Pokemon Pearl Version – Recensione Pokemon Perla
L’attesa è finita
A quattro anni dall’esordio di Pokemon Rubito & Zaffiro, e a poco meno dall’uscita della versione Smeraldo, ultimo modello "classico" dell’ormai radicato must per console portatili che da ormai dieci anni appassiona i giocatori di tutto il mondo, Pokemon ritorna nella sua versione originaria con Perla & Diamante; non parliamo di spin-off, ma di quello vero, più venduto e giocato. Le due nuove edizioni del videogames spettano al Nintendo DS: una moltitudine di giocatori potrà nuovamente immergersi nel mondo dei Pocket Monsters, per catturarli, allenarli e potersi misurare con gli altri allenatori facendoli combattere. Nonostante questo sia il Pokemon nella sua versione originale troviamo qualche curiosa novità, tra le quali primeggia la possibilità di connesione ad Internet. Nintendo, attraverso Pokemon Perla & Diamante, si avvicina per la prima volta al mondo telematico, accontentando, almeno in parte, i videogamers, che avranno ora la possibilità di scambiarsi i pokemon e di duellare via Internet, grazie alla connessione wi-fi del DS, potendo addirittura comunicare fra di loro tramite il microfono. I prerequisiti per un ottimo gioco ci sono tutti e difficilmente Game Freaks farà rimpiangere l’attesa.
Poche modifiche, alta qualità
A fare da scenario alla nostra avventura questa volta sarà la regione di Sinnoh, che ospita circa cento specie di nuovi Pokemon, che fa sì che il numero complessivo dei mostriciattoli arrivi a 493, ovviamente non tutti acquisibili tramite una sola versione di Diamante & Perla. L’introduzione al viaggio sembra più originale del solito: ci ritroveremo nei panni di un ragazzo o di una ragazza che incapperanno per sbaglio nella valigetta di uno scienziato, il professor Rowan, e per poterci difendere da un Pokemon che ci attaccherà faremo uso delle poke-ball contenute al suo interno. Il ricercatore rimarrà talmente impressionato dall’abilità del nostro personaggio che ce ne regalerà uno, selezionabile come tradizione fra tre diversi tipi, e ci introdurrà a quella scoperta e sviluppo già intrapresi nelle precedenti versioni della saga. Una volta salutata la mamma e fatta la conoscenza della nipote dello scienziato, dopo aver dato appuntamento al nostro migliore amico, divenuto anche lui allenatore, avrà inizio l’avventura: ci ritroveremo a percorrere deserti e prati, spiagge e montagne innevate, passando anche per acquedotti e grotte. Due i principali obiettivi: catturare più mostriciattoli possibile e venire in possesso delle medaglie dei vari Capi Palestra sparsi per la regione, che ci daranno la facoltà di utilizzare nuove abilità e di proseguire il nostro viaggio. Come ormai consueto, a questi fini se ne aggiungerà un terzo ancora più importante: fermare i piani del Team Galactic, un’associazione di criminali che intende sfruttare i poteri di certi Pokemon per portare a termine degli affari non proprio onesti. A conti fatti, sostituendo il nome della nuova regione con quelle già visitate e tramutando il Team Galactic in Team Rocket, ci troviamo di fronte al solito modello, riciclato fin dai tempi delle originarie versioni Rosso e Blu. Allo stesso tempo però sono migliorati visibilmente i testi, un po’ meno puerili, ed è stata introdotta qualche svolta narrativa piuttosto semplice e gradevole, ma la base non è comunque cambiata: la trama rimane un pretesto che motiva i lunghi viaggi, aumentando la voglia di catturare sempre più Pokemon e di superare le nuove sfide introdotte. La struttura del gameplay è quindi identica, l’ampia libertà di esplorazione è limitata a volte da ostacoli che possono essere superati solamente ricorrendo a una determinata abilità dei nostri fidi amici; si denota anche una maggior rapidità nell’accumulare i punti esperienza necessari a far salire di livello i nostri Pokemon, che rende più adattabile e meno ripetitiva la fase di allenamento e la composizione della nostra squadra, che rimane come da tradizione di sei Pokemon. Come al solito i bizzarri esseri tascabili sono suddivisi in varie categorie legate agli elementi naturali: acqua, fuoco, roccia, elettricità eccetera, troveremo anche le categorie introdotte in Pokemon Argento & Oro, come veleno e acciaio. Dovremo tenere in considerazione inoltre le eventuali