Observer – Recensione

Nei primi mesi del 2016 Bloober Team rilasciava il più che buono Layers of Fear; con Observer, il team indipendente polacco cerca un distacco dal “classico” horror psicologico (con non poche ispirazioni alla demo P.T. di Konami e Hideo Kojima) e si indirizza verso un setting cyberpunk e noir, che pesca a piene mani dalle estetiche sporche, uggiose e piene di luci al neon rese iconiche da Blade Runner.

Observer

Nei panni del detective Daniel Lazarski, il giocatore si trova rinchiuso un condominio dei bassifondi; la storia è ambientata in una Polonia distopica del 2048, in cui la megacorporazione Chiron ha preso il controllo di governo, giustizia e sicurezza e le protesi “migliorative” sono ormai la norma, così come un generale malcontento e povertà per la sempre incombente minaccia di contagio da parte dei virus digitali, pericolosi per ogni cittadino provvisto d’impianti.

In quanto Observer (o, come spesso viene definito durante il gioco, “Leech”), Lazarski possiede abilità uniche, tanto utili quanto pericolose per se stesso: l’Electromagnetic Vision per analizzare ogni tipo di dispositivo e macchina dell’ambiente, la Bio Vision per ottenere indizi dalle tracce biologiche e dalle forme di vita, ma soprattutto il Dream Eater, dispositivo in grado di collegare la mente del protagonista a quella di un altro soggetto, ottenendone memorie, ricordi… e paure.

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Observer è stato definito dagli stessi autori un hidden horrorproprio per la natura di ciò che scatena disagio nel giocatore: tra un caso e l’altro, il protagonista riceve una preoccupante richiesta di aiuto da parte del figlio, Adam, con cui si trova in rapporti freddi da anni. Giunto nel suo appartamento, Lazarski trova un cadavere privo di chip neurale e talmente sfigurato da essere irriconoscibile; pochi istanti dopo, l’intero edificio viene automaticamento isolato dal sistema interno, come se fosse presente un focolaio epidemico.

L’intera storia, della durata di circa 7 ore, si articola in investigazioni tra un appartamento e l’altro, alla ricerca di indizi sul destino di Adam e su cosa abbia causato l’isolamento e la morte violenta di numerosi inquilini. Lazarski ha dalla sua le abilità della propria vista potenziata e del Dream Eater, ma l’uso di questi impianti ne aumenta lo stress psicofisico e lo obbliga ad assumere periodicamente il Synchrozine, un medicinale che, come suggerito dal nome, lo aiuta a mantenersi connesso ai propri dispositivi e “funzionante” sotto ogni punto di vista.

Observer

Purtroppo le vittime con le quali dovrà interagire non hanno vissuto esistenze particolarmente liete, né hanno incontrato una fine indolore, per cui il povero investigatore vivrà una doppia spirale emotiva man mano che proseguirà nella ricerca: da una parte, un avvitamento verso il basso, sempre più vicino alla follia e alle psicosi che, per quanto non sue, si troverà a vivere in prima persona; dall’altra, la scomparsa del figlio aprirà vecchie ferite che credeva rimarginate e che lo guideranno verso una presa di coscienza e graduale liberazione da complessi e blocchi emotivi.

Da qui il già citato concetto di “hidden horror”: un terrore dettato non soltanto da jump-scare e gore, ma dalla catarsi che porta tanto Lazarski quanto il giocatore ad affrontare e vincere le proprie (e altrui) paure e la follia e diventare una persona migliore. Concetto, questo, visto di recente anche in Hellblade: Senua’s Sacrifice, per quanto ovviamente il contesto e l’approccio siano molto diversi.

Observer

Come intuibile da quanto già detto, Observer non è quello che normalmente viene definito un “gioco leggero”: la durata non è eccessiva, l’avanzamento lineare e gli enigmi estremamente semplici, eppure il mood imposto da ambienti e dialoghi è opprimente, estremamente negativo se non per qualche sporadica battuta agrodolce del protagonista. Quest’ultimo è doppiato da un ottimo Rutger Hauer, che concorre a ricreare l’atmosfera sporca e soffocante del condominio di Adam e di un mondo in cui la differenza tra uomo e macchina non è più così definita.

Observer

Le tematiche trattate e la maniera con cui sono affrontate non brillano per originalità, ma riescono senza dubbio a catturare l’attenzione e incuriosire il giocatore; purtroppo qualche “viaggio neurale” di Lazarski risulta troppo annacquato rispetto al necessario e fa calare la tensione e sfiorare la noia, ma per fortuna si tratta di situazioni temporanee e comunque dipendenti da gusti e pazienza soggettivi.

Grazie al sistema di visione del protagonista, la ricerca delle prove risulta sempre agevole e un “diario di bordo” tiene sempre traccia dei progressi, indicando anche la prossima azione da compiere. La difficoltà di Observer è quasi nulla e persino l’assunzione di Synchrozine non è mai un problema, grazie alle numerose fiale recuperabili con una minima esplorazione. Non sono presenti veri e propri segreti, giusto un paio di collezionabili da individuare all’interno degli appartamenti e un minigame in stile arcade giocabile attraverso le postazioni PC dei vari inquilini.

Observer

Observer riesce a intrattenere per tutta la sua durata e offre anche una scelta molto interessante alla fine dell’avventura, in grado di determinare il destino di Daniel Lazarski e del figlio Adam. Bloober Team è riuscito a nascondere i limiti grafici e tecnici del titolo con ottimi espedienti e a creare un microcosmo claustrofobico e maleodorante in cui il giocatore riesce senza problemi a calarsi. Va da sé che, nel caso non si apprezzino le atmosfere cyberpunk, un titolo come Observer perde un buon 90% del suo appeal, in quanto la componente “giocosa” appare limitata, semplice e tendente al ripetitivo.

7.9

Pro

  • Personaggi ottimamente doppiati
  • Scrittura e ambientazione convincenti
  • Finali intriganti

Contro

  • Fatica a separarsi dai trope del genere
  • Enigmi fin troppo semplici
  • Poco rigiocabile
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