Pro Evolution Soccer 5 – Recensione Pro Evolution Soccer 5
Nell’anno dei rigori di Pasadena.
Correva l’anno 1994; la nazionale di Sacchi si apprestava a partire per la spedizione americana, la calcio mania dilagava dalla penisola italica fino al paese ospitante i mondiali e, a quanto pare, anche nell’estremo oriente.
Così, nello stesso anno in cui la nazionale azzurra guidata da Roberto Baggio vedeva sfumare un sogno ai rigori in un afoso pomeriggio d’estate, la Konami debuttava sulla console 16 bit di Nintendo con un titolo che avrebbe fatto da precursore alla più famosa e quotata serie di simulazioni calcistiche dell’intero panorama videoludico.
Il gioco in questione si chiamava: International Superstar Soccer (in Giappone conosciuto con il titolo originale Perfect Eleven) e, a dire il vero, non aveva nulla di simulativo (si pensi solamente ai portieri capaci di volare da un palo all’altro come Ed Warner); tuttavia spiccava per l’incredibile giocabilità e per una grafica mai vista se non in un ottica Coin Op, rappresentando al meglio il top dei giochi di calcio per console.
Anno dopo anno, la serie nata con ISS perdeva la sue caratteristiche arcade, a favore di una maggiore pretesa simulativa (tranne nelle versioni per Nintendo 64 dove manterrà l’appeal originale) e, con le varie apparizioni della serie targata Konami sulla vecchia PSX, il gioco prendeva una piega sempre più realistica, fino al 2001 dove la serie prese finalmente il nome attuale, ovvero Pro Evolution Soccer (nel paese del Sol Levante la serie è chiamata invece Winning Eleven). Il titolo calcistico Konami dopo aver spadroneggiato nel mondo delle console ed aver debuttato sul monolite nero della Sony con PES 2, riuscì (e al primo tentativo) a scalzare dal trono di “miglior gioco di calcio” la serie calcistica FIFA ed Electronic Arts con PES 3, diventando a tutti gli effetti la simulazione calcistica per antonomasia.
Nel 2005 uscì PES 5, che raccoglie tutto ciò che di buono è stato approntato nella tradizione precedente, pur rappresentando un ennesima sterzata della casa nipponica verso un maggior realismo.
Parola d’ordine: realismo
Ad una prima rapida occhiata, PES 5 sembra uguale al predecessore, infatti avremo a disposizione le solite modalità di gioco: partita singola, campionato, coppa, campionato master e allenamento. Come sempre il campionato master rappresenta la sfida più divertente e longeva del gioco, dovendo acquistare giocatori, allenare giovani promesse e pianificare la situazione finanziaria del proprio club.
Tuttavia una volta scesi in campo noterete da subito alcune sostanziali differenze: il ritmo di gioco è diventato senza ombra di dubbio molto meno frenetico e maggiormente realistico, per cui non sarà più così facile partire da centrocampo e penetrare in velocità le difese avversarie.
Rispetto a PES 4 occorrerà infatti un maggiore gioco di squadra; più calma nell’impostazione dell’azione e un miglior tempismo nello sfruttare gli spazi.
Anche la fisica del gioco è stata curata maggiormente, i movimenti dei giocatori sono ora molto più fluidi, mentre i rimbalzi del pallone e gli scontri tra i giocatori sono stati riprodotti in maniera molto più realistica rispetto al passato (scordatevi di riuscire a farvi tutto il campo spalla a spalla con un roccioso difensore).
Anche le condizioni atmosferiche non saranno più un elemento decorativo, ma influiranno molto sulle prestazioni dei giocatori nel rettangolo di gioco e sulle reazioni del pallone.
In questa quinta incarnazione del titolo Konami, gode inoltre di maggior importanza la gestione tattica della partita: dovrete sapere creare una squadra capace di fare movimento senza palla, capace di sfruttare al meglio gli spazi, ma al tempo stesso molto equilibrata se vorrete confrontarvi con il massimo livello di difficoltà del gioco. Oltre alla preparazione tattica, sarà inoltre importante cambiare i giocatori stanchi nel corso del match (la stanchezza influisce molto sulle prestazioni degli atleti in campo) e, in alcuni casi, dovrete persino cambiare la formazione in corsa.
Oltre al controllo di palla più sensibile rispetto al passato, occorre segnalare il miglioramento dell’intelligenza artificiale, sia per quanto concerne gli avversari (specie nella fase difensiva) sia per il comportamento degli arbitri. Scordatevi gli arbitraggi all’inglese di PES 4; qui l’autore di un fallo da dietro non la passerà franca, i direttori di gara di questo 5° capitolo della serie sono molto più pignoli e fischieranno tutte le volte che sarà necessario.
E’ da sottolineare inoltre la nuova e migliorata gestione della regola del vantaggio: l’arbitro non si limiterà solamente a darlo facendo proseguire il gioco, ma ammonirà a fine azione anche un calciatore responsabile di un grave fallo durante l’azione precedente.
Pericolo! Gran botta…va!
Da un punto di vista visivo va detto che PES 5 è abbastanza simile al precedente episodio, anche se presenta qualche aggiunta nelle animazioni dei giocatori e del pubblico ed è leggermente migliorato pur senza appesantire troppo il motore grafico.
Sicuramente buona è la realizzazione dei giocatori e la realizzazione degli stadi, mentre i tifosi nelle inquadrature ravvicinate risultano sempre realizzati abbastanza grossolanamente, anche se lo sguardo d’insieme durante la partita rimane sempre ottimale.
Il sonoro non è certamente il punto di forza del titolo Konami e, se per gli effetti sonori la realizzazione è più che buona, sono da rimandare invece i cori negli stadi e la telecronaca curata da Marco Civoli (che per qualche strana ragione è chiamato Marco Meccia) e Mauro Sandreani, alquanto piatta e monotona.
La longevità del gioco si è leggermente alzata rispetto al passato, grazie anche alla qualità della AI migliorata, così come occorre maggiore sensibilità e intuizione nella gestione della palla. In altre parole potrete scordarvi per sempre le lunghe cavalcate verso la porta avversaria alla Mark Lenders.
Sull’ottimo gameplay è già stato detto tutto, tuttavia qualche pecca questo PES5 ce l’ha, specie nel sistema di tiro: Konami nel tentativo di rendere più simulativo possibile questo 5° capitolo della serie, ha forse esagerato sotto questo aspetto, capita sovente infatti che anche i calciatori più forti come Pelé, Maradona, Cruyff o Platini possano sbagliare a porta vuota un gol colpendo il pallone con il piede sbagliato, e a mio avviso questa non è una cosa troppo simulativa, ma una specie di lesa maestà.
Fifa, au revoir!
La serie PES si riconferma per l’ennesima volta come la migliore simulazione calcistica sul mercato, pur con qualche modifica ad un gameplay già ottimo e una maggiore pretesa verso un sempre più ricercato realismo.
Konami si mette alle spalle ancora una volta Electronic Arts, tuttavia sarebbe finalmente il caso di proporre un titolo calcistico dotato di tutte le licenze ufficiali (per club e giocatori), dopo oltre tredici anni dalla prima apparizione su console della serie ISS, Konami potrebbe anche concederci questa piccola soddisfazione.