Predator: Hunting Grounds – Recensione
Giunge un nuovo videogioco dedicato al celebre franchise fantascientifico di Predator, ma questa volta interamente incentrato su un multigiocatore competitivo di tipo asimmetrico. Sviluppato da Illfonic e pubblicato da Sony Interactive Entertainment, Predator: Hunting Grounds porta gli utenti in un sistema di gioco che vede affrontarsi una squadra di quattro mercenari e un alieno appartenente alla razza Yautja. Partiamo innanzitutto dal punto di vista di uno dei predatori più famosi del mondo cinematografico.
Cacciatore
In Predator Hunting Grounds, nei panni del Predator l’obiettivo sarà sostanzialmente quello di eliminare (o cacciare, per essere più precisi) il team di soldati mercenari entrati nel nostro terreno di caccia. Questo possibilmente anche cercando di recuperare il “trofeo di caccia” dai giocatori morti o atterrati. Per fare ciò il nostro guerriero Yautja sarà dotato di un variopinto arsenale di armi, anch’esse rese celebri dai diversi film. Il nostro strumentario di base sarà costituito dalle classiche Lame da polso e dal Plasma Caster fisso sulla nostra spalla. A questi andranno poi ad aggiungersi un buon numero di armi sbloccabili unicamente guadagnando esperienza e salendo di livello; proprio per questo motivo, purtroppo, il gameplay durante i primi livelli risulta essere fin troppo povero di possibilità.
Questo equipaggiamento aggiuntivo (del quale potremo portare con noi al massimo due pezzi) è quello maggiormente in grado di espandere e rendere varie le possibilità durante la caccia. Parliamo infatti di strumenti in grado di semplificare e rendere più efficaci i nostri attacchi corpo a corpo, altrimenti troppo lenti con le Lame da polso, utili per creare scompiglio tra le prede o per immobilizzarle temporaneamente e fino ad arrivare a miglioramenti considerevoli per il combattimento a distanza. Nonostante il gioco metta a disposizione un discreto numero di armi, speriamo che con i prossimi aggiornamenti queste possano aumentare ancora di più, così da aumentarne anche la varietà di approccio al combattimento.
Ad Arco, Net Gun, Smart Disc e Spada da combattimento va inoltre ad aggiungersi la cosiddetta attrezzatura. Si tratta di equipaggiamento utile a semplificare la nostra caccia e, anche in questo caso, tutto sbloccabile con la progressione di livello. In questo caso potremo portare con noi un massimo di tre di questi oggetti (scelta semplice dato che sono in totale quattro) che spaziano dall’imprescindibile kit medico fino ad arrivare all’esca sonora e alle trappole per orsi. Importante precisare che, per curarsi, l’unica alternativa al kit medico sarà cibarsi dei corpi di cinghiali: potremo ucciderli noi stessi o sperare che infastidiscano troppo la squadra dei soldati in modo che questi facciano il lavoro sporto al posto nostro e ci facciano trovare un bel cinghiale pronto per pranzo.
Ultimi nel vasto arsenale di Predator Hunting Grounds, ma non per importanza, troviamo due oggetti essenziali per ogni Predator: si tratta infatti del Terminale da polso e della Maschera. Entrambi richiederanno il riempimento di una barra di energia per essere utilizzati, e mentre il primo risulterà essenziale per utilizzare la schermatura che rende invisibile il nostro cacciatore, la Maschera, oltre ad essere elemento di personalizzazione estetica, è stata resa un’elemento di gameplay molto più attivo di quello che ci si potrebbe aspettare.
Di base essa ci permetterà di sfruttare la visione termica per evidenziare rapidamente tra la boscaglia i giocatori o i soldati npc; inoltre ci consentirà di individuare suoni (sostanzialmente lo sparo dei soldati) e valutare approssimativamente la posizione dei giocatori quando lontani (o seguirli con un tracciatore quando vicini). La Maschera è però anche un nostro punto debole dato che, dopo aver subito un certo numero di colpi, sarà distrutta e resa inutilizzabile; in queste condizioni non sarà per nulla impossibile perdere di vista la squadra di mercenari che potrebbe così guadagnare minuti preziosi per organizzare la propria offensiva.
La dotazione più variabile è però rappresentata dai vantaggi. Si tratta di modificatori utili a creare vere e proprie build e in grado di fornire un aiuto aggiuntivi aumentando, ad esempio, il danno inflitto in corpo a corpo piuttosto che gli utilizzi della nostra attrezzatura o persino aumentare la quantità di esperienza ottenuta. Questa volta il numero di possibilità e combinazioni in Predator Hunting Grounds è molto più cospicuo, specialmente perché è possibile equipaggiare un massimo di tre di queste abilità.
