Pro Evolution Soccer 2008 – Recensione Pro Evolution Soccer 2008
Un calcio al passato
Finalmente, direbbero in molti, la nuova versione del tanto acclamato Pro Evolution Soccer ha raggiunto il mercato. Ormai considerato il miglior gioco di simulazione calcistica, dal suo approdo su PS2 e anche precedentemente, la serie PES ha sempre conquistato migliaia e migliaia di cuori, portando i videogiocatori ad acquistarne i vari capitoli ad occhi chiusi. Dal 5° titolo si è raggiunta una situazione piuttosto stabile: grafica, giocabilità e opzioni già collaudate, si mantengono su una stessa linea di “non-sviluppo”. Compito di PES 2008, innovativo già nel titolo, è dare nuova aria ad una serie tanto ammirata che non può permettersi di deludere le aspettative di tutti i suoi fan.
Mancano ancora le licenze
E’ bene, a mio avviso, notare tali elementi, ad esempio la realizzazione grafica è sempre stata sotto l’attenzione di ogni utente. Trascurabile la presentazione iniziale, ancora una volta deludente, il menù principale presenta un’organizzazione totalmente diversa dal predecessore, una veste grafica rinnovata e, dirigendosi verso la partita, l’aggiunta di nuovi palloni.
Avviando il match vero e proprio si potrà notare una differenza sostanziale dalla tradizione PES: solo pochissimi campioni saranno perfettamente fedeli ai loro originali, mentre la cura di tutti i restanti giocatori si pone a livelli ridicoli, vergognosi (da vedere la folta chioma castana di Almiron). Sotto questo aspetto lo sviluppo ha veramente deluso, peggiorando di gran lunga i risultati ottenuti sinora dalle precedenti versioni.
Per la realizzazione delle divise invece bisogna distinguere, come sempre, fra squadre provviste di licenza e non. Le prime sono dotate di maglie ufficiali con tanto di sponsor, curate nei minimi dettagli e riprodotte sia nella versione di casa che in quella di trasferta.
Le seconde invece costituiscono uno degli anelli deboli di PES: un gioco così diffuso e fortunato deve assolutamente fare di tutto per acquisire tutte le licenze.
Questo gioco ha una distribuzione mondiale e non possedere la Bundesliga o i diritti della Premiership (tralasciando poi le leghe americane) causando parecchie delusioni in moltissimi tifosi fiduciosi: sarà possibile avere con licenza solo l’Eredivisie, la Ligue 1, la Serie A e la Liga spagnola; incredibilmente potremo vestire la maglia dell’Empoli, del Saragozza o di qualche altra squadra Olandese, ma non vedremo mai Cristiano Ronaldo, testimonial del gioco, nella divisa originale del suo United.
Sarà comunque possibile modificare le maglie non ufficiali per inserire diversi particolari e dettagli, opzione che però non diminuisce il disappunto sull’argomento.
Ritornando alla partita in sé, i movimenti rimangono molto simili a quelli della versione precedente e non sono cambiati notevolmente movenze, effetti, scontri e affini.
Vi è stata giusto una gradevole (ma talvolta irritante) modifica: quando senza rincorsa tirerete dalla distanza, trovandovi in buona posizione rispetto alla porta, dai vostri piedi partirà un tiro più simile ad un proiettile che ad un pallone calciato, lasciando di pietra anche il miglior portiere in circolazione. Da un punto di vista estetico ciò permette un felice ritorno alla vivace spettacolarità di PES 3, ma costituisce anche un elemento totalmente esterno e incontrollabile rispetto alla normale meccanica di gioco. Insomma, sul piano grafico PES cerca di ottenere, con qualche pasticcio, una sorta di compromesso fra simulazione e spettacolo, ma è ancora presente nel gioco una diffusa sistematicità e varie imperfezioni che limitano in gran parte entrambi gli aspetti. Si tratta in ogni caso di una realizzazione più che sufficiente, ma ancora lontani da quello che dovrebbe essere un ottimo risultato.
1 a 0, palla al centro
Riavvicinandoci all’argomento della meccanica di gioco, viene spontaneo parlare della vera e propria giocabilità ed esaminarne gli aspetti fondamentali. Come anticipato prima PES è un titolo già affermato e l’obiettivo principale degli sviluppatori diviene l’innovazione più che la realizzazione. Si richiedeva in questo capitolo un sistema nuovo, giovane, divertente ma allo stesso tempo realistico e non troppo lontano rispetto ai capitoli appena precedenti.
Ebbene, a dispetto del più pessimista fra i critici, Konami ce l’ha fatta. Ci ritroviamo davanti un figlio di PES 6, ma più veloce, preciso e meno schematico.Il 2008 è più divertente ma anche più realistico: adesso il portiere del TEAM A non bloccherà più i tiri dal perimetro diretti all’incrocio o le “sciabolate” a filo d’erba dal dischetto verso l’angolino. Questo però è dovuto, da un lato, al buon lavoro che ha portato alla risoluzione di un problema, dall’altro alla superficialità che ne ha creato un altro. E’ vero che adesso i giocatori non si troveranno davanti saracinesche umane con otto tentacoli, ma in certi casi si ritroveranno vere e proprie comparse utili a fare numero. Le uscite dei portieri sono diventate pessime, scoordinate, inadatte e nella quasi totalità dei casi controproducenti. Quando un avversario si starà involando verso la porta lateralmente vi converrà lasciare il vostro portiere lì dov’è, se non vorrete subire con ogni probabilità un gol “a porta vuota”. E’ rimasta efficace l’uscita a valanga frontale: corsa all’impazzata, schianto suicida contro il tiro dell’avversario e parata da campione!
