Pikmin 4 – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Giochi in uscita a Luglio 2023: Pikmin 4

La capacità di organizzare più compiti in maniera precisa ed eseguirli in modo efficace, in giapponese, si chiama “Dandori” . Lungi dall’essere il corrispettivo esatto dell’anglofono multitasking, la definizione di dandori è piuttosto mirata al completamento di determinati incarichi dando a ognuno il giusto spazio e tempo; un po’ come un direttore di un’orchestra sinfonica, un po’ come Pikmin 4.

Narra la storia che, invaghitosi del giardinaggio, Shigeru Miyamoto abbia tratto spunto dal suo nuovo passatempo per piantare il seme di un’idea che sarebbe poi germogliata in una serie di strategia in tempo reale. Era il 2001, il periodo nel quale a questa dicitura avrebbe forse fatto subito eco il nome di Age of Empires II (volendo fare uno degli esempi più in vista del momento), eppure accostare l’uno all’altro sembrerebbe quasi fare loro un torto, tanto sono diversi.

Si tratta infatti soltanto di un punto di partenza, uno spunto al fine di rendere più familiare qualcosa che di conosciuto ha poco o nulla, poiché Pikmin va alle radici (letteralmente) della Nintendo difference, quella di Nintendo Labo, del GameCube su cui l’IP è nata e di Nintendo Switch stesso. Pikmin 4 non fa eccezione, anzi: è un eccellente biglietto d’ingresso per i novizi e insieme una sinfonia di evoluzioni e innovazioni, come un’orchestra dedita al dandori.

Anno 0

È già l’assetto iniziale a lasciare intendere quanto il nuovo arrivato sia una sorta di anno zero per la serie (come abbiamo avuto modo di raccontarti in sede di anteprima): allo stacanovista Olimar si sostituisce la possibilità di creare il proprio alter ego della squadra di soccorso, giunta su un pianeta sconosciuto per salvare il capitano in persona.

Pikmin 4

A una personalità ben affermata nella gerarchia della società per cui lavora quest’ultimo, subentra una matricola che dovrà farsi le ossa sul campo, imparando ora dagli insegnamenti profusi da Olimar attraverso il suo diario, ora grazie ai comprimari via via più numerosi. Sì perché non solo il protagonista primigenio, ma a volere essere precisi pure i soccorritori sono precipitati su una Terra a loro ignota, perdendo le tracce l’uno dell’altro.

Colin è il primo volto amico con cui la mia novellina dal ciuffo violaceo (l’editor dell’avatar è essenziale e insieme funzionale agli intenti della produzione) è entrata in contatto: un ometto amichevole dedito ad assistermi dalla prima all’ultima pagina di questo mio libro di avventure. A lui si affianca Occin, una delle assolute novità in dote a Pikmin 4 e parte delle soluzioni adottate da Nintendo per rendere più elastiche le dinamiche del passato: è un cane alieno e giocherellone che funge non solo da cavalcatura – accelerando in modi quasi incomparabili i movimenti e le azioni a catena dei precedenti capitoli – bensì pure da risorsa aggiuntiva alle piccole creature erbacee.

Ecco che la recluta dovrà scovare tutti i colleghi per sperare di fare ripartire la nave spaziale e di arrivare a Olimar, avendo cura di mettere in salvo anche i ricercatori (insieme a persone comuni come dei semplici appassionati di giardinaggio) che si siano imbarcati oltre il loro pianeta natale per andare in avanscoperta. L’accampamento dove sosta la Sheperd si trasforma nell’hub del gioco, dal quale comprare strumenti, allenarsi nel dandori e aggiornare le sfide secondarie proposte dagli stessi naufraghi.

Pikmin 4

Come ti trasformo le piante

Pikmin che vince non si cambia e di fatto la nuova esclusiva per Nintendo Switch non smuove le sue fondamenta – che si riassumono nella necessità di accumulare quanti più esserini possibili da guidare a distanza verso l’ottenimento di tesori e risorse – piuttosto le restaura cementificandole a favore di veterani e novizi. Seppure l’onboarding (banalizzando: le azioni messe in pratica per dare al giocatore tutti gli strumenti utili a entrare nel cuore di un gioco) possa risultare a tratti ridondante dal punto di vista di un appassionato, va contestualizzato alla luce delle possibilità ludiche incasellate dagli sviluppatori.

Nel descriverle, trovo doveroso partire proprio da loro, dai veri protagonisti della serie. Cosa o chi sono i Pikmin? Per chi non li conoscesse, sono delle creature vegetali dai tratti antropomorfi dotate, in base alla sottospecie, di abilità uniche e il quarto capitolo rappresenta in questo senso un’antologia di tutte quelle incontrate dal 2001 a oggi, con un paio di luminescenti quanto congelanti arrivi.

Dai rossi (resistenti al fuoco) ai blu (nuotatori) passando per i rocciosi neri e gli isolanti gialli, si aggiungono infatti quelli di ghiaccio (per congelare i nemici o uno specchio d’acqua) e quelli iridescenti; in particolare questi ultimi debuttano nella serie portandosi dietro un’intera modalità inedita, quella delle sfide notturne. Se in precedenza l’esplorazione delle varie aree copriva l’arco di una mezza giornata, passando dalla mattina al tramonto, ora le restanti ore vengono coperte da una gamma di attività che in larga parte modifica le priorità del gameplay.

