Operation Babel: New Tokyo Legacy – Recensione
Operation Babel, sequel del fortunato dungeon crawler Operation Abyss: New Tokyo Legacy targato NIS America, ha fatto da poco il suo debutto in occidente: noi lo abbiamo provato e, nel bene e nel male, siamo pronti a darvi il nostro parere.
C’era una volta?
Proseguendo sulla scia degli eventi del capitolo precedente, Operation Babel: New Tokyo Legacy segue le vicissitudini dell’omonimo team di “super teenager” al servizio della forza speciale delle Nazioni Unite, l’unità Xth. Al comando di sei giovani reclute, il vostro scopo sarà quello di investigare la strana massa denominata embryo, inspiegabilmente apparsa in cielo a breve distanza dai fatti narrati in Operation Abyss. È importante chiarire che, sebbene la trama evolva da questo punto in poi riservando anche qualche colpo di scena, l’elemento narrativo non costituisce l’attrattiva principale di questo titolo e a pensarci bene non compaiono particolari riferimenti per cui sia necessaria una conoscenza delle vicende anteriori. Ciò da un lato costituisce un pregio perché rende facilmente accessibile il mondo di gioco anche a un neofita come chi vi scrive, ma dall’altro mette in evidenza la banalità di certe situazioni rese complicate solamente da un uso sistematico di terminologia tecnologica assolutamente inutile. Non fatevi prendere dallo sconforto, quindi, se nel bel mezzo di un dialogo doveste perdere il filo: molto probabilmente non sarà importante ai fini dell’intreccio e, se proprio ci tenete, avrete comunque la possibilità di tornare indietro per rileggerlo.
Un nuovo (vecchio) sistema
Appurato quindi che in Operation Babel la trama svolge una mera funzione di cornice, il vero contenuto di questa avventura compete a ben altri aspetti. Il sistema di gioco infatti, diviso fra sezioni di dungeon crawling, combattimenti e pianificazione strategica, costituisce il fulcro dell’intero titolo. Sebbene senza variazioni rispetto al sistema di Abyss, Babel aggiunge la possibilità di mescolare due diverse classi – chiamate blood code – per ogni personaggio, con il vantaggio di poter contare su un doppio set di abilità ma lo svantaggio di aumentare più lentamente di livello. Lo sviluppo oggetti e la gestione del party per il resto ricalcano la classica struttura contorta del genere, fatta di decine di menù e paroloni complicati.
Diversamente da altri GDR nei quali la difficoltà in certe fasi può facilmente venire meno arrivando preparati e con qualche livello in più del necessario, Operation Babel richiede dimestichezza nella pianificazione di una strategia. Questo non significa che sia un titolo difficile, ma l’utilizzo consapevole dei blood code e degli elementi del party sono fondamentali per poter progredire o affrontare le sfide secondarie, spesso più impegnative di quelle principali. Anche evitando tutti gli optional, preparatevi a spendere diverse decine di ore incollati allo schermo fra preparazione, esplorazione e combattimenti.
Al di là di questo, le sezioni dungeon sono un mix di frustrazione e divertimento quanto può esserlo guardare il labirinto screensaver di un vecchio Windows (che forse sarebbe persino meglio) rese leggermente meno pesanti dalla presenza di puzzle e enigmi.
I dettagli che contano
Se su un fronte pratico Operation Babel: New Tokyo Legacy non convince fino in fondo, in ultima analisi resta doveroso spendere due parole sul suo lato estetico: che siate fan o no del genere è questo il fattore che, seppur secondario in un gioco di questo tipo, potrebbe rivelarsi decisivo nel momento del suo acquisto. L’aspetto di personaggi, ambientazioni e varianti (altro termine strampalato per descrivere i nemici) è interamente affidato alla tecnica dell’illustrazione. Dimenticatevi i poligoni perché OB rinuncia del tutto alla tridimensionalità in favore di uno stile tutto tette e fan service indiscutibilmente ammiccante ma banale. Lo stesso non può fortunatamente dirsi della colonna sonora, sempre adatta alle situazioni che accompagna e mai pesante nonostante la ripetitività.
Nulla di troppo grave probabilmente, d’altronde è solo l’ennesimo JRPG che si aggiunge alla lista di giochi da possedere solo se nel caso in cui siate davvero amanti del genere. I dubbi sorgono quando a renderlo ancora più inappetibile ci si mettono la lingua interamente in inglese con dialoghi in giapponese e il prezzo – a nostro avviso ingiustificato – per la versione digitale di ben 35€.
Operation Babel: New Tokyo Legacy altro non è che una fotocopia poco convincente del suo prequel e, più in generale, un dungeon crawler come tanti altri ma con la pretesa di sembrare diverso. Le meccaniche semplici rese volutamente complicate, la ripetitività delle situazioni e l’assenza di profondità narrativa ci consegnano un prodotto che in occidente difficilmente potrà avere mercato salvo che per la nicchia dei veri fan ed estimatori del genere.
Pro
- Sistema di gioco solido e complesso
- Estrema longevità
- Atmosfera e colonna sonora accattivanti
Contro
- Meccaniche complicate non alla portata di tutti
- Missioni e situazioni ripetitive al limite del cliché
- Traduzione solamente in inglese