Payday 3 RECENSIONE Il nuovo ma vecchio Payday
Dopo tanta attesa, Payday 3 arriva sul mercato dopo ben dieci anni dal precedente capitolo con il compito di portare sulle console di attuale generazione – e PC – una nuova iterazione dell’heist game per antonomasia, un’impresa che per il team di sviluppo rappresenta il tutto per tutto.
Forse non lo sai, ma il destino di Starbreeze Studios non è stato sempre tutto rosa e fiori e anzi, l’uscita di Payday 3 è il frutto di un travagliato periodo di ristrutturazione interna che è stato sia spiacevole che benefico per il team che ha posto la massima attenzione su un unico lavoro: Payday 3.
Payday può essere ancora attuale nel 2023? Si può creare un titolo PvE ad alta rigiocabilità che sia in grado di vivere almeno quanto il predecessore con un esteso e fitto supporto post lancio? Se per certi aspetti si potrebbe dire: “Ai posteri l’ardua sentenza”, un primo verdetto di Payday 3 al lancio lo si può dare.
PAYDAY 3 Recensione | Il colpo definitivo?
Payday 3 non rivoluziona il suo gameplay. Del resto, squadra che vince non si cambia e sarebbe anche bizzarro mutare una formula che ne ha decretato il successo nella decade precedente. Quindi lo scopo principale dei colpi è sempre il medesimo: portare a casa un bel bottino in denaro o oggetti preziosi.
Quello che cambia e che comporta il sostanziale miglioramento rispetto al passato è sicuramente il come avvengono questi colpi. Payday 3 sembra voler essere il perfetto nodo di giunzione tra l’esperienza hardcore per i veterani e quella più arcade, votata alla spettacolarità, per i neofiti.
Sembrerà banale però voglio soffermarmi sui tutorial di Payday 3. Se da un lato è vero che anche Payday 2 aveva dei tutorial – più precisamente dei veri e propri colpi in giocatore singolo – tali espedienti formativi vennero aggiunti solamente dopo diversi aggiornamenti e non fin da subito.
Avere dei tutorial di breve durata che siano capaci di spiegare le meccaniche base di Payday non è cosa da poco. Sì, si spara, si rubano diamanti e contanti a più non posso ma vi è anche una complessa stratificazione di elementi di cui bisogna tenere conto in funzione dell’approccio desiderato.
Vi è poi una questione che ha generato una divisione netta, c’è chi la ama e chi la odia: la nuova interfaccia di gioco. Non parlo solamente dell’hud in gioco ma anche dell’interfaccia legata al progresso del personaggio, della gestione dell’arsenale e delle abilità.
Personalmente, confermo quanto già provato durante la closed beta: è bella, minimale e soprattutto funzionale. Meno confusione garantisce una consapevolezza più diretta di quale percorso di skill si vuole intraprendere. Perde di personalità? Si. Si riesce a capire subito cosa sbloccare e cosa no? Si, ed è questo secondo me ciò che conta di più.
Stealth o Loud? Questi sono i due modi di ragionare in Payday e anche in Payday 3 i colpi potranno essere affrontati liberamente. Potresti iniziare un colpo silenziosamente, riuscendo a farti strada fino alle sezioni off-limits per poi essere scoperto da una telecamera o da una guardia e rovinare la copertura.
Tutto questo non andrà mai a terminare la partita salvo la morte di tutti i membri della squadra. Fino a quel momento, tutto può accadere. Personalmente però ho notato che il design dei colpi presenti al lancio – otto per la precisione – ad eccezione di uno, siano estremamente votati ad un approccio stealth.
Ad esempio, il colpo “Guida pericolosa” non prevede lo stealth. Non sto contraddicendo quanto scritto poco prima sia chiaro. Il valore aggiuntivo che Starbreeze Studios ha inserito in questi nuovi colpi è proprio il level design che ora è più coerente con lo scopo del colpo, rendendo giustificabile il “niente stealth” di questo colpo incriminato.
I contenuti
Entrando nel dettaglio dell’offerta contenutistica di Payday 3 ci si scontra inevitabilmente con l’elefante nella stanza: il contenuto c’è ma non basta. Bisogna sottolineare come fin da subito il team di sviluppo (persino nella mia chiacchierata alla Gamescom) abbia sempre parlato di un corposo supporto post-lancio.
Voglio essere benevolo e dare fiducia ad un team che è riuscito a supportare costantemente il proprio titolo per dieci anni con colpi nuovi, talvolta anche con personaggi di spessore come Giancarlo Esposito. Il problema sorge quando dopo neanche 6-7 ore si è fatta la prima passata di colpi a difficoltà normale.
Molti si fermerebbero qui, ma naturalmente, Payday 3 così come in generale il franchise, punta molto sul fattore rigiocabilità, però rimane l’amaro in bocca per la speranza che ci fosse di più. Le sfide aggiunte, che premiano tra l’altro chi gioca con nuovi sblocchi e modifiche per le armi, non sono così prioritarie.
Anzi, per certi versi le ho trovate un modo forzato per allungare i tempi di gioco per gli appassionati della serie che cercano uno stimolo extra oltre al semplice: “Oggi facciamo il colpo alla difficoltà massima tutto stealth.”
