PlayerUnknown’s Battlegrounds (Game Preview) – Recensione Xbox One

PlayerUnknown’s Battlegrounds aprirà probabilmente un caso: pubblicizzare un titolo con etichetta Game Preview come la più importante esclusiva console per la stagione natalizia dimostra infatti il coraggio – e l’incoscienza – di Microsoft. L’opera di PUBG Corporation, così come già avvenuto su PC prima, arranca soventemente, declinandosi come la creatura binaria probabilmente meno ottimizzata attualmente disponibile su Xbox One.

Il comparto tecnico rasenta, soventemente, l’imbarazzante, palesando problemi di pop-in e di aggiornamento texture decisamente sconcertanti, “corroborato” da animazioni decisamente migliorabili, un frame rate che spesso e volentieri bussa alla porta dei venti frame per secondo e vari glitch grafici (in)degni probabilmente dei peggiori titoli a 128 bit mai pubblicati.

Eppure nel gameplay emergente di PlayerUnknown’s Battleground sc’è del buon: qualcosa che, pur con tutti i limiti attualmente esistenti, eleva il playthrough a qualcosa di decisamente elettrizzante. Proponendo una (relativamente) originale esperienza battle royale, infatti, il prodotto pubblicato dalla casa di Windows arriva a toccare corde che neppure il più popolare degli shooter era riuscito a smuovere sino ad ora.

La voglia di sopravvivere ad ogni costo, cercando di annichilire quanti più nemici possibile, raccogliendo armi più o meno di fortuna, cercando di nascondersi, pregando di fuggire per scampare alla morte: è questa corsa alla sopravvivenza la quintessenza del gioco.

Ogni partita è diversa, tanto nella forma, quanto nella sostanza, merito di uno starting point differente per ciascun match. Il videogiocatore viene catapultato nel cuore dell’azione, defenestrato dalle accoglienti lamiere di un velivolo, adeguatamente addestrato per collocarsi bastardamente in un punto random dell’unica (per ora) mappa disponibile, su un’isola pronta ad accogliere l’homo ludens assieme a tutte le sue, pindariche, aspirazioni di vittoria.

Uno contro novantanove, oppure in tandem con uno o più avventurieri, PlayerUnknown’s Battlegrounds incarna tutte le doti del perfetto survival battle royale game, iniettando nel fruitore adrenalina a fiumi sia lo si giochi in solitaria, che in compagnia.

Peccato però che, oltre al comparto tecnico poco convincente, il titolo venga attualmente affossato da una serie di problematiche correlate ai controlli e all’interfaccia di gioco, veri e propri pasticci digitali meritevoli di maggiori attenzioni da parte del team di sviluppo. I comandi, in particolar modo, sono poco intuitivi e decisamente articolati, malamente ottimizzati per una fruizione mediante pad.

Alcuni elementi della user interface, inoltre, sembrano essere stati realizzati in fretta e in furia. Le impressioni negative vengono amplificate da tutta una serie di bug presenti nel netcode, arrivando a dipingere l’esemplificativo quadro di un gioco che, seppur in early access, viene pubblicizzato con veemenza da un publisher con un tremendo bisogno di esclusive sotto Natale.

PlayerUnknown’s Battlegrounds è ancora in Early Access, certo, tuttavia viene difficile non pensare a quanto questa opera sparacchina avrebbe meritato di essere pubblicata su Xbox One in una forma differente da quella attuale, considerando anche il price tag non proprio esiguo. L’accesso anticipato è certamente una delle vie scelte dalle software house per monetizzare e poter investire sulla propria creatura, ma il dubbio che la release del gioco sia stata accelerata per proporla come una succulenta esclusiva console permane prepotente. Non c’è dubbio che l’esperienza verrà migliorata, nel prossimo futuro, ma quanto ci vorrà affinché le innegabili doti del gameplay vengano affiancate da un’esperienza tecnicamente valida e strutturalmente rifinita e priva di buchi di programmazione?