PlayerUnknown’s Battlegrounds – Recensione PlayStation 4
Il 2018 è stato un anno fantastico per i fan delle battle royale. Ciò è in gran parte dovuto all’enorme esplosione di popolarità di Fortnite, ma le troviamo in numerosi titoli, persino nella sfera dei giochi AAA, con la recente modalità Blackout di Call of Duty. Con una presenza imminente in Battlefield V e persino nel recente Red Dead Online, questo stile di multiplayer è destinato a un roseo futuro.
L’inizo di tutto
Ma per molti, il mantra “dove droppiamo?” è iniziato con PlayerUnknown’s Battlegrounds (detto comunemente PUBG). Rilasciando inizialmente la versione ad accesso anticipato su Steam lo scorso marzo, il titolo è ora un punto fermo nel panorama multiplayer. Un centinaio di giocatori si paracaduta su un vasto paesaggio, raccoglie oggetti e combatte per rimanere gli ultimi in vita. Ora sembra tutto familiare, ma questo combattimento in stile Hunger Games era riservato solo ai server Minecraft e ai terribili progetti di accesso anticipato, destinati a non arrivare mai al completamento.
Così ora, a poco più di diciotto mesi dalla sua versione iniziale, PlayerUnknown’s Battlegrounds è arrivato su PS4. Il parallelismo con Fortnite sulla console Sony è forse ancora più forte che su PC, e tutti noi avevamo delle aspettative su PUBG: sono state soddisfatte?
Un aspetto fangoso
Prima di tutto, diciamolo subito: PUBG su PlayStation 4 sembra sporco. Indipendentemente dal fatto che vi troviate nell’iconica base militare di Erangel o nella più recente mappa dell’isola tropicale, Sanhok, tutto sembra sgradevole e sgranato. Proprio così. Questo non vuol dire che le prestazioni siano sempre orribili, ma da un punto di vista puramente estetico, PUBG è un brutto gioco. Le pistole mancano dei dettagli che ci aspetteremmo in un titolo in prima persona, le superfici risultano pixelose e guardare attraverso un vasto paesaggio è come fissare una pozzanghera fangosa.
Tuttavia, questo non paralizza l’esperienza come ci si aspetterebbe. Quando ci troviamo nel bel mezzo di un intenso scontro a fuoco, non faremo caso a tutto ciò, penseremo solo a non morire. Come qualsiasi altro gioco, esso ci apparirà “pulito” dopo poche ore, e le immagini fangose scivoleranno via una volta immersi nella sua eccellente azione tattica.
Adrenalina per tutti
Al momento giusto, con le persone giuste, PlayerUnknown’s Battlegrounds è un’eccellente esperienza multiplayer. Persino Fortnite è privo della corsa al cardiopalma alla scalinata abbandonata, in attesa che un nemico esca con un fucile da un momento all’altro. O il frenetico fuoco di soppressione dei compagni mentre siamo nascosti dietro un masso sabbioso, con lo sporco che ci vola attorno a causa di un cecchino che ci tiene sotto mira. Quando tutto ciò funziona, funziona davvero, e la differenza di combattimento con Fortnite è profonda. Sono finiti i numeri colorati quando si colpisce qualcuno, sostituiti dal sangue viscerale e dal panico.
Alcuni aspetti saranno familiari per chi arriva da Fortnite, come la rapida e decimante tempesta che colpirà chiunque non presti abbastanza attenzione. Mentre Epic Games ha ampiamente ridotto la tempesta come minaccia attraverso molti mezzi trasversali, il muro blu della morte di PlayerUnknown’s Battlegrounds è ancora molto pericoloso. All’inizio molto lenta, ignorarla significa correre per minuti nel tentativo di scappare, per poi essere consumati e guardare la barra della salute scendere inesorabilmente. Nelle fasi successive di una partita, oltrepassare questo limite blu per pochi secondi comporterà la morte, quindi bisogna farci sempre attenzione.
Anche la gestione della salute è familiare ai più, ma è più approfondita, con oggetti come medikit e bende usate per riparare le ferite. Gli antidolorifici aiuteranno a spingere la nostra salute in diminuzione oltre la soglia del 75% rispetto ai tipici kit di guarigione, e tutti questi possono essere attivati semplicemente premendo sul D-pad. Ci sono altri tasti di scelta rapida assegnati al controller, come premere destra per selezionare granate e sinistra per cambiare la modalità di sparo, e impararli tutti ci renderà un killer più efficiente.
