PowerUp Heroes – Recensione PowerUp Heroes
Quanti sono cresciuti leggendo manga giapponesi o comics americani? Quanti hanno sognato e sognano di emulare le gesta di Goku o di Tony Stark? Grazie alla periferica Microsoft ed al nuovo gioco Ubisoft, le nostre onde energetiche avranno finalmente ragione di esistere, perché silenziosamente, arriva sugli scaffali PowerUp Heroes, "casual fighting" targato Ubisoft Montreal.
Nel giorno più splendente, nella notte più profonda…
La terra è in pericolo, minacciata dal perfido Malignance. Giunto dallo spazio profondo, come un virus, diffonde oscuri poteri agli abitanti della terra rendendoli schiavi del suo volere. Poiché non può esistere il male senza il bene, sulle tracce del perfido conquistatore c’è Volta, anche lui dotato di fantastici poteri ma con una dose inferiore di fortuna. La sua astronave infatti si schianta al suolo lasciandolo poco più lontano in fin di vita. Il caso vuole che sia TU la persona più vicina al luogo dell’incidente, e grazie all’estremo sacrificio di Volta ora i suoi poteri sono i tuoi così come, adesso, la sua missione è la tua missione. Inizia così PowerUp Heroes, con una scena che a me piace tanto considerare un omaggio alla nascita di Lanterna Verde.
Eroi si nasce
L’aspetto estetico e sonoro del gioco sono forse le parti meno pregiate del prodotto: se da un lato risultano ben riprodotti gli avatar e i disegni in stile comics, dall’altro i livelli sono spogli e privi di dettagli convincenti. Va però sottolineato che il target del gioco è composto da bambini e ragazzi, non certo esigenti dal punto di vista tecnico, ma probabilmente più interessati alla giocabilità ed alla praticità, che di certo non manca in PowerUp Heroes.
KAMEHAMEHA!!!
Lo schema di gioco è quello dei classici picchiaduro 1 vs 1 dove al posto del "corpo a corpo" viene privilegiato lo scontro a "suon di supermosse"; parafrasando la pubblicità del Kinect, "il tuo corpo è il controller".
La battaglia avviene in maniera pressoché statica: il personaggio non si muove liberamente per l’arena di gioco, ma si trova sempre faccia a faccia con il suo antagonista.
I comandi base sono pochi, naturali e facili da memorizzare: si tratta di tendere il braccio in avanti per sferrare un debole colpo dalla lunga distanza (solitamente una piccola sfera di energia, utile ad interrompere i movimenti del nemico), alzare il ginocchio per lanciarsi contro l’avversario ed iniziare una sequenza di combo corpo a corpo, muovere il busto a sinistra o destra per far compiere un balzo laterale al nostro avatar, alzare il braccio sinistro al cielo per switchare tra i due costumi scelti prima dell’incontro. Abbinati a questi movimenti base, ogni costume permette di usare fino a tre supermosse, attivabili secondo una sequenza predefinita di movimenti concatenati tra loro (pensate all’onda energetica di Dragon Ball: prima si posizionano le mani giunte di fianco al busto, poi si tendono entrambe le braccia in avanti). Piccolo consiglio: se siete giocatori "navigati", come il sottoscritto, assicuratevi che le tende della sala non siano aperte, così eviterete di spiegare alla vicina che non vi stavate cimentando in una nuova disciplina. Colpire in sequenza un avversario o concatenare colpi differenti aumenta il danno inflitto, ma contemporaneamente attiva in lui la modalità "furia", che lo rende più reattivo e resistente ai successivi attacchi, evitando così che lo scontro sia a senso unico. Non pensate che l’essere veloci si traduca in maggiori colpi, o che sferrare un potentissimo pugno nel vuoto sortisca maggior effetto; oltre al timer che impedisce l’uso indiscriminato della stessa mossa, ciò che fa davvero la differenza è la precisione con cui vengono eseguiti i movimenti, e, naturalmente, le caratteristiche del costume che si indossa.
– lag + divertimento
L’idea sul quale ruotano i meccanismi del gioco non è certo innovativa (impossibile non ricordate il gioco DarkWind e la periferica Gametrak), così come non fa gridare al miracolo la grafica o la profondità della narrazione, ma ciò che piace veramente è l’implementazione del Kinect, che merita quantomeno d’essere menzionata. Fino ad oggi, raramente abbiamo giocato a titoli dove la risposta dei comandi è così immediata come in questo caso; anche la banale navigazione del menu interno è intuitiva e rapida, da sembrare anche più reattiva dell’interfaccia del menu Xbox. Con questo non voglio creare false speranze: non pensate di vedere il vostro avatar compiere esattamente i vostri movimenti, dovete pensare alle vostre azioni come "interruttori" che vengono interpretati e tradotti in comandi, come avverrebbe, analogamente, se pigiaste i tasti e le leve analogiche del pad.
Concludendo
Story mode, single player, multiplayer online e locale sulla stessa console possono rendere piacevole e duratura l’esperienza. Come altri giochi per Kinect, il potenziale di PowerUp Heroes sta tutto nel gioco in compagnia; benché sul Live! non ci siano molti avversari da sfidare, complice forse la scarsa diffusione del gioco, ci resta sempre l’ottima modalità sfida, dove però sarà ammesso un solo Avatar personalizzato per volta. In buona sostanza è un gioco poco impegnativo, da cui non è lecito pretendere decine di ore di intrattenimento, ma che può svolgere egregiamente il suo ruolo nella fascia di mercato a cui è destinato.
"Ma adesso vogliate scusarmi, il mondo ha bisogno di me" (NdR)