Ciò che contraddistingue maggiormente il Predator durante il gioco è soprattutto la sua eccellente agilità. È proprio questo, utilizzato all’unisono con ogni altro oggetto, a rendere questa creatura tanto temibile. Sarà infatti possibile eseguire enormi balzi per cambiare rapidamente posizione o sfruttare il cosiddetto PredKour per arrampicarsi sugli alberi e da qui spostarsi rapidamente da un ramo all’altro per inseguire le nostre prede o per cercare punti di vantaggio. Tutto questo risulta essenziale anche perché lo Yautja è forte, ma lungi dall’essere immortale… ricordate sempre che “se sanguina, può essere ucciso!” e, magra consolazione una volta sconfitti, potremo comunque provare a portare via con noi qualche giocatore attivando l’autodistruzione.
Concludiamo con la personalizzazione del nostro cacciatore in Predator Hunting Grounds. Innanzitutto sono presenti tre diverse classi di Predator tra cui scegliere (e tutte sbloccabili salendo di livello): la versione base ed equilibrata in termini di agilità e salute, una incentrata maggiormente sul combattimento a distanza, con sua salute bassa e alta agilità, e l’ultima dedicata al combattimento ravvicinato, con salute massima e scarsa capacità di movimento.
A questo si aggiunge, infine, un’alta (ma non troppo) possibilità di personalizzazione estetica per modificare colore e motivo della pelle, dei “Predlocks” e così via. Questi ultimi elementi possono essere ottenuti unicamente tramite specifiche “loot boxes” acquistabili con i crediti, in forma di Veritanio, ricevuti dalle partite o trovati nei panni dei mercenari.
Preda
In Predator Hunting Grounds il gioco nei panni dei mercenari è, purtroppo, quello meno particolare ai fini del gameplay. Si tratta di una modalità di gioco creata in tipico stile sparatutto e riadattata con possibilità di personalizzazione molto simili a quelle del cacciatore. Dovremo infatti fare squadra con altri tre giocatori per completare degli obiettivi diversi per ogni missione, che variano dal difendere un oggetto al liberare un avamposto o eliminare un bersaglio, e che sostanzialmente ci poteranno ad affrontare gruppi di soldati controllati dall’IA. Una volta completate le missioni a noi assegnate (entro il tempo limite della partita) dovremo raggiungere il punto di estrazione e fuggire con l’elicottero.
L’alternativa sarà quella di sconfiggere il Predator e in tal caso avremo diverse opzioni a nostra disposizione. Una volta azzerata la sua salute finirà in ginocchio e avremo il tempo di dargli il colpo di grazia prima che riesca ad attivare l’autodistruzione. Se riusciremo a fare ciò si attiverà un nuovo obiettivo che ci obbligherà ad abbandonare la missione attuale per proteggere il corpo dell’alieno dai nemici e farlo recuperare da un elicottero (raggiungendo così la vittoria). Nel caso opposto, invece, potremo tentare di disinnescare la bomba (ritornando al punto di prima) oppure semplicemente fuggire dall’area dell’esplosione per non restare uccisi; anche in questa circostanza la missione sarà completata direttamente.
Predator Hunting Grounds offre anche in questo caso due slot per armi da fuoco da portare con noi ma, in aggiunta, troveremo anche uno slot per l’arma corpo a corpo per il quale è attualmente disponibile solo un coltello. Le bocche da fuoco a nostra disposizione sono state suddivise in fucili d’assalto, fucili di precisione e “armi speciali” per il primo slot; pistole, fucili a pompa, mitragliatrici ed “armi special” sono dedicate invece al secondo slot; con l’aumentare del nostro livello otterremo accesso a nuove armi da utilizzare, ma che sostanzialmente hanno statistiche variabili rispetto a quelle della dotazione standard. Si tratta di una differenza consistente rispetto al Predator non essendo necessario l’ottenimento di nuovi strumenti per essere più performanti in battaglia.
