Pro Evolution Soccer 2017 – Recensione
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In questo periodo dell’anno è sempre parecchio intensa la lotta per il miglior videogioco calcistico, gara che presenta sempre due contendenti: da una parte il colosso di Electronic Arts ossia FIFA, e dall’altra lo sportivo per eccellenza di Konami, ovvero Pro Evolution Soccer. È una di quelle partite però che non ha sempre un vincitore assoluto bensì relativo, poiché il mondo dei giocatori affezionato a questa tipologia di prodotti si è da sempre schierata con uno o l’altro videogioco, talvolta in maniera eccessivamente “sentimentale”.
Nonostante i gusti personali siano fondamentali per la scelta del proprio titolo preferito, è impossibile negare come Pro Evolution Soccer abbia perso nel corso degli anni lo scettro di Re incontrastato del videogame calcistico, in maniera forse troppo crudele e spietata. Se nel 2014 si prospettava un miglioramento, il 2015 è stato invece l’anno della delusione soprattutto a causa di una Konami parsa poco interessata che ha lasciato a sé stesso il titolo per molto tempo. Con rinnovata speranza (dopo una Demo tutto sommato gradevole e soddisfacente) abbiamo potuto finalmente mettere mano al nuovo Pro Evolution Soccer, che promette ogni anno ai giocatori un netto miglioramento e stavolta, un supporto maggiore da parte della casa di sviluppo giapponese. Quindi fischietto in bocca e calcio d’inizio. Pro Evolution Soccer 2017 si scrollerà di dosso il passo falso dello scorso anno?
Gameplay d’impatto
Il primo impatto è ovviamente dato dai menù di gioco, che sono stati in parte cambiati rispetto alla scorsa edizione, ma mantengono la stessa struttura “a schede”, con in primo piano le modalità più utilizzate dell’utente, come una sorta di cronologia. Il rinnovamento quindi è molto limitato, ma nel complesso le modalità di gioco sono ben esposte e facili da trovare, così come le opzioni di qualsivoglia genere.
Una volta avviato il gioco ed esplorato il menù ci siamo subito fiondati su una partita d’esibizione, con ovviamente il palco della Champions League come sfondo. Scelte le squadre e impostate le opzioni, la prima cosa che abbiamo potuto osservare sono i veloci caricamenti pre-partita, molto migliorati rispetto a quelli della scorsa edizione del gioco. Le ottime impressioni sul gameplay avute con la versione Demo, in questa edizione definitiva di Pro Evolution Soccer sono pienamente confermate: il titolo presenta un sistema di gioco divertente, mai frustrante o impossibile da padroneggiare e molto curato.
L’impatto grafico e tecnico con il titolo Konami è ottimo, con una fluidità a schermo eccellente e una cura maniacale per i visi dei giocatori. Unico neo è talvolta durante i replay delle azioni salienti, che non mantengono la stessa fluidità e pulizia dello scenario di gioco principale. Il comparto legato alle animazioni è anch’esso di grande qualità, con una grande varietà di movimenti dei calciatori a seconda della situazione in campo. Un elogio anche per gli stadi che risultano essere ben ricostruiti sotto ogni aspetto, così come è sicuramente positiva l’atmosfera dei tifosi sugli spalti.
Il miglioramento più evidente per il comparto di gioco è quello relativo ai portieri, e in generale alla difesa. L’estremo difensore della nostra porta infatti è ostico da superare, rendendo le partite molto più equilibrate e reali. Certo, in alcuni casi capita di osservare degli errori ad esempio sulle respinte ma tutto sommato segnare e subire una rete è divenuto molto più complesso. Passando invece al comparto difensivo oltre la porta, la questione è leggermente più difficile da discutere. Abbiamo giocato molte partite a Pro Evolution Soccer e il nostro verdetto sulla porzione di difesa del campo è positivo, ma con qualche riserva.
