Omega Quintet
Ci ritroviamo nuovamente in quella nicchia di JRPG solitamente riservata agli irriducibili fan del genere. La parola fan qui è chiave poiché il punto di forza (relativamente) è lo stesso fanservice. Finalmente decisi a regalarci un esperienza per PS4, la Compile Heart (nota per averci dato le serie Agarest e Neptunia) ci propone Omega Quintet. Si fa presente che la stessa Compile Heart vanta un catalogo di titoli JRPG abbastanza vasto e di relativo successo (forse più in Giappone che in occidente), questo fa pensare che un fanbase stabilito che ha fame di tali titoli ci sia e che si faccia sentire. È un titolo decisamente mirato agli ultra fan di tutto ciò che è anime, pop idol e JPOP, ma sotto la patina, il trucco, e i colori sgargianti, cosa ci rimane? Accendiamo i microfoni, si va in scena!
Idol Sentai Omega Five, o forse Sailor Omega?
Il fenomeno del Beep (o Blare nella versione Inglese) sta lentamente distruggendo le menti degli esseri umani e li sta degenerando. Numerosi attacchi di mostri (noti anche come MAD) minacciano la pace giornaliera. Nell’ora più buia appaiono le Verse Maiden, ragazze umane in grado di opporsi al Beep e respingerlo (a mò di Sailor Moon). Ecco quindi Momoka, Verse Maiden e Idol veterana che da tempo lotta contro il Beep. Quando comincia la nostra storia la (non più tanto giovane) Momoka si ritrova come sempre a dover far fronte a una nuova minaccia, che viene presentata al pubblico come fosse un concerto Idol (difatti è proprio il canto delle Verse Maiden che respinge il Beep). A osservare l’evento troviamo Otoha e Takt (Takuto in Giappone) ragazza e ragazzo orfani e amici d’infanzia. Otoha è super-fan di Momoka e sogna anche lei di diventare Verse Maiden, per questo va ad allenarsi nel canto seguita da Takt che le fa da guardiano, ma è proprio in quel momento che viene attaccata dai MAD. Momoka arriva alla riscossa dei civili ma stanca dai mille combattimenti cede per un attimo. È Otoha che nel panico prende l’arma della Verse Maiden e sconfigge il MAD. In seguito a questo verrà offerta una chance a Otoha di diventare Verse Maiden (e a Takt di seguirla) insieme alle altre quattro ragazze Kyoka, Kanadeko, Nene, e Aria per formare il gruppo Idol/Ammazza Mostri Omega Quintet.
Si balla, si canta e si danno legnate
Omega Quintet ha due principali componenti di gameplay che ne fanno un titolo JRPG un po’ particolare: GDR/Idol Simulation. Questo si ripercuote in tutti i vari elementi di gameplay e di presentazione. Le ragazze portano vestitini à la Sailor Moon con strass e paillettes, nastrini, cuoricini e quant’altro. Si potranno scegliere e modificare i costumi delle ragazze a piacimento e si dovranno anche mantenere altrimenti si rischia letteralmente di rimanere in mutande (vedere Senran Kagura e/o Akiba’s Trip). Nella fattispecie i vestiti da Idol funzioneranno da armatura con tutto ciò che questo implica in un JRPG (customizzazioni di stat e quant’altro). Altro elemento importante sarà il Promotion Video System che permetterà la creazione di Music video e Dance video per mostrare le nostre eroine adolescenti tutte in tiro. In questa modalità si potrà scegliere fra passi di danza (più di 150) e si potrà anche fare uso del Playstation Move e Camera per creare effetti di luce per accompagnare i video creati. Questo per quanto riguarda il lato Idol Simulation, ma passiamo al gameplay vero e proprio.