È proprio questa differenza il motivo per cui, soprattutto nelle fasi iniziali di Predator Hunting Grounds, risulta più semplice giocare e vincere da mercenario; questo lieve sbilanciamento potrebbe anche arrivare a rendere frustrante il gioco nei panni dell’alieno (anche se vi ricordiamo che è un problema sostanzialmente legato ai primi livelli del gioco). Al fatto che un team ben organizzato possa paradossalmente finire per dare la caccia al cacciatore si aggiunge anche il fatto che i mercenari possono fare richiesta di rinforzi facendo riapparire i compagni morti in battaglia.
Attrezzatura e vantaggi sono stati utilizzati in maniera sostanzialmente analoga rispetto allo Yautja con la possibilità di utilizzare cure, granate, bonus esperienza, resistenza ai proiettili e molto altro. In aggiunta, avremo anche una possibilità extra per contrastare la dotazione del nostro “carnefice”, ovvero cospargere il nostro corpo di fango per diventare invisibili al suo visore termico. Inoltre ritroviamo anche qui diverse classi di mercenari dotate di alcune interessanti abilità passive, elementi di personalizzazione per il nostro avatar e skin per armi.
Comparto tecnico
Purtroppo questa è la nota più dolente di Predator Hunting Grounds e che non si limita al semplice livello di dettaglio tecnico. Il gioco presenta, infatti, un livello grafico abbastanza datato dovuto soprattutto a texture ambientali e degli npc non eccellenti, così come modelli degli npc certamente migliorabili e una distanza di visualizzazione non molto alta. Il tutto accompagnato da un framerate che, purtroppo, non riesce a mantenersi stabile neanche su PlayStation 4 Pro.
Altro problema evidente è l’intelligenza artificiale dei soldati nemici (che si limiteranno sostanzialmente a corrervi incontro) i quali, con l’aggravante data dallo scarso quantitativo di danno in grado di arrecare ai giocatori, finiscono per risultare pericolosi quanto i mob standard di un MOBA. Il fatto di non costituire un reale pericolo soprattutto per i mercenari finisce per rendere ancora più evidente lo sbilanciamento tra questi e il Predator (dato che alla fine, non essendo un pericolo per la loro salute, finiscono semplicemente per ridurre le munizioni a loro disposizione, cosa che può essere risolta facilmente).
Il gioco è purtroppo afflitto anche da un altro problema, anche se questo di carattere meno tecnico. Parliamo infatti del tempo necessario in coda per poter giocare come Predator piuttosto che come mercenario. Nel primo caso le tempistiche finiscono spesso e volentieri con il superare i 3 minuti (senza poi, una volta trovata la lobby, avere la certezza che questa sia piena); nel secondo caso, invece, parliamo di tempistiche molto più moderate che si attestano sui 30-40 secondi circa. Questo è probabilmente dovuto alla più alta richiesta di gioco nei panni dell’alieno, cosa che potrebbe essere ricondotta alla scarsa caratterizzazione del gioco da umano che finisce con l’essere identico a uno sparatutto qualsiasi.
Fortunatamente nulla di grave da segnalare sotto il punto di vista dei bug, e soprattutto si salva il comparto audio con effetti sonori perfettamente identici a quelli del film originale e in grado di creare un’atmosfera di ottimo livello. Nella stessa maniera si deve mettere in risalto il lavoro svolto a livello di level design che, nelle tre diverse ed ampie mappe giocabili, riesce a offrire una buona varietà ambientale e soprattutto tante possibilità d’azione (sfruttabili in misura maggiore dal cacciatore). Ultima nota di merito è la presenza di Cross-play con PC, cosa che permette di avere un maggior numero di giocatori a disposizione, anche se mancano un sistema di amicizia e inviti tra giocatori sulle due piattaforme.
Con Predator Hunting Grounds ci troviamo di fronte a un gioco nel complesso certamente ben riuscito, estremamente divertente da giocare e che potrebbe essere arricchito ancor più in termini di contenuti e possibilità con i futuri aggiornamenti; purtroppo il titolo è afflitto da un comparto tecnico che finisce per minare la riuscita complessiva del gioco, soprattutto a causa del framerate poco stabile e dell’IA nemica che la rende poco pericolosa. Per il resto si tratta di difetti complessivamente sormontabili con facilità, considerato ciò che il gioco ha da offrire.
Pro
- Gameplay divertente e ricco di possibilità
- Buone possibilità di personalizzazione
- Ottimo level design
- Comandi semplici ed intuitivi
Contro
- Lieve sbilanciamento tra le due fazioni nelle fasi iniziali di gioco
- Il gameplay da mercenario meriterebbe di essere caratterizzato rispetto agli sparatutto classici
- Comparto tecnico migliorabile