Per il resto, tutto è più regolare e vivace, i passaggi sono più diretti e rapidi, i cross efficaci, i contrasti aerei migliorati; i difensori reagiscono meglio ai cambi di direzione e gli attaccanti talvolta possono anche perdere palla più umanamente di quanto spesso accadeva in precedenza. Gli orrori di PES 6 sembrano essere scomparsi, ma ci ritroviamo comunque di fronte ad un gemello. Se è vero che molti elementi sono stati migliorati, altri sono indiscutibilmente rimasti gli stessi: anche se con minor frequenza, capiterà di vedere senza motivo tiri al rallentatore o passaggi che prenderanno direzioni insensate.
L’uno-due non risponde più in maniera rapida ed efficiente, in quanto spesso il giocatore scatterà troppo tardi o verso direzioni svantaggiose, inoltre qualche volta sarà il passaggio di ritorno a sfuggire al vostro controllo e a mandare in fumo un’azione.
E’ stato migliorato e “riabilitato” invece il passaggio filtrante alto, pesantemente condannato nell’ultimo capitolo, mentre l’I.A. sarà molto più portata ad aggredire ed attaccare, ma ciò lascerà anche più spazio alle vostre manovre; ovviamente gran parte di questi aspetti dipenderanno soprattutto dalla difficoltà scelta. Interessantissima è l’idea del profilo generale (stranamente inserito nel menù “lista canzoni”) che vi permetterà di tenere sempre d’occhio tutte le vostre statistiche di gioco con un dettaglio notevole: numero, percentuali, serie consecutive, di tutto e di più verrà immagazzinato nel vostro profilo personale che spesso vi sarà utile consultare per completare tutti gli obiettivi presentati dalla CPU (talvolta davvero impegnativi); delle vere e proprie sfide alla bravura che ogni veterano vorrà superare ad ogni costo. Come previsto permangono alcuni aspetti negativi, ma bisogna riconoscere l’ottimo lavoro svolto da Konami e gli importanti miglioramenti che hanno riportato questo titolo agli stessi livelli della sua fama.
Un tour mondiale
Pressoché immutate invece le competizioni ormai classiche: così come campionato e coppa, la Master mantiene le solite opzioni, con tre diverse modalità d’inizio: con i giocatori Master, una squadra reale o il team da voi scelto calciatore per calciatore.
Con la prima controllerete una squadra di sconosciuti, inventati, dalle abilità piuttosto scarse ma con stipendi irrilevanti; con la seconda vi ritroverete in poche parole a sostenere un normale campionato con la possibilità di acquistare/vendere/scambiare giocatori. La terza infine è adatta a chi vorrebbe il team ideale sin da subito e con essa pensa di riuscire a guadagnare in poco tempo abbastanza denaro da pagare gli onerosi ingaggi dei giocatori.
L’allenamento (libero o specifico) e la modalità modifica sono praticamente immutate, ma la vera e propria innovazione sta nel “tour mondiale”. Questa nuovissima opzione (veramente ben realizzata) può essere considerata il punto di forza in assoluto: sulle orme della maggior parte dei videogames sportivi, il tour mondiale vi assegnerà man mano missioni diverse per ogni turno; saranno varie sfide da superare giocando contro una delle squadre (scelta casualmente dalla CPU) appartenenti alla zona in cui si affronta la missione (turno africano, turno Asia/Oceania, ecc…). Potrete iniziare da momenti diversi della partita, con obiettivi sempre più difficili e talvolta anche insoliti. Sicuramente una modalità divertente che conquisterà l’attenzione e il gradimento della maggior parte dell’utenza: una novità che proprio questa utenza aspettava da diverse edizioni e che pone in ombra le ormai ripetitive e classiche competizioni.
Go to the goal
Ultimo argomento fondamentale di un gioco calcistico è sicuramente la cronaca che accompagna le nostre partite. La canonica coppia Marco Civoli – Mauro Sandreani è stata confermata ancora una volta, anche se il nome del primo fra i due sembra non essere mai pronunciato né indicato da qualche parte, probabilmente per una questione di diritti d’immagine. In ogni caso, la cronaca è stata migliorata e arricchita, i commenti di Sandreani sono molto più curati e i due cronisti interagiscono più spesso fra di loro. E’ stata aggiunta anche una vera e propria playlist musicale che vi accompagnerà durante la navigazione nei vari menù, sullo stile delle EA TRAX: purtroppo però vi troverete davanti la brutta copia del sistema Electronic Arts, in quanto non solo saranno musiche non registrate (bensì inventate dallo sviluppo), ma la loro visualizzazione imiterà in modo pessimo quella di EA indicando il titolo nella parte superiore del riquadro e il genere in quella inferiore. Un elemento che fa guardare con malinconia alle lontane playlist ufficiali di EA ed evidenzia l’inferiorità di PES per quanto riguarda la colonna sonora.
Arrivando al dunque, PES 2008 sarà giocabile anche dai vecchi utenti PES 6 senza difficoltà, infatti le novità apportate rendono più divertente il sistema di gioco e lo migliorano, ma solo nei dettagli, mentre le fondamenta sono rimaste pur sempre intatte.
Da elogiare comunque lo sforzo innovativo, che ha anche dato vita al tour mondiale, capace di rinvigorire la longevità del gioco e soddisfare l’utenza (almeno fino all’uscita della prossima versione) mentre la realizzazione grafica dei giocatori delude molto. Si potrebbe fare certamente di più per le licenze e magari per qualche colonna sonora ufficiale di alto livello.
Un titolo che stavolta soddisfa certamente più di quanto fosse accaduto in passato, e che sicuramente si candida come uno tra i migliori giochi di simulazione calcistica, ma che potrebbe sicuramente dare qualcosa in più ai suoi innumerevoli appassionati.