evoluzioni dei nostri Pokemon, verificabili in svariati modi. La fase di combattimento è basata come sempre sui turni, avremo però la possibilità di guidare i nostri combattenti con il touch-screen, in modo più rapido ed intuitivo rispetto alle precedenti versioni. I vantaggi offerti dal touch-screen, sfortunatamente, vengono sfruttati solamente durante il combattimento, per scorrere fra i menu e in qualche minigioco: ci si aspettava la possibilità di muovere il nostro allenatore con il pennino, come in Final Fantasy III. Anche se il suo uso è parecchio limitato, non sentiamo comunque la mancanza del touch-screen, forse perché il design del videogame, ispirato a quello delle precedenti edizioni, non ne richiede realmente l’uso, funzionando perfettamente anche con i normali tasti. Gli scarsi aggiornamenti apportati alla base del videogame stesso si fanno sentire non indifferentemente, ma la qualità di alcuni aspetti ripara, almeno parzialmente, a questo difetto, riempiendoci di cose da fare: minigiochi, tornei, scambi, gare di bellezza e chi più ne ha più ne metta. Ritroveremo anche l’orologio in tempo reale, che altererà lo scorrere del tempo anche nel gioco, alcuni Pokemon saranno acquisibili solamente di giorno o di notte, altri muteranno o saranno più forti/deboli in base alle ore nelle quali li incontreremo, avremo anche la possibilità di importare le nostre vecchie creature, allenate nelle precedenti versioni per GBA, mediante l’uso dello slot inferiore della nostra console.
Oltre il copia & incolla?! Ben poco
Nonostante il salto nel passato venga percepito sin dai primi stralci di gioco con un riciclo di molte idee alquanto evidente, è quando cominceremo a giocare davvero che ci renderemo conto della difficoltà che risiede nel giudicare un prodotto del genere senza rimanere soddisfatti e delusi allo stesso tempo. Una caratteristica che colpisce di Pokemon Perla & Diamante è la grafica: Game Freaks ha implementato un engine tridimensionale per poter realizzare strutture ed edifici di ogni genere, continuando a mantenere bidimensionali gli sprite degli infiniti personaggi, caratterizzato dal solito stile deformed. Il mondo di questo capitolo è un’esplosione di colori, che si alternano a seconda delle ore del giorno, rendendo sempre nuova la visita ad una determinata ubicazione in diverse ore della giornata; la semplicità visiva, forza principale di un gioco del genere, è arricchita da tantissimi minuscoli dettagli che rendono ancora più gradevole l’esplorazione, anche se al contempo non possiamo annunciare un immenso lavoro, viste le differenze pressoché minime rispetto alle versioni precedenti. Anche nell’impostazione delle battaglie ritroviamo gli sprite bidimensionali con le loro animazioni, e non sarnno sicuramente gli impercettibili dettagli che differenziano gli esemplari maschi dalle femmine a riparare alla staticità dei mostriciattoli, alquanto fastidiosa. A questa pecca si è tentato di riparare, almeno in parte, rielaborando vistosamente tutti quanti gli attacchi dei pokemon, rendendoli più scenici e adeguati alla console che supporta il game. Così facendo i combattimenti vengono leggermente arricchiti, ma gli sprite quasi paralizzati rimangono un difetto troppo vistoso per non essere notato. Stesso discorso anche per i versi delle creature tascabili, un confuso mix di rumori e fischi decisamente retrò. A terminare l’opera, una serie di branetti ed allegre marcette, con rari brani più seri dedicati alle sequenze più importanti dell’avventura.
In molti lo hanno aspettato con impazienza per anni, e come previsto una volta arrivato Pokemon Perla/Diamante ha fatto parlare parecchio di se: da un lato il concept di sempre, perfetto e longevo più che mai, rinforzato da una realizzazione tecnica impeccabile, ma dall’altra la ripetitività dei troppi elementi caratterizzanti. Novità praticamente nulle, sarebbero state sicuramente gradite a tutti. Rimane comunque un gioco che sa appassionare, in grado di intrigare e far divertire il giocatore per molte ore, offrendo infinite possibilità di gioco, con la possibilità di connettersi ad Internet. Un capitolo di Pokemon degno di essere chiamato tale, la cui qualità non fa rimpiangere la lunga attesa e fa sicuramente chiudere un occhio, ancora una volta, per la mancanza di novità.