Pro Cycling Manager 2016 – Recensione
Pro Cycling Manager 2016 deve molto al suo predecessore ed anzi ne ricalca in tutto e per tutto la strada già tracciata riproponendo tutte le modalità e le opzioni del precedente capitolo. A tal proposito ricordiamo che è un gioco manageriale e simulativo, ma non si controlla direttamente il proprio ciclista. A prescindere dal tipo di gara selezionata, il giocatore si comporta sempre e solo come team manager della squadra, può impartire dunque parecchi ordini e controllare una infinita di parametri, ma se siete tra quelli che preferiscono “pilotare” direttamente un corridore, allora questo gioco non fa per voi. D’altra parte stiamo parlando di un gioco che fa dell’allenamento programmato, dei bilanci economici e del prestigio del proprio team i suoi punti di forza, per cui il mancato controllo diretto del ciclista non è un aspetto così importante. A parte queste valutazioni puramente di gameplay possiamo comunque dire che Pro Cycling Manager non è, in ogni caso, un gioco adatto a tutti. Un lunghissimo tutorial costituito da pop-up riesce a spiegare per filo e per segno ogni aspetto delle modalità di gioco, ma la simulazione proposta da Cyanide rimane comunque un gioco per appassionati di un certo livello, pazienti e magari già conoscitori dello sport in questione.
Una montagna…di parametri
Pro Cycling Manager 2016 offre tre modalità di gioco in singolo: il ciclismo su pista con le relative specialità, la possibilità di assumere il comando di tutta una squadra per completare varie Stagioni, ed infine la modalità Pro Cyclist, ossia la storia di una giovane promessa del ciclismo da allenare e far crescere sulla falsariga delle Carriere ormai tipiche di FIFA o NBA 2K. Tutte queste modalità, a tratti molto impoverite della sezione gestionale, si possono poi ulteriormente giocare online con tutta una serie di punteggi e classifiche, ma sopratutto con una difficoltà strategica molto appagante visto il livello di sfida proposto dal gareggiare con altri utenti. Il gioco si presenta abbastanza ostico e per assurdo, iniziare giocando la modalità Pro Cyclist aiuta a digerire meglio alcuni degli aspetti peculiari sopratutto per quanto riguarda l’allenamento. Il tutto è chiaramente volto a massimizzare il rendimento dei nostri atleti in vista di un determinato evento tramite la gestione dei carichi di lavoro e di recupero dalla fatica. Gli eventi poi procedono in una sorta di “domino”, per cui si partirà gestendo una squadra con un certo livello di prestigio e soddisfando certi requisiti si otterranno inviti per corse via via sempre più importanti. Anche in questo caso l’attenzione è essenziale perchè il calendario è davvero fitto e seppure non sempre tutte le licenze siano ufficiali, comprende veramente una miriade di gare di ogni tipo ed in ogni angolo del mondo. Accortezza quindi nello scegliere gli impegni, perchè un invito ad una corsa prestigiosa come può essere la Freccia-Vallone richiede di completare degli obiettivi che potrebbero essere sul lungo periodo controproducenti per il proseguo della stagione.
Buono sprint tecnico
Rispetto allo scorso capitolo gran parte delle interfacce di Pro Cycling Manager sono state riviste. La novità maggiore si trova nel menù durante la gara, con un HUD ordinato e molto più fruibile che in passato, anche se nei momenti più concitati capita di perdere di vista il puntatore del mouse. Parecchie migliorie grafiche, con i classici paesaggi della serie ricostruiti fedelmente e con dovizia di particolari, alcuni percorsi trasmettono una idea di realismo ed immersività che sembra quasi di essere realmente a bordo tracciato ad osservare la gara. Peccato per certe incertezze, una su tutte la compenetrazione tra ciclisti e vetture della direzione gara ed una animazione della folla piuttosto legnosa e ripetitiva, e l’impossibilità di dare una maggiore personalizzazione al nostro Pro Cyclist che invece sviluppa le sue varie caratteristiche in base ad un allenamento di tipo generico. Riguardo l’IA, aspetto cruciale in un gioco di questo tipo, si notano invece alcune incongruenze. Il principale miglioramento funziona: le tappe favorevoli ad un certo tipo di ciclisti, vengono vinte da quel tipo di ciclisti, e fin qui ci può stare. Purtroppo questa rigidità dell’IA fa si che simulando una gara in pianura, si arrivi quasi sempre allo sprint, così come simulandone una montana non si notano particolari strategie dell’IA come ad esempio un attacco dalla lunga distanza. Tutto questo si riflette anche sulla modalità Corsa 3D in cui vivere in diretta la gara stessa. Nel ciclismo moderno non è più così raro che un corridore riesca a portare a termine una fuga solitaria in una tappa in salita, o che il gruppetto giusto possa sfoderare una azione decisiva quando ormai la tappa sembra debba finire con una volata. Certo si parla di eccezioni che si verificano una tantum ma che Pro Cycling Manager 2016 sembra voler imbrigliare a favore di quella coerenza di cui si parlava prima. C’è comunque da dire che nonostante tutto è sempre possibile impostare una strategia di successo. Per finire parliamo della sezione audio, piuttosto deludente per larghi tratti sopratutto nelle musiche, molto simile a quella dell’anno precedente.