PaRappa the Rapper Remastered – Recensione
Mentre la scorsa generazione è andata a ripescare dall’era 128 bit per i suoi remaster in alta definizione, nel 2017 PlayStation 4 ci proporrà grandi classici della prima PlayStation: quest’estate sarà la volta della trilogia originale di Crash, ma oggi giunge su PlayStation Store PaRappa the Rapper Remastered. Il nome è autoesplicativo: si tratta del remaster in alta definizione del primo episodio della serie, uscito in Giappone sul finire del 1996 e in Occidente l’anno successivo. Il gioco aveva già ricevuto un porting su PlayStation Portable dieci anni fa.
La nascita di una leggenda
PaRappa the Rapper segna il vero debutto di Masaya Matsuura nel mondo dei videogiochi. L’artista giapponese nasce come musicista, ma negli anni Novanta si interessa anche al videoludo: non poteva che scaturirne una pletora di rhythm game visionari, molti dei quali sono diventati giochi di culto. PaRappa the Rapper merita senz’altro di essere annoverato fra questi, anzi, secondo alcuni è il primo vero rhythm game della storia.
Le premesse, giustamente, sono deliranti: PaRappa è un cagnolino rapper desideroso di conquistare le attenzioni dell’amica-fiore Sunny Funny compiendo alcune prodezze, che spaziano dall’apprendimento delle arti marziali all’ottenimento della patente di guida per portare gli amici al mare. Fortunatamente il nostro eroe potrà contare sull’aiuto di vari maestri, da imitare nel loro hip hop per superare gli stage.
Lo stile grafico molto peculiare farà impazzire i nostalgici degli anni Novanta, tanto numerosi negli ultimi tempi. Il character design è opera di Rodney Alan Greenblat, artista californiano piuttosto famoso in Giappone in quel periodo, il quale ha realizzato piante e animali antropomorfi in due dimensioni, che sono stati poi collocati in ambienti tridimensionali. Sembra un cartone animato, quindi è sicuramente adatto ai più piccini (ai quali sono indirizzate molte delle opere di Greenblat), ma anche i più grandi possono apprezzarne l’umorismo e in taluni casi la demenzialità.
Il gameplay si spiega molto facilmente osservando l’immagine sopra. Nella parte superiore dello schermo compare la barra che indica i tasti da premere nel momento in cui vengono raggiunti dall’icona di PaRappa. Prima esegue le mosse il maestro, poi è la volta del giocatore, che – almeno alla prima giocata – altro non deve fare se non imitare quanto appena visto. In basso a sinistra si vede il punteggio e in basso a destra l’indicatore della qualità della propria performance, che al termine del brano deve essere migliore di “Bad”.
Tutto molto semplice, almeno in teoria, perché in realtà non si tratta di un gioco facile. La difficoltà non risiede tanto nelle combinazioni di tasti da premere – semplicissime per chiunque abbia giocato a qualche rhythm game moderno – quanto nel timing, davvero spietato: se vi siete fatti le ossa sui vari Rock Band e Guitar Hero, rischiate di prendere grosse bastonate in PaRappa the Rapper Remastered, a causa di timing window veramente ristrette, ancora più difficili da azzeccare nei casi di input lag, non rari nell’era dell’alta definizione.
Padroneggiate le meccaniche di base il gioco si apre alla sua dimensione più interessante, che è quella creativa: laddove molti altri esponenti del genere musicale fanno leva unicamente sulle abilità performative, PaRappa the Rapper consente di eccellere (cioè di ottenere il massimo punteggio, “Cool”) solo a quanti sapranno mettere un po’ di creatività sul beat in freestyle, superando la coreografia del maestro. Non esistono regole precise, vengono premiati l’estro e la sperimentazione. Chiunque non sia interessato ad approcciare il gioco in questo modo tenga presente che questo offre appena sei tracce, per uno story mode della durata di un’ora circa.
Il remaster
PaRappa the Rapper Remastered è un port in alta definizione piuttosto spoglio, non essendo dotato di contenuti e opzioni inediti di spessore. Sarebbe stato lecito aspettarsi di più, a fronte di un prezzo di € 14,99 (sceso a € 11,99 per i preorder con PSPlus)? Forse, ma ricordiamo che PaRappa the Rapper 2 – non un remake, non un enhanced port, semplicemente la versione PS2 – viene venduto su PS Store a € 9,99 (ma per un altro paio di giorni è scontato del 60%!, NdR), per cui non è il caso di gridare allo scandalo.
Il maggior salto di qualità si registra nel comparto grafico, che si giova di texture in alta risoluzione e del supporto 1080p su PS4 e 4k dinamico su PS4 Pro. Purtroppo tale cura è stata riposta solo nella grafica di gioco, mentre le sequenze FMV di intermezzo, relegate ad un riquadro dello schermo, appaiono davvero sgraziate. Peccato, se consideriamo la qualità della direzione artistica e la scanzonata demenzialità dei “siparietti”. Completa il quadro il (piuttosto scontato, a dire il vero) supporto al 16:9, ma i nostalgici possono scegliere di giocare a PaRappa the Rapper Remastered con l’aspect ratio originale in 4:3.
Sul versante audio segnaliamo una miglior qualità del sonoro e la presenza di otto tracce alternative. In realtà questi brani, contenuti anche in un DLC gratuito per la versione PSP del gioco, sono gli stessi della modalità principale (ad esempio, il primo conta ben quattro varianti), cambia solo il beat.
In quanto al gameplay, invece, non esistono vere e proprie novità, ma piccole aggiunte opzionali, come “Feel the beat”, che è la vibrazione (PaRappa the Rapper giunse sugli scaffali prima del DualShock!, NdR), e “see the beat”, un aiuto disattivabile che aumenta le dimensioni dell’icona di PaRappa quando il giocatore preme il pulsante. In teoria dovrebbe aiutare nell’esecuzione delle sequenze, ma da questo punto di vista si sarebbe rivelata più efficace un’opzione per la calibrazione, purtroppo assente.
PaRappa the Rapper Remastered non costituisce un’occasione troppo ghiotta per tornare sul classico di Matsuura, non offrendo contenuti inediti nè un restauro completo, considerata la scarsa qualità delle sequenze FMV. Cionondimeno, quanti vogliano rivivere (o vivere per la prima volta) le avventure di PaRappa potrebbero farsi ingolosire da questo port, più attuale di quello per PSP. Non è un gioco per tutti, quindi consigliamo agli indecisi di scaricare prima la versione di prova.
Pro
- Un gioco di culto
- Gronda ancora stile
- Piacevolissimo in alta definizione...
Contro
- ... ma le sequenze FMV appaiono sgraziate
- Mancano contenuti realmente inediti