Qui si ripercorrono molte strade e molti capisaldi dei JRPG di successo: oltre all’avanzamento di livello standard ci viene presentato un sistema chiamato Disk Analisys che in maniera simile alla sferografia di Final Fantasy X permette di sbloccare E Skill (Magie) e Mic Skill (Abilità con le armi) su una scacchiera. Ci sono vari tipi di armi come Spade, Asce, Martelli, Lance e via dicendo chiamate Mic, come fossero i loro microfoni. Usando un tipo di arma si sale di livello per quella classe d’arma con tutto ciò che ne consegue (attacco migliorato, precisione ecc.). Sul campo di battaglia l’andazzo è abbastanza standard salvo qualche eccezione: i nemici si disporranno a diverse distanze dal party, e a seconda della loro distanza verrà modificata l’efficacia degli attacchi; ciò, insieme alle rispettive resistenze ai vari elementi (fuoco, acqua etc.) creano un elemento strategico non indifferente, che però si fa sentire solo nelle difficoltà più elevate. Alla maniera dei titoli Tales of, non vi sono random battle, bensì mostri vaganti che si possono colpire in anticipo per avere un bonus nel combattimento a turni.
Aggiungiamo a questo la presenza del giovane Takt al quintetto di Idol. In veste di guardiano/manager/security lo stesso Takt interviene in battaglia. Quando viene abbinato a una idol (una per volta ragazzi) può attaccare insieme a essa premendo il tasto X quando viene richiesto, e può fungere anche da scudo per diminuire i danni. Naturalmente vi è anche un sistema di affinità fra Takt e le ragazze, che aumentando migliorerà le prestazioni del baldo giovane sul campo. Attaccando il nemico e con l’utilizzo di Takt in battaglia si riempirà una barra speciale, Voltage, che una volta piena permetterà l’utilizzo della Live Mode che conferisce bonus speciali alle Verse Maiden.
Strutturalmente Omega Quintet è abbastanza semplice, i nostri eroi hanno una base a loro disposizione dove ritroviamo tutta una serie di infrastrutture essenziali per la nostra avventura, difatti in questo luogo si potranno ad esempio comprare e modificare gli equipaggiamenti, riposare e scegliere le missioni. Queste ultime si dividono in due tipi: alcune fanno avanzare la storia, altre sono extra e servono per fare grinding o ottenere vari bonus (armi, oggetti e via dicendo).
Omega Quintet the Animation
L’esperienza in sé va avanti a mò di serie anime, con tanto di sigle di apertura e di chiusura. Lo stesso andazzo della storia segue questa formula e bisogna dire che fa da cornice interessante all’esperienza. Per quanto riguarda il lato visivo finchè si tratta di immagini disegnate va tutto bene, il problema è che al di là di qualche filmato in grafica di gioco gran parte della storia è animata da sagome disegnate che muovono le labbra, e ogni tanto anche qualcos’altro (specie nelle scenette osé, che non sono poche). La fortuna qui è che si può scegliere il doppiaggio in Giapponese per un’esperienza anime autentica. Anche qui ahimè manca di originalità, poiché le interazioni fra le ragazze, i fraintendimenti, le relazioni ragazzo-ragazza e compagnia bella sanno di visto e stravisto e francamente dopo poco il tutto risulta monotono.
Il comparto grafico presenta miglioramenti rispetto agli altri titoli dello stesso sviluppatore, ma è anche vero che siamo su PS4 adesso, e sebbene i modelli dei personaggi siano adeguati mancano di scioltezza e rifinitura, come gran parte del gioco (che passeremo divisi fra dialoghi ed esplorazione: unica istanza nella quale ci si muove in tre dimensioni). Persino i luoghi esplorabili risultano blandi e generici. Ci ritroviamo una serie di corridoi/percorsi infestati da mostri, con qualche barriera che si supera con l’avanzare del tempo e/o dopo aver soddisfatto certe condizioni.
Il lato sonoro è ricco di sinfonie JPOP e tracce atmosferiche un tantino generiche, anche qui niente di nuovo. La scelta musicale accompagna quella visiva. Almeno da questo punto di vista bisogna riconoscere la coerenza. Evidentemente è stata fatta una scelta in partenza, di privilegiare certi elementi dell’esperienza piuttosto che altri.
[signoff icon=”quote-circled”]Non è semplice trarre un conclusione per Omega Quintet, la cornice Idol/JPOP potrebbe essere un deterrente per chi non è fan del genere, come anche il suo lato talvolta osè. Questo è un peccato perché in quanto JRPG è un’esperienza che, sebbene sempliciotta, è solida, e offre un discreto livello di strategia e relativa varietà. Per i fan del genere è un must. Che dire, Omega Quintet è questo, e non ha paura di farlo vedere. Da questo punto di vista è onesto, e ciò è lodevole.[/signoff]