All’atto pratico è giusto dirlo: la base c’è, è solida. I colpi sono tutti ben fatti, ispirati e coinvolgenti. Dalla piccola rapina alla filiale bancaria al rapinare un museo d’arte alla villa di lusso alla grande banca centrale, c’è tutto il pacchetto base delle rapine.
Ho apprezzato la varietà degli scenari e in generale la direzione presa per i colpi è ancor più spettacolare rispetto al passato. Non lo dicevano per scherzo ma si percepiscono forti richiami a diversi heist movie, quasi dei veri e propri omaggi che aggiungono valore all’opera.
La speranza è che il supporto post-lancio sia frequente e di qualità perché ci vuole molto poco, in special modo in questi tempi (che non sono più gli stessi di dieci anni fa) per far perdere l’interesse anche ai rapinatori seriali.
Rivoluzione o evoluzione?
Quando si arriva al numero tre di un IP, le mutazioni “prevedibili” sono molteplici, eppure Payday 3 non fa nulla di tutto ciò. Questo va detto però senza alcuna accezione negativa. Come scritto in apertura, squadre che vince non si cambia e se l’fps legato al mondo delle rapine ha sempre funzionato un motivo ci deve pur essere.
Ecco quindi che Payday 3 applica più dei quality of life che delle vere e proprie modifiche di rilievo al gameplay di Payday. In primo luogo, l’ispezione degli scenari nella fase iniziale di gioco è molto più “permissivo”. Se in passato senza la maschera si faceva ben poco, ora è possibile compiere più interazioni con l’ambiente di gioco.
Un altro importante passo in avanti sulla credibilità dei colpi è dato dalla divisione degli ambienti. Ad esempio, se sei in banca, potrai accedere tranquillamente alle zone aperte al pubblico; se però una guardia dovesse individuarti negli uffici privati il colpo non è perso. Verrai piuttosto scortato fino alla zona pubblica con una piccola ramanzina.
Questo dettaglio fa la differenza in quanto in passato essere anche solo visti di sfuggita dalla sicurezza faceva scattare tutti gli allarmi neanche avessimo un ordigno termonucleare pronto ad esplodere. Inoltre, sarà possibile legare tutti gli ostaggi senza limiti dei braccialetti (che in passato erano contati).
Proprio gli ostaggi diventano protagonisti indiretti di una feature di gioco che ho apprezzato molto: le trattative con la polizia. Sono convinto che in futuro potrebbero esserci anche più varianti sugli scambi con le forze dell’ordine ma, per il momento, è possibile scambiare gli ostaggi con del tempo extra prima dell’assalto della polizia.
Un elemento fondamentale durante le partite non stealth che garantisce al gruppo tempo aggiuntivo senza disturbi da parte dei nemici che ad ogni ondata diventano sempre più attrezzati e resistenti, oltre che aggressivi.
Comparto tecnico di un FPS piuttosto solido
Sul fronte tecnico Payday 3 si distacca sicuramente al precedente episodio. Migliora il colpo d’occhio generale senza però grossi passi in avanti sui dettagli specifici dei singoli elementi degli interni. La resa dello shooting è sicuramente migliorata per merito del passaggio dal Diesel Engine all’Unreal Engine 4.
Ci sono più animazioni anche durante la ricarica delle armi ed è bello vedere questi piccoli dettagli in un Payday. Forse è ancora necessaria qualche patch di ottimizzazione generale ma è lecito domandarsi quanto investiranno su questa versione del gioco in vista di una – promessa – versione futura in Unreal Engine 5.
Su PlayStation 5 evidenzio un ottimo uso dei feedback aptici e trigger adattativi del DualSense che amplificano l’esperienza di gioco. Inoltre, sono rimasto particolarmente colpito dalla versione console che ha diverse opzioni grafiche. Sarà infatti possibile regolare l’FSR – qualità, prestazioni o bilanciato – proprio come su PC.
C’è anche l’opzione per abilitare il contatore degli FPS ed è possibile regolare il campo visivo a proprio piacimento. Ho registrato solamente saltuari cali di framerate dai granitici 60 durante i momenti più concitati o quando sono presenti molti soggetti in scena (ad esempio, nella missione in discoteca ci sono stati cali fino a 30fps).
Non è proprio comoda invece l’esperienza di registrazione iniziale che prevede di inserire mail e password per registrarsi nel portale dedicato al fine di garantire il cross play e cross save con le altre piattaforme.
Payday 3 è un primo grande passo in avanti verso il futuro di una serie ormai longeva.
È un titolo che mantiene solida la formula classica delle rapine riuscendo però ad arricchire il level design dei colpi, tutti ora fortemente ispirati a pellicole cinematografiche del genere heist movie.
Il comparto tecnico corre verso un probabile futuro con Unreal Engine 5 e una lunga (si spera) serie di contenuti post-lancio, dettagli che rendono Payday 3 ad oggi un bel titolo ma che è destinato a giocarsi la sua integrità solamente nel lungo periodo.
Il nuovo ma vecchio Payday
Pro
- Una formula consolidata che funziona ancora bene
- Aggiunte al "quality of life" del gameplay rispetto ai predecessori
- Una roadmap di contenuti post-lancio corposa...
Contro
- ...al netto dei pochi contenuti di partenza
- Tecnicamente serve ancora dell'ottimizzazione generale