Una critica comune alle scorse edizioni del gioco era legata ai passaggi filtranti, che troppe volte mandavano in porta l’attaccante senza una reazione degna di nota della difesa. Questo problema è stato nettamente migliorato, e i passaggi alti e filtranti adesso sono meno efficienti, grazie soprattutto a un ottimo posizionamento dei giocatori in campo. L’aggressività e decisione della difesa si scontra però con alcune situazioni per nulla positive: difatti non capita di rado che pressando la difesa avversaria questa si lasci rubare il pallone con estrema facilità creando le premesse per un’azione da goal. In altre parole, i difensori invece che passare la sfera ai compagni tendono a tenerla per troppo tempo ai piedi, e sotto pressione dei nostri giocatori è molto semplice rubarla.
Nota positiva finalmente anche per gli arbitri che sono risultati essere molto più severi rispetto alla scorsa edizione del gioco. Talvolta però i falli che in realtà dovrebbero essere da cartellino rosso (ad esempio nelle chiare azioni da goal) non vengono così tanto penalizzati, e si arriva al massimo al cartellino giallo. Non è una situazione comune, ma è successo.
Come avevamo sottolineato durante la prova della Demo, un fattore importante che non viene ancora considerato da Konami riguarda la stanchezza dei giocatori. Un calciatore completamente stanco, riesce comunque a scattare ed essere lucido nel passare il pallone e calciare verso la rete. Una situazione surreale che ci aspettavamo migliorasse in questa edizione. Altra osservazione riguarda i passaggi lunghi che sembrano essere sempre troppo “telecomandati”, ma in questi casi giocare con i controlli manuali renderà tutto più difficile e realistico.
Accanto al campo di battaglia vi è un interessante comparto tattico, che è stato in questa edizione migliorato e integrato. Sarà possibile infatti assegnare ai tasti direzionali alcune “istruzioni avanzate” che vanno a cambiare drasticamente il piano di gioco della nostra squadra. Un esempio è il comando che permette ai terzini di muoversi con decisione verso la zona offensiva, tattica che però è indubbiamente pericolosa poiché lascia la zona di difesa semi sguarnita. Comunque sia le istruzioni avanzate funzionano alla grande e una volta presa familiarità con questi comandi il sistema di gioco cambia nettamente.
Master League, alti e bassi
La modalità regina di Pro Evolution Soccer è sempre stata, per la stragrande maggioranza dei fan, la Master League, ossia una sorta di carriera allenatore che quest’anno si è arricchita con numerose novità. Troveremo chicche come: l’ultimo giorno di calciomercato, la possibilità dei prestiti per sei mesi, la tanto insperata separazione dei budget per i trasferimenti e gli stipendi, la personalizzazione profonda del nostro alter-ego in panchina e altre piccole perle come l’opportunità di scegliere durante la nostra carriera un giocatore preferito all’anno.
Sono certamente elementi che aumentano di molto il realismo e il divertimento in questa modalità, ma se da una parte siamo rimasti soddisfatti di queste migliorie, dall’altra abbiamo constatato come alcuni problemi che hanno afflitto le scorse edizioni della Master League persistono anche quest’anno. Un esempio lampante è il mancato aggiornamento dei partecipanti alle competizioni europee (che sono ferme al 2008-2009) e le folli offerte di alcune squadre verso giocatori anche molto avanti con l’età. Se riuscirete a passare sopra questi difetti, allora la Master League vi regalerà anni (virtuali) di puro divertimento, ma noi sinceramente ci aspettavamo qualcosa in più. Non fraintendete il giudizio, è una modalità che mantiene sempre un certo tipo di fascino e divertimento, ma sono evidenti anche i limiti di questa tipologia di contenuto.
