Persona Q: Shadow of the Labyrinth
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la recensione di Persona 4 Arena Ultimax, e nonostante sia passato così poco tempo, ecco arrivare su 3DS un altro titolo dedicato all’amata serie di giochi di ruolo Atlus. Spin-off di Shin Megami Tensei, Persona ha avuto il suo periodo di maggior successo su PS2 proprio con il terzo e quarto capitolo. I protagonisti di questi due titoli hanno conquistato il cuore di molti, al punto che, dopo il picchiaduro, i team di personaggi di entrambi i Persona si ritrovano ad incontrarsi in un dungeon crawler “super-deformed”. Di certo non ci aspettavamo che la saga potesse catapultarsi in un genere così diverso dall’originale, tuttavia scopriremo che le similitudini sono più di quante pensiamo, e lasciano amalgamare bene le due squadre in questo interessante cross-over.
La caduta della Velvet Room
All’inizio della storia potremo scegliere quale fazione interpretare, se quella di Persona 3 o Persona 4. Nei panni del protagonista prescelto, seguito da tutti i membri del party del gioco in questione, ci dirigeremo nella sempre eterna Velvet Room, misteriosa stanza caposaldo della serie Persona, solitamente utilizzata come luogo per fondere i demoni e per dare inizio alla trama con un ben poco chiaro contratto. Stranamente quest’oggi il padrone della Velvet Room, Igor, è assente, e ha lasciato a guardia della stanza solamente la sua assistente Elizabeth. Tuttavia non sapevamo che di abitanti ve ne sono altri, come per esempio Theo, fratello di Elizabeth schiavizzato da quest’ultima. Tra chiacchiere e domande accade però qualcosa di inaspettato: la Velvet Room inizia infatti a crollare verso il basso, come un ascensore a cui è stata tagliata la corda. Una volta schiantato, il nostro gruppetto si ritrova nella scuola Yasogami, in cui è in corso un festival, e dalle cui mura è impossibile uscire. Tutti gli studenti non sembrano in grado di comunicare con i protagonisti, a parte due ragazzi: Zen e Rei, privi di memoria ma desiderosi di aiutare il gruppo a trovare risposte e una via d’uscita. Per avere qualche possibilità, però, saranno costretti ad avventurarsi in quello che sembra essere un labirinto uscito fuori dal nulla, dalle fattezze del Paese delle Meraviglie di Alice e pieno zeppo di Shadow pericolosi da eliminare. Perché la Velvet Room è caduta? Perché è impossibile uscire da questa scuola? Chi sono Zen e Rei, e perché in questo luogo tutti i personaggi sono in grado di cambiare Persona a piacimento?
Mappando, fondendo e grindando
Il concetto basilare che muove alla radice Persona Q è lo stesso gameplay di fondo che troviamo nella serie di Etrian Odyssey. Per farla breve, abbiamo una visuale in prima persona con possibilità di muoversi nel dungeon “quadrato per quadrato”, in una sorta di griglia che saremo tenuti a disegnare man mano sullo schermo inferiore della console. Parte integrante del divertimento nell’esplorazione è infatti disegnare la mappa del luogo mentre la scopriamo, altrimenti rischieremo molto facilmente di perderci tra le mille strade e scorciatoie presenti nel labirinto. Grazie ad un indicatore che cambia colore saremo in grado di capire quanto tempo manca ad un nuovo incontro casuale contro degli Shadow da sconfiggere, e quando ciò accade troviamo un battle system che è un perfetto punto di incontro tra Etrian Odyssey e la saga di Persona. Così come nella prima saga, possiamo scegliere 5 membri del party da porre in prima linea o in zona arretrata, da lì ogni turno sceglieremo le azioni dei nostri personaggi tra attacchi fisici o abilità speciali; come accade invece con la saga di Shin Megami Tensei, riceveremo tutta una serie di vantaggi approfittando dei punti deboli dei nemici che ci ritroveremo di fronte. Colpire uno Shadow vulnerabile ad un elemento o ad un certo tipo di attacco fisico non solo risulterà in un danno aumentato, ma anche in uno status “Boosted” per il personaggio che gli consentirà di attaccare per primo nel turno successivo e di azionare una qualsiasi delle sue abilità a costo 0. Tale vantaggio è ovviamente determinante, soprattutto negli scontri contro i boss. Tuttavia, basta venire colpiti da un attacco nemico prima del tempo per perdere questa opportunità.
Ogni singolo personaggio può equipaggiare anche un secondo Persona oltre a quello standard. Tali Persona secondari possono essere cambiati quando preferiamo, ed avanzeranno di livello come noi imparando nuove skill da metterci a disposizione, oltre ad assegnare al personaggio equipaggiato HP ed MP bonus che si ripristinano ad ogni combattimento. Grazie ai Persona secondari, quindi, non dovremo preoccuparci di usare skill all’inizio dell’incontro per ottenere vantaggi, poiché saranno effettivamente “gratis” in termini di spesa di punti magia. Nuovi Persona possono essere acquisiti casualmente dopo ogni scontro, e più personaggi abbiamo in status “Boosted” più possibilità ci sarà di trovare un nuovo Persona da equipaggiare. Se siamo fortunati potrebbe essere una creatura anche rara e con skill molto potenti, ma per ottenere abilità davvero utili a continuare, una volta che la difficoltà sarà cresciuta, dovremo necessariamente utilizzare la tanto conosciuta fusione.
Questo tipo di gameplay prevede solitamente una solida dose di grinding per scalare livelli come pazzi, ma fortunatamente a inizio partita ci viene data la possibilità di scegliere una difficoltà tra 5 selezionabili. Sono intercambiabili anche durante la partita, ad eccezione della difficoltà finale che non può essere mutata. Se si vuole la bicicletta, bisogna pedalare, in fondo. In ogni caso, nella difficoltà “normale” intermedia, riusciremo a proseguire nella storia in maniera abbastanza spedita e con dosi di grinding non eccessive, a meno che non decidiamo di sfidare particolari mostri chiamati FOE. Questi ultimi sono gli unici Shadow che sono visibili sulla mappa durante la nostra esplorazione, hanno un pattern di movimenti ben preciso e quindi sono facilmente evitabili, tuttavia, se per coraggio o disattenzione ci scontreremo con uno di essi, troveremo fortissimi boss ad attenderci. Sconfiggere tali boss ci consentirà di ottenere materiali molto rari, mentre materiali più comuni sono acquisibili tramite le battaglie normali o per mezzo dei “Power Spot” presenti nei labirinti che lasciano cadere un numero limitato di oggetti. Vendere poi a Theo tali materiali ci consentirà di acquisire soldi, ma anche nuovi equipaggiamenti sempre più forti.
Carini e coccolosi ma letali
Lo stile grafico di Persona Q mantiene la sua identità pop e colorata assieme alle sue tonalità cupe e misteriose, tuttavia rende i personaggi davvero adorabili. Ridotti in Super Deformed, tutti gli eroi di Persona 3 e 4 ottengono una nuova identità davvero simpatica e adattissima al contesto, ma questo non toglie il loro charme grazie anche al ritorno di tutti quanti i doppiatori originali, anche a distanza di tutti questi anni. Graficamente il titolo è molto ben fatto, con modelli e animazioni convincenti, anche se con dungeon alla lunga un po’ monotoni visivamente; le musiche sono il fiore all’occhiello, come sempre, di tutte le produzioni Shin Megami Tensei. Un gioco di ruolo in stile dungeon poi, fa della sua forza la longevità, con non meno di 50 ore di gioco per chiudere la storia principale.
[signoff icon=”quote-circled”]Persona Q è uno spin-off veramente gradito. Dopo un’iniziale perplessità sulla natura dell’opera, bisogna dire che una volta provata con mano si dimostra essere più che convincente. La storia è ben orchestrata, con continui riferimenti anche molto nostalgici ai vecchi capitoli della saga, e il gameplay è solido e “addictive”. Adatto non solo ai fan della saga di Persona, che sicuramente non possono perdersi un crossover simile, ma anche a tutti gli altri, per la sua profondità.[/signoff]