Pro Cycling Manager Season 2014 – Recensione
In un saggio sulle “Massime e pensieri di Napoleone“, Honoré de Balzac scriveva: “Se la perfezione non fosse una chimera, non avrebbe tanto successo“. Allo scrittore francese fa eco il filosofo tedesco, Johann Gottlieb Fichte che scrisse: “La perfezione non è essere perfetti, ma tendere continuamente ad essa“. Abbiamo scomodato due grandi geni del passato per dare il giusto merito a Pro Cycling Manager 2014. Il nuovo capitolo di un gruppo di formidabili sviluppatori francesi, Cyanide Studio, che ritorna con un nuovo capitolo della simulazione ciclistica su PC. Il team di sviluppo francese ha ulteriormente rinnovato quella pietra miliare e le basi poste con la versione 2013, implementando qualche nuova feature che non può fare altro che migliorare un prodotto già quasi perfetto di suo, come dimostra il grande successo di vendite che ha fra gli appassionati del genere.
Diventa il Direttore Sportivo
La modalità principale della serie Pro Cycling Manager, che debuttò nel 2011 senza il prefisso “Pro”, è sicuramente la modalità “Carriera”. Il videogiocatore è chiamato a diventare il Direttore Sportivo di una delle 75 squadre presenti nel database, 18 UCI World Tour, 17 Continental Pro e 40 Continental, o addirittura si potrà creare una propria squadra partendo da zero, dovendo quindi iniziare subito a fare il ciclomercato. La vasta scelta che il videogioco concede è sicuramente uno dei punti di forza della modalità carriera, si potranno infatti ammirare le celebri squadre italiane come la Cannondale, le altre meno famose come la Bardiani CSF e la Yellow Flow, o ancora iniziare dal basso con l’Area Zero. Questo è solo il preambolo alla profondità che la modalità carriera concede. Una volta scelta la squadra, infatti, ci dovremo sedere alla scrivania e iniziare a programmare la stagione, partendo dagli stage del ritiro, fino ad impostare per ogni ciclista della nostra squadra, quali debbano essere gli obiettivi stagionali e su quali corse concentrarsi, cercando di soddisfare anche l’ambizione dello stesso.
Obiettivi e ambizione sono uno dei punti focali di questa versione. Dopo avere settato le corse sulle quali il ciclista dovrà impegnarsi, apparirà un grafico di allenamento, in cui saranno visibili i picchi di forma e la stanchezza accumulata: insomma, se il nostro obiettivo è il Giro d’Italia, è ovvio che il picco della forma dovrà essere nelle settimane antecedenti l’inizio della competizione e non mesi prima quando ancora saremo lontani dal nostro obiettivo. Questi fattori inoltre determineranno anche la voglia che il nostro ciclista avrà di mettersi in mostra nella competizione. Prendiamo ad esempio Peter Sagan: lo slovacco è uno dei pezzi pregiati della Cannondale, il suo obiettivo dichiarato è il Tour de France, e se decidessimo di non farlo partecipare alla Grande Boucle per inserirlo ad esempio in una più “facile” corsa regionale potremo avere delle ripercussioni sul morale del nostro ciclista che, a fine contratto, potrebbe anche decidere di non rinnovare il suo contratto con la nostra squadra. Gli obiettivi sono inoltre uno dei punti su cui dovremo lavorare con il nostro sponsor, perché anch’esso ha degli obiettivi da raggiungere, che si ripercuotono sui soldi che mette a disposizione per farci costruire la squadra. Il gioco ci permette comunque di cambiare gli obiettivi del nostro sponsor, rispettando comunque alcuni risultati, tenendo sempre a mente che a obiettivi minori corrisponde un guadagno minore.