Licenze e Community
Il capitolo delle licenze in Pro Evolution Soccer è sempre stato un punto cruciale per i giocatori. Mai come quest’anno purtroppo le squadre completamente licenziate sono veramente esigue e per alcuni utenti questo vuol dire evitare a prescindere l’acquisto del gioco. Non vogliamo entrare nei dettagli delle trattative per il marchio delle squadre, ma un distacco così forte dal concorrente è sicuramente un difetto non da poco, che scoraggerà molti giocatori dall’acquisto. Ci sentiamo comunque di sottolineare come il lavoro degli “editor” e della community di PES sia sempre di altissimo livello, e inoltre quest’anno è stata aperta la possibilità di importare le divise e le modifiche tramite chiavetta USB anche per la versione PlayStation 4. Aspettiamoci quindi già al lancio del gioco un enorme mole di contenuti creati dagli utenti.
Konami, dopo la pessima situazione dello scorso anno, ha provveduto a fare un aggiornamento completo e ha inoltre previsto degli update settimanali che andranno a modificare i valori dei giocatori in linea con le prestazioni reali in campo.
Online e dintorni
Dopo l’apertura dei server da parte di Konami, ci siamo finalmente immersi anche nel comparto online e multiplayer di Pro Evolution Soccer 2017. E’ stato possibile constatare come la casa di sviluppo nipponica abbia rispettato le promesse dei scorsi mesi: le rose delle squadre sono state completamente aggiornate all’ultimo calciomercato. La modalità online su cui Pro Evolution Soccer 2017 punta ormai da qualche anno è MyClub: una sorta di carriera allenatore completamente legata alla connessione internet e dalle caratteristiche particolari.
Si parte da una squadra parecchio scarna con giocatori praticamente sconosciuti e si dovranno ingaggiare atleti utilizzando osservatori, o agenti speciali. La questione però è molto più complessa di così, e uno dei difetti di MyClub è proprio la complessità e poca chiarezza che la contraddistingue. Il breve tutorial durante il primo accesso alla modalità pur essendo abbastanza utile non è sufficiente a fare completa chiarezza. E’ inevitabile pensare che MyClub sia una risposta al noto FIFA Ultimate Team, ma Konami non è riuscita a ricreare un degno avversario alla modalità del concorrente, che infatti non riesce a brillare. MyClub non è affatto una pessima modalità ma non offre quel grado di coinvolgimento che ci aspettiamo ormai da anni.
Il comparto online di PES 2017 si compone poi delle classiche modalità: Divisioni, Amichevoli online e Competizioni. Nonostante ci siano stati dei miglioramenti su questo fronte, il match-making è ancora estremamente lento, e passeranno minuti prima di incontrare un avversario, soprattutto con squadre dello stesso livello. Tra le opzioni c’è comunque la possibilità di rimuovere i limiti legati al proprio livello, e incontrare quindi utenti anche molto diversi da noi. In questo caso vi sono dei miglioramenti sulla ricerca, che però rimane comunque abbastanza lenta.
Pro Evolution Soccer 2017 si è dimostrato un gioco in netto miglioramento rispetto alla scorsa edizione, con un gameplay divertente e coinvolgente. Possiamo ritenerci soddisfatti del titolo Konami, che ha ascoltato i feed degli appassionati, rendendo più aggressiva e precisa la CPU, con difesa e portiere finalmente all’altezza e un aggiornamento delle rose al day-one. Non è tutto oro quel che luccica però: alcune piccole imprecisioni nella Master League (che perdurano da molto tempo), un online non veramente coinvolgente e l’ormai costante problema delle licenze possono infatti penalizzare il titolo rispetto al diretto concorrente. Senza però voler fare confronti con altri giochi, Pro Evolution Soccer 2017 è un ottimo titolo calcistico che vi terrà incollati al pad per molte e molte ore.
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Pro
- Gameplay divertente
- Tecnicamente ottimo
- Difensori e portieri all'altezza
- Miglioramenti nella Master League
- Licenza di Champions ed Europa League
Contro
- Stanchezza dei giocatori assente
- Imprecisioni nella Master League
- Poche licenze
- Comparto online non eccellente