Operation Darkness – Recensione Operation Darkness
Lo scheletro della Seconda Guerra Mondiale
La storia della Seconda Guerra è nota a chiunque abbia minimamente interesse nella storia passata e anche a chi, incurante dell’interesse culturale, si è dedicato ai tantissimi titoli videoludici che hanno basato la trama su di essa: un argomento usato fin troppe volte, fino ad ora e sicuramente già in cantiere per altre opere videoludiche. La Atlus, con Operation Darkness, non fa altro che riprendere il tema scaturito dall’attacco a Danzica nel primo Settembre 1939, aggiungendo però dei piccolissimi espedienti che la possono rendere più interessante di quanto ci si aspetta: fatto sta che il gioco non risponde ai canoni odierni e degrada anche quell’argomento che, reso come avevano programmato alla Atlus, sembrava più interessante del solito.
Heil, Mein Fuhrer
Lo stratega del nazionalsocialismo tedesco piano piano nella sua guerra per conquistare l’Europa e l’Unione Sovietica era riuscito a governare in grande parte della culla delle civilità antiche: a Vichy mise a ferro e fuoco la Francia, in Italia era ben coperto da Mussolini e l’URSS era tenuta a bada dal patto Molotov-Ribbentrop. Come Hitler avesse fatto ad ottenere una cosa veloce e rapida espansione viene spiegato dalla storia con un’esaltazione dell’abilità del generale, noto ispirato Napoleonico, ma per la Atlus la faccenda era nettamente diversa. Adolf Hitler, capo del terzo Reich e di quella che fu la grande Germania dopo l’Auschluss dell’Austria, non era un uomo qualunque, e con ciò non si intende affatto che dovesse avere capacità al di sopra della norma, ma che al suo servizio aveva un più che organizzato esercito delle tenebre: vampiri, giganti, mostri di ogni tipo e genere al servizio di un impero per fronteggiare plotoni armati di piombo e esplosivi. Senz’altro un’innovazione degna di nota: un fantasy nella seconda guerra mondiale promette bene e istiga chiunque, appassionato delle vicende della seconda capitolazione tedesca, a gettarsi alla guida del plotone inglese che vi troverete ad impersonare. L’Inghilterra, infatti, è l’ultimo baluardo rimasto integro all’attacco tedesco, anche dopo l’operazione Seelowe, Leone Marino, che prevedeva l’assalto finale alle coste Londinesi: sarà la nazione anglosassone a far si che l’erede Napoleonico venga di nuovo abbattuto e con lui il suo esercito delle tenebre.
Il sogno dello Ubermann
Per farla breve il titolo dinanzi al quale vi trovate è uno strategico a turni, lontano dalle possibilità RPG che forse vi aspettavate dall’Atlus. Uno strategico sviluppato come ogni gioco che appartiene al genere di cui capostipite è quel Final Fantasy Tactics dalle tanto controversie opinioni videoludiche. Se Hitler ha un esercito di mostri state certi che gli inglesi, i vostri alleati, non sono da meno: infatti sarà all’ordine di mossa una probabile mutazione da parte vostra in un interessante mostro che possa dare un altrettanto piacevole riscontro all’esercito nazionalsocialista. Il vostro party si baserà su due schiere caratterizzate l’una dai protagonisti dell’avventura e l’altra nei soldati semplici, reclutabili in qualsiasi momento del gioco e che morendo non provocheranno un game over.Game Over che invece arriverà qualora uno dei punti forti della storia venisse meno: Edward Kyle, Cordelia Blacke e James Gallant, tanto per citare il triangolo di forza delle truppe inglesi, quindi, non potranno esser lasciati morire altrimenti state pronti a riprendere il tutto dall’ultimo salvataggio e state sicuri che ripetere una missione in uno strategico a turni non è affatto piacevole.
All’inizio di ogni turno avrete la possibilità di muovervi, attaccare, usare le abilità speciali, difendervi: muovendovi vi compariranno, a terra, quelli che per gli appassionati del genere non saranno delle novità, ovvero dei quadrati di colore diverso dal terreno, in questo caso blu, che indicheranno le possibilità di movimento. Giunti al punto desiderato avrete la possibilità di attaccare, usare le abilità speciali e difendervi: ovviamente una delle tre scelte escluderanno le altre due e per attaccare potrete contare sulle armi dei vostri soldati che possono variare dal fucile di precisione, alla pistola semplice, fino al lanciamissili o ad una granata. Come la particolarità, il meccanismo più che interessante, di tali armi venga annullato dal genere strategico è più che evidente e di certo la cosa non risulterà piacevole a chi vive di simulazioni di guerre. Riprendendo poi la falsa riga degli strategici del Sol Levante ritroverete anche un sistema di sviluppo del personaggio: ad ogni colpo inflitto, ad ogni azione eseguita, che non si tratti però del solo muoversi o difendersi, riceverete dei punti esperienza che, accumulati, vi permetteranno di migliorare il vostro personaggio, protagonista o soldato semplice che sia, senza distinzione alcuna.
Berlino è a ferro e fuoco
La Russia non era ancora giunta a Berlino quando Kyle giunse in Germania per debellare l’esercito Hitleriano, ma la troverete già assediata e sul chi va là, come si suol dire in gergo. Peccato solo che questa Berlino non sia quella che ci si aspettava da un gioco di ultima generazione, tra l’altro sviluppato per lanciare il nuovo genere di strategico fantasy-storico. E il problema non è nemmeno solo Berlino. I personaggi non presentano mimica facciale e sono di un movimento che definire robotico sarebbe un eufemismo. I video in computer grafica raggiungono uno scarso livello che non soddisfa affatto gli occhi dei videogiocatori, che si ritroveranno a giocare con un titolo che risulta mediocre anche dal punto di vista dell’audio: tralasciando il forse perfetto rumorio e scoppiettio delle armi, le musiche, gli accompagnamenti ad un gioco che si basa sulla strategia a lungo tempo, sono noiose e troppo lineari per rilassare le menti. In un paese tenuto molto male ci spetta anche un’orchestra mal gestita: Hitler, che di musica aveva poco conoscenza, avrebbe senz’ altro preferito rimanere ad ascoltare il Parsifal di Wagner piuttosto che una tale colonna sonora mentre il suo esercito delle tenebre veniva debellato e la sua città, la capitale del suo grande progetto, messa a ferro e fuoco.
Operazione Fallita
Operation Darkness presenta anche una modalità multiplayer che vi permetterebbe, qualora foste interessati, di sbloccare alcuni oggetti che nella modalità single player vi farebbero non poco comodo: la difficoltà di tale modalità è nell’avere a disposizione circa un minuto di tempo, se non poco più, per ogni utente per disporre le sue truppe ed esaurire le proprie mosse. Questo non è certamente di aiuto per chi preferisce pianificare per bene le proprie attività. Per il resto il gioco non raggiunge i livelli sperati da chi voleva vedere una Seconda Guerra Mondiale in stile fantasy arricchita da mostri degni della Atlus a cambiare una monotona storia di realtà fin troppe volte vissuta nei videogiochi. Con un comparto tecnico inguardabile ed inascoltabile e un sistema di gameplay che nel tentativo di ripetere le gesta dei grandi nel suo genere lascia molto a desiderare, anche a causa degli spazi sconfinati e un utilizzo più che errato di una telecamera capricciosa, Operation Darkness si rivela, se non un totale flop, un gioco mediocre che difficilmente potrebbe piacere agli stessi appassionati sfegatati del genere.