Il combattimento è per la maggior parte soddisfacente, con fucili da caccia che echeggiano tra le colline e gli SMG che sputano proiettili alla velocità che desideriamo. Le suddette modalità di sparo (singolo, raffica o auto) sono utili per controllare il rinculo, ma imparare a usare R2 per sparare, invece di premerlo con rabbia, è spesso più sicuro. Dovremmo inoltre assicurarci di cambiare modalità non appena troveremo un’arma, poiché tutto è impostato su “colpo singolo”.
Se riuscirete a a sconfiggere il vostro avversario, avrete a che fare con l’inventario PlayStation 4 di PUBG, che è, all’inizio, confusionario. Muovendovi lungo cinque colonne con L1 e R1, dovrete capire dove e come equipaggiare armi, vestiario e ogni altra cosa utile. Il quadrato raccoglie oggetti mentre il triangolo li abbandona, ma avrete bisogno di uno zaino per trasportare un sacco di munizioni per le vostre armi. Le statistiche sulle stesse vengono mostrate quando ci si posiziona sopra, ma queste apparentemente non possono essere confrontate, quindi è difficile sapere se la pistola che state raccogliendo è più utile del fucile da cecchino che avete appena lanciato. Ciò significa che il trial-and-error è la soluzione migliore.
Una volta imparato, però, le scelte sembrano aprirsi incommensurabilmente. Passare da un mirino olografico a un x8 è estremamente soddisfacente. Ci sono ancora problemi iniziali che vengono risolti attraverso l’esperienza (come il modo in cui vorrete che il “Control Type B” effettui l’ingrandimento e lo zoom accurato durante la mira), ma rispetto alla quantità di divertimento che il gioco offre, sono cose di poco conto.
Ed è proprio il multiplayer che eleva PUBG. Inizialmente abbiamo giocato una discreta quantità di partite in single player e ci siamo trovati frustrati dai menù punitivi di time-to-kill. Morire immediatamente e dover ricominciare daccapo è fastidioso, e l’isolamento silenzioso creato dall’inesistente colonna sonora rende possibile un solitario trekking attraverso queste enormi mappe. Ma una volta che un amico si è unito, tutto cambia. Rianimarsi a vicenda e saccheggiare le case come una squadra è molto più soddisfacente. Imparare quali pistole funzionano e quali meno, guidare attraverso il deserto in moto, tutto diventa molto più divertente. Forse questa è solo una nostra personale preferenza, ma per un gioco come PUBG, il gameplay cooperativo sembra l’opzione migliore.
Ci sono ancora alcuni problemi tecnici che affliggono un gioco sorprendentemente funzionale. L’audio entra ed esce apparentemente a caso; in particolare il suono dell’aereo all’inizio della partita. Il frame-rate è in genere sufficiente, ma fatica enormemente quando si guida attraverso una città frenetica, popolata da molti edifici alti. Isolati, questi sono tutti trascurabili, ma presi insieme possono influenzare il divertimento di un frenetico gameplay. Tuttavia, rispetto a quello che la gente si aspettava da PlayerUnknown’s Battlegrounds su PlayStation 4, tutto funziona perfettamente.
Ricordiamo che sono presenti le microtransazioni, ma sembrano non essere invasive e per la maggior parte, tutto può essere ottenuto attraverso il normale gameplay. I BattlePoints, ottenibili col gameplay, ci consentiranno di acquistare bottini che assegnano una ricompensa casuale, in modo da poter personalizzare il nostro eroe. Poi ci sono i G-Coin, la valuta premium, che ci permette di acquistare direttamente skin e oggetti specifici per le armi. Era inevitabile che un titolo così popolare potesse incamerare i giocatori a voler personalizzare il proprio eroe, ma tutto risulta abbastanza equo.
La mania della battle royale ha affascinato molti giocatori e ne ha fatti infuriare altrettanti, ed è improbabile che PlayerUnknown’s Battlegrounds su PS4 cambi drasticamente la situazione. Tuttavia, esso è un’esperienza sorprendente. Una volta superata la difficoltà iniziale presentata dai controlli e dai menù del gioco, ci troveremo davanti ad un gioco davvero fantastico che è perfetto per gruppi di amici. Fondamentalmente, se vi piace l’idea di battle royale allora PlayerUnknown’s Battlegrounds fa per voi. Basta perdonare la sua estetica orrenda perché, davvero, è il gameplay ciò che merita.
Pro
- Gameplay da applausi
- Mappe e arsenale per tutti i gusti
- In compagnia passano le ore senza accorgersene
Contro
- Fattore estetico non all'altezza
- Menù inizialmente confusionari
- A volte frustrante