Passando da Yonny è infatti possibile spostarsi dall’hub a uno dei livelli toccati di giorno, ma in una veste notturna. Qui non c’è tempo per l’esplorazione, poiché è necessario difendere le luminotane dalle creature galvanizzate dalle tenebre che accorreranno fino ai primi spiragli dell’alba con l’istinto di distruggerle. Sarebbe stato più intrigante non avere soluzione di continuità tra il gioco diurno e la frenesia del buio, piuttosto che dividerli in maniera netta, ma forse avrebbe significato andare contro il dandori stesso.

Pikmin 4 nuovo pikmin

I miei verdognoli amici mi hanno aiutata anche in un secondo frangente di Pikmin 4, ovvero nei sotterranei: sparpagliati per ogni livello, si trovano dei tombini che nascondono ulteriori aree di gioco e il cui level design si articola su più piani. Spesso facoltative, tali zone ben congegnate celano altri tesori, naufraghi da portare in salvo e, con un rallentamento dell’orologio, è possibile setacciare ogni angolo senza qualsivoglia ansia da coprifuoco.

Diversi sono i tombini anticipati da un fogliolino (naufraghi da ridestare con le ricompense delle scorribande notturne), che fanno da ingresso alle sfide dandori: schermo diviso in due, un conto alla rovescia, Pikmin da cogliere sul posto e un solo obiettivo, fare più punti dell’avversario grazie alla raccolta dei vari oggetti distribuiti lungo il perimetro di gioco. Che tu sia in compagnia di un amico vicino o ti stia allenando per affinare le tue tecniche organizzative, quest’attività riesce nell’essere una spassosa distrazione dalla campagna principale; dopotutto ogni progresso, risultato, numero delle creature perse e ottenute viene conteggiato e aggiornato al termine di ogni missione giornaliera, quindi concedersi una pausa può solo rivelarsi arricchente.

A proposito di organizzazione, Pikmin 4 offre una gamma di potenziamenti e oggetti utili a evolvere il proprio dandori: non solo sono disponibili delle cinture per resistere a eventuali danni (come quelli da fuoco) o delle bombe da acquistare con dei materiali specifici, ma per lo stesso Occin possono essere spesi dei punti speciali e ampliare ora la sua forza, ora il suo scatto. In ben pochi frangenti mi è capitato di scendere dal mio fido cane e spostarmi a piedi, tale è la comodità e la maggiore dinamicità offerta da questa aggiunta.

Pikmin 4 sottosuolo

La bellezza delle cose quotidiane

In 22 anni di esistenza, i Pikmin hanno avuto un incedere sincopato, con il duo iniziale pubblicato a distanza di tre anni l’uno dall’altro, uno iato di nove anni verso il terzo e altri dieci per arrivare a una tetralogia; eppure, lo spirito che animò Miyamoto non è affatto scemato. Piuttosto, le varie peregrinazioni hanno saputo cogliere quanti più spunti e incanalarsi nella sua filosofia, senza mai snaturarsi.

Allora come oggi, oltre la gestione delle piccole creature, il piacere della scoperta è centrale, un moto di meraviglia derivante dagli oggetti quotidiani come una papera di gomma, un dado, una calcolatrice (e qualche chicca per chi sia affezionato ai prodotti di Nintendo da non meno di venti anni); cose di uso comune per gli umani, ma di dimensioni enormi e di un gran senso di gioia per i Pikmin.

Il tutto è galvanizzato da un livello di dettaglio lungo l’orizzonte impressionante, il quale concede di scorgere i propri soldatini a grandi distanze, con un tocco progressivo sfocato tale, in un certo senso, da abbracciare in senso artistico le esigenze della tecnologia. Parlando di tecnica e simili, il target dei bersagli avrebbe potuto essere appena più permissivo, invece di centrarsi su uno in maniera troppo netta, dando qualche scomodità in presenza di più obiettivi molto vicini.

Conclusione (del piano dandori)

Se il dandori concerne anche la facoltà di imparare dal proprio passato per un futuro strategico più organizzato, corretto e sano, Pikmin 4 ne è l’incarnazione videoludica massima. L’ultima iterazione della serie prende tutto ciò che è venuto dal 2001 in poi e gli infonde più dinamismo, carattere e appetibilità. La nuova esclusiva per Nintendo Switch è un eccellente ritorno nel giardino dei Pikmin per gli appassionati e un biglietto d’ingresso ottimo per chi voglia conoscere la via del dandori per la prima volta.

Se ti andasse di acquistare Pikmin 4 a un prezzo scontato, puoi farlo seguendo questo link.

9
Un eccellente ritorno nel giardino dei Pikmin per gli appassionati e un ottimo biglietto d'ingresso per i novizi.

Pro

  • Tante attività principali e facoltative con cui divertirsi
  • Varie migliorie, aggiunte e accorgimenti alle meccaniche di base della serie
  • Stile artistico ben curato e coinvolgente nella sua allegria

Contro

  • Il sistema di puntamento dà qualche grattacapo in presenza di più bersagli
Vai alla scheda di Pikmin 4
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento