Persona 4 Golden – Recensione
è finalmente disponibile su ogni console contemporanea, dopo aver ricevuto un porting solo su Steam più di due anni fa. In questo modo tutti i Persona di Hashino sono reperibili facilmente…ma i porting sono altalenanti. Abbiamo parlato di recente di come Persona 3 Portable non sia una versione particolarmente riuscita del capolavoro Atlus, ma come se la cava il suo fratello minore? Fortunatamente, molto meglio. La versione di Persona 4 Golden che è stata portata su ogni console è quasi identica a quella Steam, si tratta quindi della migliore versione delle avventure di Yu Narukami e il team di detective di Inaba.
Persona 4 Golden non ha particolari compromessi, a differenza di Portable, quindi la qualità della remaster sta essenzialmente solo nelle performance ed in eventuali opzioni di accessibilità. In entrambi i casi, Atlus ha svolto un lavoro adeguato. Non si tratta di un lavoro pesante come possano essere le “Kiwami” di Yakuza/Like a Dragon, ma di un semplice upscale “basilare” di risoluzione e texture. Passando da Persona 5 a questo titolo potrebbe dare fastidio il vecchio artstyle con personaggi a metà tra il chibi e il “normale”, ma a parte ciò, Persona 4 Golden è un’esperienza ancora godibilissima, resa migliore da feature per diminuire il grinding (peggior difetto del titolo Vanilla) e performance solide (almeno su Series S).
Discusso ciò, c’è quindi solo da fare qualche parola sul titolo in sé. Persona 4 Golden è in una situazione speculare a quella di 3 Portable. Non ho molto da criticare lato porting, ma a differenza del suo predecessore, è un gioco che non mi ha mai conquistato quanto gli altri della serie. Si tratta di un titolo che, alla luce di Persona 5, ha un po’ perso molti dei pregi che lo rendevano unico nel 2008, allo stesso tempo non vanta una narrativa tanto potente (né un’atmosfera altrettanto affascinante) quanto il primo titolo di Hashino. Rimane quindi in uno strano limbo dove fa molte cose meglio degli altri Persona main line, ma ha poco a renderlo speciale.
La narrativa è buona e, nelle fasi finali soprattutto, riesce a lasciare il segno grazie ad un villain memorabile e alcuni colpi di scena geniali. Tuttavia soffre a causa del setting molto scanzonato che diminuisce molto il peso degli eventi all’interno della più seria narrativa principale. A differenza di Persona 3, gli manca un focus ferreo sul suo tema principale, il che rende i Social Link meno impattanti, per quanto generalmente ben scritti. Il cast principale è anche molto hit or miss, con personaggi tipo Kanji e Naoto che ho sempre apprezzato molto, e altri come Yosuke o Chie che rimangono molto superficiali.
Quando riesce a colpire però, non posso negare che Persona 4 Golden sia in grado di creare momenti molto forti. In particolare con alcuni bad ending di una pesantezza e bellezza unica. Purtroppo però, in alcuni casi mi è sempre sembrato che gli scrittori si siano tirati indietro davanti al dramma che poteva offrire la storia, spinti probabilmente dall’obiettivo di creare un titolo più leggero del predecessore.
Fortunatamente, il sistema di combattimento è di ottimo livello ed unito alla fusione di Persona e ai Social Link crea un loop sempre soddisfacente. Il principale problema del modello di gioco offerto da Persona 4 Golden era, come accennato, che comportasse del farming abbastanza tedioso, tuttavia Golden rimedia alla cosa. I dungeon in generale possono essere abbastanza ripetitivi, tuttavia il pacing del gioco e la struttura che alterna Visual Novel e JRPG, riescono sempre a spezzare bene il ritmo. Inoltre alcuni livelli sono decisamente molto ispirati e memorabili. Oltre a ciò, il gioco vanta una colonna sonora eccezionale, probabilmente la mia preferita della serie.
Persona 4 Golden è il mio titolo meno giocato e meno apprezzato della serie. Tuttavia, rimane un ottimo lavoro di Team Zero e un must per gli amanti dei JRPG. A differenza del 3 Portable, qui non ci sono problemi particolari nel porting, il che rende questo titolo ancora più appetibile al momento attuale. Nonostante una narrativa meno coraggiosa e un cast hit or miss, Persona 4 è sempre stato un gioco con molto cuore, un gameplay solido e una colonna sonora eccezionale. A tratti mostra quanto grande avrebbe potuto essere, ma spesso lancia il sasso solo per poi nascondere la mano. Un gioco che non definirei capolavoro come altri nella serie, ma che difficilmente non si ritaglia un posticino nel cuore di chi gli da un’occasione.
Persona 4 Golden non è impattante come il 3 né raffinato come il 5, tuttavia rimane un titolo molto valido e con un porting ben fatto
Pro
- Gameplay divertente
- Colonna sonora eccezionale
- Villain memorabile
- Cast ben scritto...
Contro
- ..in parte
- Narrativa spesso poco coraggiosa
- Dunegon crawling ripetitivo