente quanto già fatto con Namco X Capcom riproponendosi dunque come un RPG tattico, ovvero a turni in cui potremo muovere liberamente le nostre unità e attaccare i nemici entro una limitata area di azione.
Prima di ogni scontro ci sarà una fase preparatoria che permetterà di gestire le unità in campo, scegliendo le unità singole da assegnare, gestire gli equipaggiamenti (solo due, un’arma e un accessorio), consultare l’enciclopedia del gioco e una modalità di allenamento per testare le unità in combattimento e la loro efficacia a seconda dei vari tipi di nemici.
Ogni duello ha generalmente un obiettivo, che è sconfiggere il cattivo X di turno oppure fare piazza pulita di tutti nemici su schermo, solo di rado avremo qualche varietà negli obiettivi come arrivare al punto X entro tot turni o piazzare 4 unità in punti precisi della mappa.
Il problema di questi scontri è che per i primi capitoli vanno bene, perchè le unità da gestire saranno poche, ma quando ne avremo a disposizione 20, la lunghezza delle battaglie si farà sentire, arrivando a toccare la durata media di un’ora ciascuna, questo perchè il numero di nemici da sconfiggere sarà elevatissimo, con picchi di 60-80 unità su schermo. Fortunatamente si potrà salvare ad ogni turno tramite l’apposito quicksave, per riprendere il combattimento anche in un secondo momento.
Ready? Fight!
Ogni unità è formata da una coppia di personaggi, chiamata per l’appunto Pair Unit, a cui potrà essere assegnata un’altra unità singola, chiamata Solo Unit, che arriverà in nostro supporto semplicemente premendo il pulsante dorsale L durante i combattimenti. Cosa analoga per le seconde, ovvero quelle adiacenti a noi, quando attacchiamo il nemico, potranno essere invocate premente il pulsante dorsale R.
Gli scontri avvengono su una schermata stile picchiaduro, il cui scopo sarà quello di azzerare gli HP del nemico attaccandolo ripetutamente con le combo a disposizione. Essi saranno effettuabili con la combinazione del Tasto A più i direzionali. All’inizio ne avremo a disposizione solo 3 ad ogni turno, ma salendo di livello arriveremo ad un totale di 5, con l’aggiunta di un attacco extra per ogni volta che li eseguiremo tutti senza ripeterli.
E’ disponibile anche una mossa speciale attraverso il pulsante Y, ma è possibile richiamarla solo a patto di avere la barra XP almeno al 100%, ovvero quella posta sotto i personaggi e cresce man mano che attacchiamo o subiamo danni.
Grande importanza sarà data al tempismo con cui si effettuano le combo, perchè può capitare spesso che alcuni pugni spazzino via i nemici o li mandino per aria, è quindi essenziale capire come e quando sfruttare gli attacchi delle unità singolo o da supporto, creando così le cross combo che permetteranno non solo di fare più danno, ma anche di aumentare la quantità di punti esperienza ottenuti alla fine di ogni combattimento.
Salendo man mano di livello sarà possibile, inoltre, apprendere delle abilità utili da usare nelle fasi prima degli scontri come quelle per curare le proprie unità o potenziarle, o addirittura il Multi Attack che permette di offendere più personaggi in una volta sola. Il tutto a patto di avere abbastanza XP per eseguirle.
Gli stessi serviranno per difendersi o contrattaccare quando i nemici ci prenderanno di mira, in caso contrario dovremo subire tutta la furia dei loro colpi.
L’audio ok, ma il resto?
Il comparto tecnico ha parecchi alti e bassi, se nel primo caso le animazioni delle mosse vengono eseguite da sprite 2D in maniera impeccabile, con effetti di luci, esplosioni e quant’altro, nell’altro caso invece non si può non puntare il dito contro le ambientazioni spoglie e spesso riproposte più e più volte.
Ci sono poi alcune magagne come la telecamera che, in modo incomprensibile, non permette una angolazione di 360 gradi, ma al massimo di 90, quindi spesso bisogna effettuare qualche zoom per capire cosa c’è dietro l’angolo oppure in qualche cella. Il 3D poi non aiuta affatto, non riesce neanche a dare quell’effetto di profondità che in genere ci si aspetta. Tra le altre cose, manca totalmente l’implementazione al touch screen (che qui sarebbe stata ben vista a nostro avviso) nonchè la totale assenza di feature tramite streetpass.
Un plauso va fatto per il comparto audio, in primis per le musiche che riprendono gran parte delle migliori traccie appartenenti alle saghe presenti nel gioco e che cambiano di volta in volta a seconda dei personaggi che stiamo utilizzando, e per finire c’è l’ottimo doppiaggio, in giapponese, che enfatizza i tantissimi dialoghi, esclusivamente in inglese, presenti nel gioco.
Più per i fan
Project X Zone è sicuramente il titolo che farà la felicità di molti, per via della sua natura crossover in cui ben 60 personaggi, più o meno famosi, di Namco, Capcom e Sega combattono insieme contro il nemico di turno. Anche il sistema di combattimento, per lo meno durante le prime battute, regala momenti emozionanti con mosse spettacolari e musiche capaci di enfatizzarle. Il problema arriva quando superando la metà del gioco vi accorgerete della ripetitività degli scontri, la ciclicità degli eventi e, soprattutto, l’estrema facilità del gioco in cui, nonostante si parli di un RPG tattico, non viene chiesto al giocatore una grande preparazione o abilità di qualche tipo. Soprattutto, se si confronta il tutto rispetto ai due titoli che hanno preceduto Project X Zone (ovvero Namco X Capcom e Endless Frontier) si noterà quanti passi indietro siano stati fatti, anzichè cercare di innovare e introdurre qualcosa che lo rendesse più appetibile sulla lunga distanza.
Se siete quindi alla ricerca di titolo dalla grande trama e dai grandi combattimenti, vi consigliamo di guardare altrove, ma se invece volete godervi una semplice avventura fanservice dove Ryu si allea ad Akira, Jill Valentine e al fianco di Mega Man, con mosse al confine dell’assurdo e dell’incredibile, allora questo gioco fa per voi.