Un altro dei punti fondamentali della nostra carriera da Direttore Sportivo è cercare di costruire una squadra adatta a ogni tipo di gara, dalle Classiche del pavé, alle salite di alta montagna. Certo ognuno potrà gestire la squadra come meglio vuole, formare un team di soli velocisti e passisti, come di soli scalatori e cronomen, anche se la bellezza dell’avere una squadra forte in ogni tipo di corsa è seconda solo alla bellezza del videogioco stesso. Fondamentale sarà quindi riuscire a fondere insieme le caratteristiche dei vari ciclisti, un Mark Cavendish sarà sempre uno dei favoriti nelle volate ma avremo bisogno anche di un Alberto Contador per vincere un grande giro, o di un Fabian Cancellara se vorremo dominare una cronometro. La modalità carriera di Pro Cycling Manager è talmente profonda che è difficile spiegare a parole quanto Cyanide Studio ci abbia veramente lavorato.
In sella ad una bici
Le vittorie non si ottengono solo dietro a una scrivania, ed ecco che entra in gioco anche la parte più divertente di questo videogioco, salire sui pedali in sella ad una bici e confrontarsi con le altre squadre. Come Direttore Sportivo della squadra il vostro compito sarà anche quello di guidare alla vittoria i vostri ciclisti, dando ordini dall’ammiraglia di attaccare piuttosto che difendere il capitano da eventuali attacchi, o ancora tirare il gruppo o andare in fuga. Oltre a questo il videogioco offre anche una grafica di tutto rispetto, se consideriamo che i manageriali solitamente non sono conosciuti per la loro grafica, riuscendo quindi a scorgere i numerosi e bei paesaggi riprodotti abbastanza fedelmente alla controparte reale. Andremo quindi sulla “Cima Coppi” del Giro d’Italia, sulle salite dei Pirenei nella Vuelta, nei boschi delle Classiche del Nord e sugli Champs-Elysées del Tour de France.
Il gameplay viene ancora una volta rinnovato: la gestione della corsa è ora molto più reale, saranno importanti le decisioni che prenderete nel corso della tappa come un attacco da lontano, con le abilità da passista di Niki Terpstra potrete ad esempio cercare di staccare il gruppo negli ultimi chilometri, oppure cercando di costruire un treno per favorire il proprio velocista nella volata. Le abilità dei ciclisti in questo senso sono molto simili al reale, difficile che un ciclista che non ha attitudini da velocista riesca a prevalere in una volata con Marcel Kittel, come è difficile fare la differenza con uno scatto in salita e cercare di staccare il gruppo se non sei Nairo Quintana.
Oltre a questi dettagli ci sarà da tenere conto anche dello stato di forma e del recupero dei ciclisti. Dopo ogni tappa, infatti, il nostro ciclista potrebbe accusare stanchezza, non riuscendo a rendere bene in quella successiva, o potrebbe invece essere in forma e quindi riuscire a vincere anche quando non è il favorito.
Pista e Armada
Altre due modalità del videogioco sono “Pista”, nel Single Player, e “Armada”, nel multiplayer, che restano comunque due modalità di nicchia rispetto alla carriera. Scegliendo la pista i videogiocatori saranno proiettati nella classica pista ovale, come accade nelle Olimpiadi, una modalità sicuramente divertente che aiuta a staccare dallo stress del lavoro come Direttore Sportivo. Certo il videogioco non è conosciuto per questa modalità che, sebbene sia realizzata bene, non offre gli stessi spunti e la stessa difficoltà della modalità carriera, rendendo il gioco un po’ più arcade e perdendo quel livello di simulazione che ci fa apprezzare questo titolo, rimanendo comunque un ottimo passatempo con cui divertirsi. Infine la modalità “Armada” ricalca le orme della modalità “Ultimate Team” di FIFA, in cui sbusterete i pacchetti che possono contenere ciclisti, attrezzature, da sbloccare con i crediti acquisiti nel gioco oppure comprando crediti con soldi veri. Anche la modalità “Armada”, come la modalità “Pista”, offre una valida alternativa alla modalità “Carriera”, che rimane comunque il punto di forza di questo titolo, in cui si incentrano i maggiori forzi degli sviluppatori.